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Alberto Bonanno
Sicilia. Sanatoria, la Regione si tira indietro
24 Settembre 2005
Proposte e commenti
Sicilia, addio. Un primo sguardo sulla legge urbanistica regionale: le coste in mano ai comuni e alle cooperative edilizie. Dall’edizione di Palermo de la Repubblica del 4 giugno 2005. Altro che Soru!

La patata bollente del riordino delle coste passerà in mano ai Comuni, che con propri piani particolareggiati decideranno autonomamente cosa fare delle costruzioni realizzate entro i 150 metri dalla battigia. Le coop edilizie in graduatoria non dovranno più aspettare decenni per costruire dopo il finanziamento da parte della Regione: se nel Comune oggetto della richiesta ci sarà una comprovata necessità di costruire nuovi alloggi, la concessione edilizia arriverà in tempo record. E anche l´interminabile balletto di competenze e approvazioni incrociate tra Comuni e Regione per l´approvazione dei piani regolatori sarà un ricordo: il Comitato regionale per l´Urbanistica andrà in pensione, e al suo posto Comuni, Province e Regione approveranno le norme urbanistiche con semplici conferenze di servizi. Sono le novità sostanziali della nuova legge urbanistica che ha predisposto Francesco Cascio, assessore regionale al Territorio, e che si trova ai primi posti dell´agenda legislativa dell´Ars, che dovrebbe vararla entro l´estate. Il comitato unitario delle professioni tecniche esaminerà la norma la prossima settimana, e avrà 15 giorni di tempo per esprimere le proprie controdeduzioni. Dopo di che, la legge andrà all´approvazione della giunta.

«È la prima legge urbanistica che si scrive in Sicilia dal 1978 - spiega l´assessore Cascio - e il primo obiettivo che intende raggiungere è quello di snellire le procedure, accelerando i tempi burocratici oggi giganteschi, garantendo l´uniformità dell´espansione urbanistica e assicurando un maggiore controllo del territorio. La competenza urbanistica è suddivisa in tre grandi livelli, regionale, provinciale e comunale. I sindaci neo eletti avranno sei mesi di tempo per decidere se adottare un nuovo piano regolatore o accettare le norme urbanistiche vigenti. Ma soprattutto ci sarà una pianificazione locale decisamente più fluida e più aderente ai fabbisogni del territorio, che eliminerà il rischio di duplicare opere impegnative in Comuni confinanti. Alla Regione resterà il compito di delineare i grandi scenari, mentre gli enti locali avranno competenza operativa nella pianificazione, che avverrà in sede di conferenza di servizi, e sarà dunque infinitamente più agile».

I Comuni potranno così pianificare in base alle proprie esigenze commerciali, abitative, di mobilità e di servizi. Ma nel caso in cui - per esempio - due Comuni confinanti prevedessero la realizzazione di un´opera impegnativa come un palasport, l´anomalia sarebbe corretta nel piano provinciale. «Questo avverrà anche con l´edilizia scolastica - spiega Cascio - e con quella destinata ai servizi pubblici in genere. In Sicilia ci sono situazioni complesse, come per esempio nei Comuni della fascia pedemontana etnea, dove i confini tra i Comuni non hanno soluzione di continuità. In situazioni come quelle, o nelle aree metropolitane, la pianificazione è molto complessa. Così diventerà invece molto più semplice». Infine la questione del riordino delle coste, che doveva essere oggetto di specifica legge ma che la norma invece contempla in un articolo: a determinare la sorte delle costruzioni realizzate entro i 150 metri dalla costa saranno i Comuni, con propri piani particolareggiati, nei quali potrà anche essere prescritta l´eventuale demolizione. A non rimanere del tutto convinti sono gli urbanisti. «Per velocizzare realmente l´iter dei piani regolatori - dice Teresa Cannarozzo, docente universitaria e presidente della sezione siciliana dell´Associazione nazionale centri storici artistici - basterebbe che l´Ars approvasse due articoli di legge. Uno che proibisce ai Comuni di rilasciare concessioni edilizie durante la redazione di piani regolatori, un altro che vieti l´approvazione delle lottizzazioni. Basterebbe questo a evitare che i piani siano trascinati per decenni e che, una volta adottati, trovino il territorio completamente stravolto. In ogni caso, al di là delle considerazioni, la Sicilia sta cercando di mettersi al passo con le altre regioni, che si stanno dotando tutte di proprie leggi urbanistiche. L´importante sarà poi applicarle fino in fondo».

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