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“Speranza, non fiducia”
6 Luglio 2004
Lettere e Interventi
Lodo Meneghetti 01.07.2004

Certamente non dobbiamo cantare vittoria a gola spiegata come se le truppe nemiche fossero state tutte sterminate o fatte prigioniere. Il tema della futura politica nazionale, dell’eventuale governo “altro” deve fare i conti con il cambiamento avvenuto in questi anni nella popolazione, nella composizione sociale per classi/ceti, strati reddituali, ecc.ecc., nei relativi comportamenti culturali e consumistici. C’è stato un vero e proprio mutamento antropologico in una gran massa di persone, direi tutte quelle soggiogate da quei mezzi di informazione, televisione in testa, appunto destinati dai nuovi poteri a trapanare il cervello della “gente” per infilarvi dentro il nuovo pensiero tutt’altro che “debole”: il pensiero “unico” riproduzione di quello del grande capo carismatico (?) e dei suoi accoliti. Lo spostamento di voti nelle recenti elezioni può indicare una sfilatura permanente di quel pensiero da una certa, consistente parte di quei cervelli? Non lo posso sapere. Tuttavia ho scritto speranza; non fiducia in tutti i dirigenti del centrosinistra: questo tutti, poi, è essenziale perché l’eventuale governo degli attuali oppositori deve essere assolutamente coeso, se deve varare e far navigare sicuro un programma appunto opposto, con attuazioni in certi casi difficilissime anche solo a partire dalla distruzione delle “opere” che il berlusconismo imperante lascerà dietro di sé. Fassino non ha perso l’occasione di mostrare qualche giorno fa una sua presunta superiorità quando ha creduto di prendere in castagna Moretti: quei dirigenti da cambiare perché non avrebbero mai vinto nulla, al contrario, “sono tre anni che vincono!”. Cuor contento il ciel l’aiuta. Forse non sempre. Intanto, caro Fassino, pensa piuttosto alla prospettiva di una vittoria irraggiungibile senza costruire una coalizione onnicomprensiva, triciclo o non triciclo quale base di partenza. Pensa piuttosto a come si comporterà nel governo di centrosinistra un Rutelli spesso pronto ad accettare papalate o subdole offerte bipartisan dei nemici. I cattolici ex democristiani che ha nel suo gruppo sono molto più prudenti.

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