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Alessia Gallione
Sci e neve sintetica al Parco Lambro
16 Aprile 2011
Milano
Il ragionamento, in una logica coerente di politiche urbane cretine, ci sta tutto: basta parchi, vogliamo i parchi tematici! La Repubblica Milano, 16 aprile 2011 con postilla (f.b.)

Molti hanno già provato l’ebbrezza di sciare in città, ma soltanto durante le vacanze di Natale, nel "villaggio" che il Comune da anni allestisce al Sempione. Ma d’ora in poi, si potrà cimentarsi con la discesa su materiale sintetico tutto l’anno. Estate compresa. E, magari, muovere proprio a Milano i primi passi con gli sci ai piedi. Perché Palazzo Marino vuole creare una struttura permanente dedicata agli sport invernali, che sfrutterà una pendenza naturale del Parco Lambro: un pendio che si trova vicino all’ingresso di via Feltre. È qui che nascerà un "villaggio" con tanto di scuola di sci aperta tutta la settimana e una baita in stile montano per il ristoro. Solo il primo punto, però, di un progetto più vasto per trasformare gli spazi verdi in «palestre a cielo aperte» dedicate a diversi sport: dalla mountain bike all’arrampicata.

È stata la giunta comunale di ieri ad approvare il bando di gara (che rimarrà aperto 45 giorni) che servirà a trovare l’associazione che si occuperà dell’allestimento della pista. Con i lavori per la costruzione che dovrebbero già partire nei prossimi mesi. Non prima, però, che la struttura abbia avuto tutte le autorizzazioni necessarie. Compresa quella paesaggistica. In tutto, verrà concesso l’utilizzo di uno spazio di circa 4mila metri quadrati perché venga attrezzato. Sulla pista si potrà sciare, scendere utilizzando lo snow board e anche speciali gommoni. Nelle linee di indirizzo del bando (che prevedono offerte al rialzo), non c’è un tempo preciso di concessione.

Il Comune, però, vuole rendere la struttura permanente e chi si offrirà di fare l’investimento (calcolato in più di 500mila euro), potrà avere lo spazio in affidamento fino a 19 anni. Tra i requisiti richiesti dall’amministrazione necessari anche per decretare «l’interesse pubblico» dell’iniziativa: il vincitore dovrà garantire corsi a prezzi agevolati per determinate categorie "sociali", organizzare attività con le scuole e campus estivi. «Questo è anche un modo per far vivere di più i parchi - dice l’assessore allo Sport uscente Alan Rizzi - e garantire un presidio del territorio».

Il secondo passo per attrezzare i parchi con strutture sportive, sarà trasformare la montagnetta di San Siro. Il Comune sta cercando infatti lo sponsor per creare una pista dedicata alla mountain bike. E si spera di riuscire a trovarlo nelle prossime settimane, prima della fine del mandato.

«In progetto - spiega ancora Rizzi - c’è anche un percorso estivo per i runner e, d’inverno, potrebbero essere organizzati anche sul Monte Stella sport invernali».

postilla

probabilmente le opposizioni più decise a questo genere di cretinata (perché di cretinata allo stato puro si tratta) verranno da chi ha una idea poetica e un po’ veterorurale del verde, del bel tempo andato delle cascine e compagnia bella. Per quanto mi riguarda, sono assolutamente convinto che la città debba fare la città, con le mille luci e tutto il resto, lasciando certe atmosfere alla campagna, quella vera intendo, che a Milano comincia a malapena nella seconda cintura metropolitana. Ma mantenendo al proprio interno tutti gli elementi di qualità abitativa che da sempre ne fanno un grande elemento di attrazione non solo per speculare, ma anche per vivere: fra questi elementi di qualità c’è il verde dei parchi urbani, che come capisce qualunque idiota purché in buona fede sono altra cosa rispetto ai luna park e dintorni.

Per i parchi divertimenti ci sono tante localizzazioni che la postmodernità ci mette a disposizione, ad esempio le superfici dismesse, magari nell’arco di tempo in cui si pensa a cosa farne e/o si aspettano gli investimenti dei soliti salvatori della patria. Così invece dei cantieri eterni, inaugurati con taglio di nastro e poi lasciati alle erbacce per lustri, ci sarebbero dei begli impianti stile Dubai per sciare d’estate o fare windsurf in mutande a Natale. Ma che questa roba debba stare sopra i pochi prati che rendono la vita degna di essere vissuta anche in periferia (e senza la seconda casa al mare o in montagna) proprio NO. In termini tecnici queste cose si chiamano cazzate. In termini politici speculazione e circoscrizione di incapace, ovvero trattare il cittadino elettore come una falena, attirata dalle luci e poi folgorata … strappandogli da sotto il sedere il poco che aveva. (f.b.)

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