Caro Eddyburg, rispondo all'appello di Giuseppe Palermo che invoca l'aiuto degli esperti di fronte al diffondersi di sentenze dei TAR che negano la legittimità dei ricorsi delle associazioni ambientaliste e suggerisce il coinvolgimento diretto dei cittadini nei ricorsi. Purtroppo la situazione è ancora peggiore: in un ricorso di cittadini e commercianti del quartiere Isola a Milano il Consiglio di Stato ha annullato la sentenza del TAR Lombardia favorevole nel merito ai ricorrenti sostenendo - udite, udite - che cittadini e commercianti non potevano avere interessi legittimi convergenti; il Tar Lombardia si è prontamente adeguato a questo ammaestramento citando quella sentenza per negare la legittimazione al ricorso sul caso ex Varesine dove i ricorrenti erano solo cittadini direttamente antistanti l'area in questione.
Il messaggio è chiaro: nelle trattative dirette (PII, ecc.) tra amministrazioni comunali e proprietà immobiliari con cui si gestisce ormai la città, i cittadini è bene che non mettano becco !
Con un Parlamento tutto impegnato a risolvere i casi giudiziari del premier, la questione della giustizia per i cittadini comuni viene continuamente negata, anzi si avanza l'ipotesi che negli eventi speciali (Expò, grandi opere) bisognerebbe sancire per legge l'impossibilità di associazioni e cittadini di ricorrere ai TAR chiedendo le sospensive: se ne parlerebbe semmai poi, ad opere compiute, per valutare eventuali diritti a risarcimenti monetari. Anche qui, immunità e blocca processi, diritto del più forte economicamente a fare i propri comodi, se del caso pagando il proprio privilegio.
Sono i politici, non gli esperti, a dovere farsi vivi rompendo un farisaico diplomatismo istituzionale che assiste inerte alla demolizione dello Stato di diritto!
Certo che è la politica che deve farsi carico di questi aspetti della vita e del futuro della nostra società: tanto più che l’aggressione ai diritti dei cittadini in quanto tali è fortissima e pervasiva, caratterizza un’ideologia che non è solo della destra berlusconiana. Ma la politica non coincide con i politici, essa è anche una dimensione del cittadino. E se i professionisti della politica non fanno, o fanno troppo poco e troppo pochi, il loro mestiere, occorre che i cittadini si attrezzano. Come i politici di professione, anche i cittadini devono attrezzarsi. A questo fine occorrono due cose: la capacità di associarsi, la disponibilità di esperti.