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Vittorio Emiliani
Se il governo non è amico dell’ambiente
29 Luglio 2009
Articoli del 2009
Un sintetico elenco delle ultime malefatte contro il territorio del governo in carica.Pagheremo caro, pagheremo tutto. L’Unità, 29 luglio 2009

È il governo meno amico del paesaggio, dell’ambiente, dei beni culturali che vi sia mai stato, e quindi amicissimo della rimozione di vincoli e controlli. Berlusconi, vecchio immobiliarista, ha messo ai Beni Culturali e al paesaggio un suo adoratore, Sandro Bondi, quale “commissario liquidatore”: del Ministero e ancor più delle Soprintendenze. Queste, pretendendo il rispetto dei vincoli paesaggistici (poi vi sono quelli idrogeologici, ambientali e sismici) infastidiscono fortemente quanti - si veda a Roma Franco Caltagirone per i vincoli sull’Agro - riuniscono in sé proprietà fondiaria, attività di costruzione e vendita di immobili. Il Codice per il paesaggio Rutelli/Settis restituiva ai soprintendenti un parere vincolante “a monte” dei progetti edilizi ed imponeva la co-pianificazione paesaggistica Stato-Regioni? Messo in frigo e rinviato, mentre Tremonti massacrava i fondi alle Soprintendenze e i costruttori il paesaggio. Dopo la dura intervista di Giulia Maria Crespi (FAI) e una critica presa di posizione di Vasco Errani (Commissione Stato-Regioni), Bondi ha assicurato: «Agli inizi del 2010». Chi può credergli? Intanto nell’ultimo mezzo secolo – secondo la Società Geografica Italiana – il cemento ha totalmente occupato una superficie agraria, o libera, pari a Lazio e Umbria messe insieme. A cui aggiungere però le mille e mille devastanti occupazioni parziali. Inoltre il Piano casa berlusconiano spinge Regioni come la Lombardia a proporre l’edificazione pure nei parchi regionali (Milano Sud) e magari nei centri storici. In barba a vincoli e controlli tecnico-scientifici. E a Milano (così Stefano Boeri) ci sono già uffici vuoti per 900.000 mc, pari a 30 grattacieli.

Poi c’è l’ambiente. Per il nucleare il parere del Ministero dell’Ambiente poteva risultare di qualche impaccio. Pertanto il governo ha deciso di cancellarlo nel decreto anti-crisi di cui tanto si parla. Il ministro Prestigiacomo ha protestato. Per ora, invano. Del resto, assieme al premier, si era prodigato per ritardare e ridurre la severità degli impegni sui gas serra, rassegnandosi soltanto davanti alla risolutezza di Obama. Con le modifiche al decreto annunciate al Senato, l’Ambiente verrà riabilitato? Peraltro la Prestigiacomo sta obbedendo al comando di “velocizzare” al massimo le valutazioni d’impatto ambientale sulle infrastrutture avendo cambiato tutti i commissari della VIA.

Il che significa: controlli generici e quindi poco penetranti. Mentre nel Piano casa nazionale – altro decreto – non vengono seriamente considerati i vincoli antisismici. Fino alla prossima tragedia di un Paese, di uno Stato dissolto.

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