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Marcus Rob; Webb Orchard
Sciare nel deserto? Può succedere solo a Dubai ...
23 Maggio 2006
Articoli del 2005
Un'altra bizzarria (?) tecnologico-turistica dell'Emiro di Dubai. The Observer, 20 novembre 2005 (f.b.)

Titolo originale: Ski in the desert? It could only happen in Dubai ... – Traduzione di Fabrizio Bottini

Ci sono 35 gradi, fuori, ed è appena cominciato a nevicare. Non contento delle spiagge a temperatura controllata, degli alberghi a sette stelle e di un arcipelago artificiale, l’emirato cotto dal sole di Dubai ha deciso di introdurre condizioni climatiche alpine in pieno deserto. Il luogo di questa stranezza meteorologica è Ski Dubai, la terza discesa al coperto del mondo, dove i visitatori presto potranno concedersi un rapido slalom fra le sessioni di abbronzatura.

Due settimane prima della prevista apertura del 2 dicembre, siamo stati invitati per una rapida visita preliminare. Mentre il feroce sole di mezzogiorno arrostisce i turisti sulle vicine spiagge di Jumeirah, noi indossiamo scarponi da sci, guanti e abiti termici. Equipaggiati in perfetto stile Scott-eroe-dell’Antartico ci avviciniamo alle colossali porte del complesso, con gran divertimento dei clienti del vicino centro commerciale, in calzoncini e sandali.

Mentre attraversiamo l’entrata una folata di vento glaciale si fa strada sino alla base dei nostri polmoni, e sentiamo lo scricchiolare alieno della neve fresca sotto le suole. Davanti a noi sta una scena strappata direttamente da una cartolina di Natale. Due giovani eccitati si tirano palle di neve, alberi di pino pesanti di brina e una manciata di visitatori vestiti di nero che si arrampicano su una ripida altura bianca di neve, come un branco di pinguini migratori. Al centro di questa istantanea di perfezione invernale ci sono due Emiri in tuniche bianche e fazzoletti a scacchi rossi inginocchiati in venti centimetri di polvere, che lasciano scivolare la neve tra le dita ridacchiando alla semplice gelida follia di tutto questo.

Anche in questa città dalle ambizioni sconfinate, portare temperature di 45° sino a sotto zero sembrava una pazzia. Ma questo è un posto che rifiuta di essere chiuso dentro a bazzecole come la logica, la fisica, la geografia. La momento la città è impegnata in una serie di superprogetti surreali: realizzare il primo albergo subacqueo, completo di sala per spettacoli pure subacquei; costruire un parco a tema (fantasiosamente chiamato Dubailand) più grande della stessa città; erigere la torre più alta del mondo (il Burj Dubai, la cui altezza è un segreto gelosamente custodito). Il prossimo anno vedrà l’inaugurazione del primo complesso dell’Isola delle Palme, un vasto arcipelago artificiale che si estende nel Golfo Persico. A Dubai, “moderazione” è una parolaccia sporca.

Ski Dubai sporge dal Mall degli Emirati – il più grosso centro commerciale fuori dagli USA – come un gigantesco gomito metallico. Di fianco alla via Sceicco Zayed, la strada principale di Dubai, le strutture a forma di tubo sono piuttosto lontane dall’essere carine, cosa insolita in questa città esteticamente consapevole. Ma l’interno è una meraviglia. Allungando il collo per vedere tutto il cavernoso spazio da 22.500 metri quadrati (che dichiara di contenere oltre 6.000 tonnellate di neve), arranchiamo attorno a finte montagne e veri igloo ai piedi della complessa arena a quattro discese. A differenza dello snow park – la zona dove non si scia ai piedi della collina – le discese non sono ancora aperte al pubblico e la vista di questo bianco manto vergine che si estende verso l’alto fino a sparire alla vista è magica e intimidante. Mentre ci spingiamo oltre snowmobiles abbandonate e una colossale seggiovia incrostata di ghiaccioli, la sensazione è più da apocalisse dell’era glaciale che da nuova attrazione turistica alla moda. Ma entro un paio di settimane questa neve vergine sarà incisa da 1.500 sciatori e snowboard.

Raggiungiamo la metà del percorso sorridenti ma senza fiato. È il punto dello Avalanche Cafe, in stile Zermatt, uno chalet con balconi che presto riscalderà gli sciatori con fonduta, cioccolata bollente, e il piacere piuttosto dubbio del vino speziato analcolico (“la nostra deliziosa ricetta della casa di Vimto caldo e sciroppo di zucchero in infusione di spezie”).

Per ora ci lasciano arrivare solo fin qui, ma dietro l’angolo, in cima agli 85 metri dell’edificio, sta la pista più lunga di Ski Dubai. Presentata come il primo percorso “nero” al coperto, è lunga 400 metri con un dislivello di 60: qualcosa in meno delle terribili pendenze di Portes du Soleil, e probabilmente più una rossa o blu, per uno sciatore esperto.

Lì vicino, la zona della rampa per snowboard – che purtroppo manca di qualunque ostacolo, ringhiera, piano di tavolo – e le due piste toboga non basteranno a soddisfare i tossicodipendenti da neve a caccia di adrenalina.

Ma la parte per bambini – caverna di ghiaccio da 3.000 metri quadrati, decantata come “il più grande snow park del mondo” – è una fantasia infantile degna dello squisito ingegno di un Roald Dahl. Collocata dietro le pendenze e già aperta al pubblico, questa sezione offre slitte-bob, collinette artificiali per toboga, un campetto per giocare a palle di neve e spazi dedicati alla costruzione di pupazzi di neve. Dentro la “caverna della neve” bambini infreddoliti si aprono barcollando la strada in un labirinto ghiacciato, tentando di restare in equilibrio su un ondeggiante “ghiaccio galleggiante”, e facendo amicizia con un enorme dragone fatto di enormi blocchi di ghiaccio scolpito.

Una patina di didattica è fornita dalla sala proiezioni della caverna di neve, che secondo le nostre guide “mostrerà alcuni film divertenti e al tempo stesso istruttivi ... sui pinguini, gli orsi polari, informando sul clima e cose di questo tipo”.

Completato il nostro giro tra le varie strutture, torniamo al calore di una poltroncina nel San Moritz Cafe, affacciato sul grande spazio. Guardando attraverso gli alberi di plastica – quelli veri sarebbero stati pericolosi per gli incendi – e le scritte giganti che proclamano le virtù delle Vacanze negli Emirati, è stupefacente osservare la semplice dimensione dell’opera di ingegneria che si presenta.

Utilizzando tecniche simili a quelle che si trovano nei sistemi di condizionamento d’aria che rendono abitabile la città, la temperatura è stata abbassata fino a – 8° per il periodo iniziale, di formazione della neve. A questa temperatura minima, l’acqua allo stato liquido viene spruzzata fino a creare una nube all’interno dell’edificio, a cui vengono aggiunti minuscole particelle di ghiaccio, a formare neve che cade in forma di fiocchi: neve artificiale allo stato puro. Fortunatamente, quando Ski Dubai sarà aperto al pubblico il ciclo di formazione della neve avverrà solo di notte, e nei normali periodi di sci ci sarà una meno feroce temperatura di soli due gradi sotto zero.

Gli abitanti di Dubai annoiati dal lusso senza alcun dubbio si abitueranno rapidamente a considerare lo sci a temperature estive di 45° come un’attività corrente. Nondimeno, Ski Dubai sta facendo ogni sforzo per trasformare gli abitanti del deserto in abili slalomisti. Ci sono almeno 25 maestri di sci a portata di mano per le lezioni, e un paio di immigrati dalla Scandinavia ha preventivamente organizzato uno Dubai Ski Club per organizzare gite sociali sulle piste. Ha già più di 300 soci. Una volta diventati appassionati di questo prestigioso nuovo passatempo, i dubaiani possono iniziare ad attrezzarsi adeguatamente, scegliendo fra tavole Rossignol, scarponi Sidas e giacconi Barts nel negozio Snow Pro interno.

Cosa ci riserva il futuro per Ski Dubai? Potrebbe iniziare a erodere il primato delle tradizionali mete sciistiche del Medio Oriente, in Libaro e Iran? Susan Mikloska, direttrice per il marketing, ne è convinta. “Certamente ne ha il potenziale” dice “perché Dubai ora offre un’ampia gamma di attrazioni ai visitatori, e la possibilità di sciare nel pomeriggio e stare all’esterno sulla sabbia o in acqua il resto della giornata è molto attraente”. E possiamo aspettarci che le nuove piste in città creino una rivoluzione stile Cool Runnings nella comunità sportiva? Mikloska ne è certa. “In Europa molti dei migliori sciatori e atleti olimpici hanno iniziato su alture più piccole delle nostre, quindi abbiamo un ottimo potenziale per formare ottimi atleti” afferma. “C’è speranza che entro qualche anno potremo far partecipare qualcuno a delle gare”.

Anche se le glorie olimpiche possono essere piuttosto lontane, gli abitanti si godono in pieno la novità di stare al freddo. “È piuttosto strano, ma meraviglioso” dice Raed Al Yousofi, meravigliato alla vista dei primi fiocchi di neve. “Ora Dubai ha tutto, e tutti vorranno visitarla. Io sono troppo vecchio per imparare, ma nostri figli saranno buoni sciatori”.

Nota: il testo originale (con schede tecniche informative dettagliate sul progetto e sull’operazione Dubai) al sito dell’Observer; qui su Eddyburg, sull’argomento si veda almeno il bell’articolo di Mike Davis proposto qualche tempo fa (f.b.)

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