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Rossana Rossanda
Sinistra in vacanza
18 Agosto 2005
Articoli del 2004
E' arrabbiata. Non ha torto. Su il manifesto del 25 agosto 2004

P ereat mundus, fiant vacationes. Sembra lo slogan delle sinistre. Nel governo ne succedono di tutte, Forza Italia impazza contro la Udc, la Udc contro la Lega, Calderoli contro tutti, Castelli contro la sinistra, ma l'opposizione tace, salvo per unirsi al coro di chi non si darà pace finché il Battisti Cesare, colpevole negli anni `70 e da trent'anni tranquillo cittadino in Francia, non sarà stato consegnato alle patrie galere, notoriamente vaste, fresche e sottopopolate. E pazienza se l'opposizione si prendesse qualche riposo dopo averci fatto conoscere le intenzioni sulle quali chiederà al popolo il voto per sostituire l'attuale governo, del quale esige le dimissioni un giorno sì e un giorno no. Dopo le elezioni europee, c'è una probabilità che quelle legislative avvengano nel 2005, cioè domani. Quali guasti intende sanare dei molti fatti dal Cavaliere? Il conflitto d'interesse? Le misure giudiziarie ad personam? La progettata riforma della magistratura? Le legge Maroni sulla flessibilità del lavoro? La Bossi-Fini? La riforma Moratti? Qualcuno ha ventilato che molte di esse avrebbero alle radici delle buone ragioni. D'altra parte non si rimedierà con semplici misure legislative a disposizione che hanno già modificato la costituzione materiale e formale del paese. Fra tre settimane darà alla Camera una devolution, cui ha aperto le porte la modifica del capitolo 5 votata a spron battuto dal centrosinistra.

Il governo ci lascia un deficit di migliaia di miliardi di euro, che intende coprire detraendoli dalla spesa sociale e vendendo beni pubblici. La sinistra invece che ne farà? Ripreleverà dai grossi redditi, dai patrimoni comprese rendite finanziarie? Sarebbe logico ma andrebbe detto. Inoltre una grande industria italiana non c'è più, Montezemolo invita a «ricostruirla assieme» ma con quali mezzi, priorità e garanzie per il lavoro non glielo chiede nessuno. Non l'opposizione, una cui inviata all'estero fa sapere che buona parte dell'Ulivo lo considera un premier ideale. Non solo i governi europei hanno nominato una commissione in confronto alla quale la Confindustria è un seminario di socialdemocrazia. Qualcuno protesta? E con quali ragionevoli alleanze si propone ragionevolmente di modificare il patto di stabilità?

Infine ma non per ultimo, in queste settimane l'offensiva americana contro l'Iraq è diventata selvaggia e investendo Najaf si è messa contro oltre che i sunniti gli sciiti. Mentre i nostri a Nassirya sono nella zona di fuoco. Che si aspetta per fare una pressione per il ritiro delle truppe, anche a prescindere dal povero Baldoni? Che si aspetti la vittoria di Kerry, il quale non cambierà né molto né subito?

Urge scegliere il che cosa e il come. Un programma non è una lista di buone intenzioni è una tabella di marcia cui si risponde. Ha da essere chiara, fattibile e impegnativa.

Non ce l'hanno ancora né la sinistra moderata né quella radicale. Ambedue ci intrattengono su questioni di metodo: fare o no le primarie per eleggere il leader del centro-sinistra, che è definito da un pezzo? E a che punto è la coalizione, e se è a buon punto prelude o no a una maggioranza di governo? L'Unità non si espone, tanto più che il Congresso dei Ds sarà tutto un fair play. Su Liberazione è invece in corso un dibattito acerbo se si debba andare ad una maggioranza come propone Bertinotti oppure no e chi dovrebbe decidere: la maggioranza del partito, tutto il partito, maggioranza e minoranza o partito e movimenti? E si sprecano accuse reciproche di cedimento o settarismo.

Può darsi che il caldo ci renda nervosi. E che con l'ebbrezza di settembre escano invece le idee chiare dalla sinistra. Nel solleone di agosto abbiamo visto soltanto che la borghesia ha gratificato la memoria del suo De Gasperi mentre la sinistra ha riseppellito l'ex suo Togliatti senza lasciare per un giorno la villeggiatura e mettere sul suo sepolcro un fiore né di ricordo né di elogio né di perdono.

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