«La nuova Santa Giulia avrà la caratteristiche della cittadina di campagna e i servizi della metropoli» . Un mega quartiere «vivo, sano, moderno, ecosostenibile, a impatto zero» , progettato «da giovani talenti italiani» e non da archistar alla Norman Foster: «Le residenze avranno un costo accessibile per le giovani coppie, attorno ai 4 mila-4.500 euro al metro» . Palazzine di nove piani al massimo, zero grattacieli, un parco di 236 mila metri quadri: «È un progetto libero da logiche speculative. Io non sono un immobiliarista, né un palazzinaro» .
Lui è Stefano Stroppiana, 51 anni, toscano-milanese, imprenditore del real estate, noto «costruttore» di outlet, un passato in McArthurGlenn e in Premium Retail, l’imprenditore che guida la cordata pronta a rilevare da Risanamento il mai decollato piano di sviluppo del quartiere Santa Giulia: «Presenteremo la nostra offerta entro il 30 giugno, per chiudere l’accordo definitivo a luglio. È un’offerta vincolante, legata ad alcune condizioni, a partire del dissequestro dell’area» . La zona Montecity-Rogoredo, sul confine Sudest di Milano, è stata sigillata dal Tribunale il 20 luglio 2010 a valle di un’inchiesta sugli appalti, le mancate bonifiche ambientali e i veleni scivolati nella falda.
I costi delle operazioni di ripristino dei terreni, secondo l’intesa, spetteranno a Risanamento: «È necessario un intervento serio per garantire l’assoluta salubrità ambientale — insiste il manager —. Non accettiamo scorciatoie di alcun tipo. E ci riserviamo un ruolo di primaria importanza» . È un’operazione da 2 miliardi di euro. La cordata comprende il fondo di Shanghai Super Ocean Re, le società di costruzioni Cogeim spa, Geo Holding srl, Ettore e Guido Di Veroli, Santo Versace.
Il masterplan stato già delineato, prevede 120 mila metri quadri di negozi (ai piani terra), altrettanti di uffici (in posizione di «filtro» ai livelli intermedi dei palazzi) e 180 mila metri quadri di residenze (ai piani alti): «Le modifiche sono profonde rispetto al piano di Foster — osserva Stroppiana —. Realizzeremo la più grande isola pedonale d’Europa: Santa Giulia sarà un luogo per abitare, lavorare, fare shopping. A differenza del progetto di Risanamento, non inseguiremo un lusso edonistico» .
Nota: si sottolineava nell'occhiello come ci sia un rapporto stretto fra questa ennesima (dai tempi di Montecity & Gardini) proposta per il riuso del sito industriale ribattezzato Santa Giulia e le operazioni dei villaggi della moda spuntati inopinatamente in tutto il paese da una decina d'anni. Si spera solo che, a differenza del rapporto sempre squilibrato fra capitali, operatori, e piccole amministrazioni locali, a Milano possa emergere una valida gestione pubblica in grado di garantire davvero tutti i vantaggi collettivi giurati e spergiurati dagli anni '80. Su queste pagine ovviamente abbondano le ricostruzioni dei "casi outlet" a partire dal primissimo di Serravalle (f.b.)