Sull'articolo di Nico Hirtt, cioè se sullo sbarco in Normandia si fa della commemorazione o della mistificazione. Forse solo propaganda, ben avendo a mente comunque che coloro i quali - britannici, cittadini in armi del Commonwealth, americani, polacchi, francesi, belgi e olandesi, oltre ai civili francesi - ci lasciarono le penne e non in numero insignificante, tra le coste rocciose di Utah e le spiagge di Omaha, Sword, Juno e Gold nel corso dell'operazione Overlord, avrebbero preferito il contrario. Forse la grandiosità di quello sbarco, però, sta nell'immane operazione logistica-organizzativa eseguita in quegli anni, coi mezzi disponibili allora, in condizioni climatiche che non resero agevole l'attraversata della Manica, di un quantitativo enorme di uomini, mezzi, materiali, che non mi pare si sia mai più (per fortuna) ripetuta in un solo colpo da allora, neppure in Iraq e nel Vietnam. E anche nell'idea, che non è però solo tale, che gli statunitensi attraversarono l'Oceano Atlantico per aiutare gli europei a liberarsi dai nazi-fascisti; in altri termini che morirono non propriamente per difendere casa loro. Ciò premesso, ben fa Hirtt - visto che si tratta di storia moderna, sarebbe mica male se nelle nostre scuole se ne parlasse con la dovuta precisione, ben comprendendo che alla televisione non è pensabile nel clima attuale -, va fortemente ricordato che di Ivan ce ne sono stati parecchi, eccome. E' che i numeri da soli non parlano se non gli si da voce e volume. Avevano tutti la unica, grande colpa di essere cittadini dell'Unione Sovietica, potenziali mangia bambini, incendiari di chiese e stupratori di monache. Chissà mai se un giorno qualche produttore cinematografico, magari statunitense, illuminato e indipendente (si dice così, ma non ho ben capito da chi si sarebbe liberato: dal mercato ?), scoprisse che esiste un enorme mercato fatto di tanti Ivan. Ma chi ha interesse a parlare di tutti quegli Ivan ? Gli americani non credo, presi come sono a ritenersi più che mai i salvatori del mondo dal male degli altri. Forse Putin ? Paura di Stalin, del comunismo, della Grande Russia ? Quando ero ragazzo mi ricordo che a Roma, al palazzetto dello sport dell'Eur, si faceva la fila per vedere due spettacoli: Holiday On Ice e Il Coro dell'Armata Rossa. Non ricordo a quale dei due spettacoli ci fosse più fila al botteghino. Ma a sentire quei canti e quei fischi che ti schioccavano nelle orecchie, mi venivano i brividi ed era un pò come sentire le pallottole del compagno Ivan dagli occhi azzurri ed i capelli a spazzola biondi, tra un caseggiato sventrato a Stalingrado e un villaggio contadino nell'estate torrida dell'Ukraina distrutto dai tedeschi. Bisognerebbe scrivere "Salvate il soldato Ivan". Qui è lo scritto di Nico Hirtt