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Eleonora Martini
Sinistra italiana: «Commissione d’inchiesta sulla tortura di Stato»
20 Gennaio 2016
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Doverosa iniziativa dei deputati della Sinistra italiana per far sì che la legislazione italiana non sia una delle peggiori d'Europa in materia.

Doverosa iniziativa dei deputati della Sinistra italiana per far sì che la legislazione italiana non sia una delle peggiori d'Europa in materia. Il manifesto, 20 gennaio 2016
Una Commissione parlamentare d’inchiesta con «gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria» per indagare sui casi di abusi e maltrattamenti nei confronti di persone sottoposte a privazione o limitazione della libertà personale. A promuoverla e a chiederne l’istituzione è Sinistra italiana che ieri ha presentato l’iniziativa a Montecitorio alla presenza di Ilaria Cucchi e del suo avvocato Fabio Anselmo, legale storico anche delle famiglie Aldrovandi, Uva e Assarag.

«Qualunque persona che finisca sotto la tutela dello Stato deve essere considerata “sacra”; ogni abuso o maltrattamento nei confronti di un uomo in carcere dovrebbe essere, quindi, vissuto come il più alto degli scandali. Eppure il fenomeno non è affatto episodico», premettono nella proposta i deputati di Si. I primi firmatari, Celeste Costantino e Nicola Fratoianni, il coordinatore nazionale di Sel, hanno anche presentato al ministro di Giustizia Andrea Orlando un’interrogazione a risposta scritta sul caso del detenuto Rachid Assarag che ha registrato le conversazioni con alcuni agenti penitenziari che ammettevano l’uso della violenza in carcere.

Al Guardasigilli, Costantino e Fratoianni hanno chiesto di «avviare un’ispezione accurata per appurare i fatti e assumere i provvedimenti conseguenti», visto che nei documenti prodotti da Assarag (non ritenuti validi dal pm che ha chiesto l’archiviazione del caso) si evince, secondo i deputati di Sel, che «spesso uomini della polizia penitenziaria di diverse carceri italiane in cui Assarag è stato detenuto, esprimono pareri sulle modalità di rieducazione dei detenuti che non rispondono per nulla alla Costituzione e alle leggi». Fra le frasi riportate «c’è quella di un agente penitenziario che avrebbe detto che con i detenuti “ci vogliono il bastone e la carota” e che “così si ottengono risultati ottimi”».

Un caso — come peraltro molti altri compreso quello di Franco Mastrogiovanni, morto durante un Tso — sul quale potrebbe indagare la commissione d’inchiesta parlamentare proposta da Si, che si comporrebbe di venti deputati nominati dal presidente della Camera e avrebbe la durata di due anni. Una commissione alla quale, soprattutto, «non si può opporre il segreto di Stato, né quello d’ufficio, professionale o bancario» e «rappresenterebbe il primo passo per chiarire i limiti dell’esercizio della forza e dei pubblici poteri rispetto a esigenze investigative o di polizia», dal momento che, sostiene Si, «nonostante ci siano norme internazionali che lo sollecitino da tempo, il legislatore non ha peraltro ancora introdotto il reato di tortura nel codice penale: una lacuna gravissima».

Oltretutto in un Paese in cui, come ricorda Ilaria Cucchi, «è inquietante sapere che per sei anni qualcuno ha taciuto, coperto, depistato», per nascondere la verità sulla morte di suo fratello Stefano.

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