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Sarà rifatto il PTC della Provincia di Napoli (7 dicembre 2003)
21 Maggio 2004
Campania felix
Dopo la puntuale analisi di Antonio Di Gennaro, la conseguente denuncia delle maggiori associazioni ambientaliste (Italia Nostra, WWF, Gaia) e della Coldiretti, dopo l’articolo di Giovanni Valentini sulla pagina nazionale di Repubblica e la continua attenzione delle cronache locali, dopo i documenti molto critici del Comune di Napoli e di quello di Castellamare di Stabia, dopo le dimissioni dell’assessore proponente, dopo un affollato e teso convegno al napoletano Istituto di Studi Filosofici (e un deludente intervento del nuovo assessore), la Giunta provinciale ha deciso di ricominciare da capo. Sembra che si faranno salve le intenzioni espresse nei documenti di piano, e si modificheranno i dispositivi per evitare ogni rischio di ulteriore compromissione del territorio. Ecco le cronache del Mattino e del Corriere del Mezzogiorno del 7 dicembre 2003.

Il Mattino

Urbanistica, la Provincia fa dietrofront

« Linee guida e premesse, su questo non si discute. Ma per il resto del Piano provinciale di coordinamento territoriale, Ptcp, neppure un metro cubo di cemento in più». Tre ore fitte di discussione, ieri dalle 10 alle 13, nella sede della Provincia di Napoli, a piazza Matteotti. Presenti al vertice il presidente Amato Lamberti, i due assessori freschi di nomina, Francesco Domenico Moccia (Ptcp) e Fulvio Mamone Capria (parchi), gli assessori Luca Stamati (ambiente) e Pasquale Sommese (urbanistica).

Un confronto difficile, ma alla fine si è riusciti a mettere a punto la nuova strategia a due settimane dallo scontro con le associazioni ambientaliste della Costiera sorrentina e con i sindaci delle aree interessate ai nuovi insediamenti edilizi; a una settimana dalle dimissioni dell’assessore diessino Guido Riano, ideatore del piano, a pochi giorni dallo scontro interno ai Ds dopo la nomina di Moccia, che risulta tra i fondatori della cosiddetta lobby bassoliniana, Diametro.

A sentire i resoconti del vertice, è chiaro che ci si prepara a una sostanziale correzione del piano che fu varato dal Consiglio il 29 luglio, fuori dall’aula per protesta le opposizioni che avevano presentato 300 emendamenti bocciati in un colpo solo. Dunque, ecco gli obiettivi che si sono posti Lamberti e i suoi assessori: «Ribadire le linee guida del piano, tese alla massima tutela ambientale e delle aree agricole, dalla Costiera sorrentina alle aree interne; riquallficazione urbanistica soltanto sul patrimonio edilizio e infrastrutturale esistente, consentendo cioè di abbattere e ricostruire a parità di volumetrie. Nuove funzioni per i parchi ecologici e archeologici esistenti. Nuovo confronto con sovrintendenze, autorità di bacino e sindaci. Massima attenzione alle osservazioni presentate, nessun rinvio tecnico dei termini per la presentazione delle osservazioni, ma ascolto fino all’ultimo momento utile prima del varo definitivo».

Dunque il cammino riprende, a meno di sei mesi dalla fine della consiliatura e in un clima politico appesantito dalle sfide tra partiti per le candidature alle provinciali e alle europee. «Riprende il percorso - spiega l’assessore Luca Stamati - per mettere in condizioni il Consiglio di approvare il Ptcp prima della fine del mandato, con la più ampia partecipazione di tutti alla stesura definitiva. Il piano è troppo importante per essere bloccato».

Il Corriere del MezzogiornoPiano, Lamberti: “Niente cemento”Gimmo Cuomo

L’amministrazione provinciale di Napoli ha definito la svolta sul Piano territoriale di coordinamento. Ieri mattina il presidente della giunta Amato Lamberti ha presieduto una riunione degli assessori tecnici per fare il punto sul Ptcp dopo le contestazioni degli ambientalisti e dopo la presentazione delle osservazioni da parte dei comuni e delle associazioni. Con Lamberti si sono riuniti il neoassessore al Ptcp Francesco Domenico Moccia, succeduto da una settimana a Guido Riano; il responsabile dell’Urbanistica Pasquale Sommese, l’assessore all’Ambiente Luca Stamati e il collega Mamone che da pochi giorni ha ricevuto tra le altre deleghe quella ai Parchi, in pratica tutti i componenti della giunta con attribuzioni di natura tecnica. Un modo per rimarcare la necessità di maggiore collegialità sul Piano.

L’orientamento emerso parte dalla riaffermazione delle premesse del Ptcp: non solo nessun vano in più, ma anche nessun metro cubo di cemento oltre l’esistente. Massima aperture, nei limiti naturalmente delle premesse stesse, verso le osservazioni raccolte (poco più di un centinaio), che dovranno essere discusse dal consiglio. L’amministrazione provvederà preventivamente ad oridnarle e ad istruirle.

“Tenderemo – conferma Lamberti – a recuperare tutto il recuperabile. Del resto è proprio questa la ratio delle osservazioni, per cui quelle che evidenziano distrazioni o dimenticanze rispetto ai principi ispiratori del Ptcp saranno senz’altro accolte”. Prima che la parola passi al Consiglio, l’amministrazione provinciale avvierà un nuovo giro di consultazioni con i Comuni che hanno presentato le osservazioni a partire da quello di Napoli. I partecipanti alla riunione hanno anche convenuto sulla necessità di rilanciare il dialogo con la Regione e di istituire un tavolo con le Soprintendenze e con le Autorità di bacino. Dopo le polemiche e le accuse di scarso coinvolgimento, rivolte dalle associazioni alla Provincia, l’obiettivo della giunta Lamberti è dunque di “realizzare un Ptcp partecipato”, che venga cioè migliorato attraverso il coinvolgimento più ampio, da approvare al più presto possibile.

Dai principi alle nuove previsioni il passo tuttavia non è né breve, né scontato. Le polemiche degli scorsi giorni hanno infatti dimostrato la divaricazione tra le premesse le loro traduzioni pratiche. Di fronte ai rilievi degli ambientalisti Lamberti ha promesso la nomina di un consulente personale che potesse assistere il presidente. Poi dopo le dimissioni di Riano, non è più tornato sull’argomento. “Non so – afferma ora Lamberti – se sarà più necessario. In ogni caso il consulente non avrebbe significato una sorta di diminuzione dell’assessore delegato”.

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