Il manifesto, 25 febbraio 2016
Si sentono trattati come cittadini di serie B, le cui vite possono essere svendute e sacrificate. E loro non ci stanno. Anzi. Centinaia di militanti di associazioni lgbt si sono riuniti ieri pomeriggio sotto il Senato per protestare contro lo stravolgimento del disegno di legge sulle unioni civili. «Vergogna», «Tradimento», «Non ci rappresentate» hanno urlato rivolti verso palazzo Madama dove Pd e Ncd erano impegnati a mercanteggiare sul loro futuro e su quello dei loro figli. A un certo punto un gruppo ha anche cercato di bloccare il traffico sedendosi in mezzo alla strada , ma è stato immediatamente fermato dalla polizia.
Tra le associazioni lgbt la rabbia per come si sta stravolgendo il ddl Cirinnà è tanta e cresce con il passare delle ore. Per il 5 marzo è stata indetta una manifestazione che si terrà a piazza del Popolo a Roma.
Non più tante iniziative sparse per le città italiane, come avvenuto il 23 gennaio scorso, ma un’unica grande manifestazione alla quale si spera che parteciperanno decine di migliaia di persone. Anche per rispondere al Family Day che si è tenuto il 30 gennaio al Circo Massimo e a quanti non vogliono che l’Italia si allinei finalmente con il resto d’Europa. «Grideremo al nostra rabbia per questo tradimento», hanno spiegato ieri i manifestanti.
Traditi dal Pd e in particolare da Matteo Renzi, che non ha saputo mantenere la parola data quando venne eletto segretario. ma anche dai tanti parlamentari, a partire proprio dall’ex relatrice del testo Monica Cirinnà, che non hanno difeso un disegno di legge fatto proprio dalle associazioni omosessuali anche se ben al di sotto di quanto richiesto. «L’emendamento sul quale il governo si appresta a chiedere fiducia in aula è una dichiarazione di resa, incondizionata, un insulto alla dignità delle persone perché frutto di strategie che svendono le vite di tutti e tutte — è il commento di Arcilesbica -. Se il risultato sarà quello di tenere in piedi una legge per fare campagna elettorale e proclami di tenuta del governo ci troveremo di fronte ad uno scempio agito, deciso, sulle vite, sui corpi di cittadine e cittadini di questo paese».
«Ai partiti e alla politica — afferma la vicepresidente, Lucia Caponera — diciamo chiaramente che una legge confezionata come vessillo politico, svuotata e consegnata alla corte degli omofobi non è quello che vogliamo. Non è più il tempo dei compromessi. La politica deve assumersi le proprie responsabilità e sapere che non vi sarà alcun plauso. Nessun consenso può esserci laddove manca una democrazia dei diritti».
Dura anche la reazione della presidente di Famiglie Arcobaleno, Marilena Grassadonia: «Questa legge è irricevibile. Nel 2016 pensare che uno Stato in Europa possa fare una legge sulle unioni civili senza garantire i diritti dei bambini è inconcepibile».