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Victor Keegan
Sai di me. So di te
6 Aprile 2006
Articoli del 2005
La rinuncia alle libertà personali contro il terrorismo è, da un certo punto di vista, una vittoria di Bin Laden. The Guardian, 4 agosto 2005 (f.b.)

Titolo originale: Knowing me, knowing you – Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini

George Orwell sarebbe rimasto scioccato dal sostegno popolare alla diffusione delle tecnologie della sorveglianza.

non c’è dubbio sul fatto che il mondo sia entrato nell’era della sorveglianza: con il Regno Unito in testa. La Gran Bretagna ora ha oltre 4 milioni di telecamere CCTV operanti, angeli custodi della società secolarizzata. Se si tenesse un referendum sulla scia degli attacchi terroristici per sistemare telecamere in ogni strada, probabilmente vincerebbe a soverchiante maggioranza. Ciò sorprende lievemente, non solo per le implicazioni di lungo termine riguardo alle libertà civili, ma perché le videocamere non sembrano aver agito come deterrente per i terroristi, anche se hanno reso più facile identificarli dopo, vivi o morti.

Il metodo principale per rintracciare i sospetti di terrorismo è stato il monitoraggio delle conversazioni sui telefoni cellulari. Non solo gli operatori possono localizzare gli utenti con un margine di qualche metro “triangolando” il segnale da tre stazioni base, ma – secondo un’indagine del Financial Times – gli operatori (autorizzati dalla magistratura) possono installare da postazione remota un software sull’apparecchio, che attiva il microfono anche quando l’utente non sta chiamando. Chi ha più bisogno di una carta d’identità, se possono far questo?

Al vertice di tutta questo scrutamento ufficiale, c’è la moda crescente della sorveglianza personale da milioni di telefonini “ smart” dotati di telecamera e funzioni video, che diventano più potenti ogni settimana. Non passerà molto tempo, indubbiamente, prima che vengano inserite telecamere miniaturizzate dentro occhiali, con riprese che poi saranno spedite a un sito remoto per l’archiviazione.

La tecnologia ha indubbiamente aiutato i terroristi ad organizzarsi. Internet è uno strumento per il proselitismo dei fondamentalisti, per informazioni su attività come costruirsi le bombe, per tenersi in contatto con persone con gli stessi orientamenti, mentre i telefoni mobili offrono comunicazione costante e, in alcuni casi, un detonatore.

La tecnologia offre anche metodi senza precedenti per rintracciare i criminali. Ma ogni avanzamento nelle indagini tecnologiche genera una contro-reazione da parte dei terroristi. Nello stesso modo in cui c’è stato uno spostamento dal riciclaggio di denaro attraverso il sistema bancario internazionale (verso le transazioni in contanti) a causa dei migliorati controlli governativi, così gli eventi dello scorso mese potrebbero persuadere i terroristi ad abbandonare i telefonini a favore di forme di comunicazione più primitive, come le conversazioni dirette faccia a faccia.

Mentre la tecnologia continua a progredire a grande velocità, il modo di sapere chi siamo diventa spaventoso. Il numero in edicola di Business Week elenca i modi attraverso cui possiamo essere identificati esattamente a partire dal DNA e dalle schede di identificazione per frequenze radio (RFID) all’odore del corpo, al respiro, alla saliva. Ci sono anche scienziati al lavoro sul “riconoscimento da andatura”, in modo tale che in futuro le videocamere ci possano individuare in mezzo alla folla dal modo in cui camminiamo.

Il pericolo di tutto ciò è che poche persone obiettano, finché esiste una seria minaccia di terrorismo. Ma una volta (se?) passato il pericolo, l’infrastruttura della sorveglianza resterà. E allora potrebbe non essere la polizia a ricostruire un’immagine sfocata dalla folla per catturare un terrorista, ma un dipendente dell’impresa responsabile delle immagini a estorcere denaro da qualcuno trovato in situazioni compromettenti. Come osserva un redattore di Business Week “Traiamo la maggior parte della nostra sicurezza dalla libertà”. Se George Orwell fosse vivo oggi (21 anni dopo la Londra che aveva descritto in “ 1984”) rimarrebbe esterrefatto vedendo che il tipo di sorveglianza che temeva è sostenuto non da un governo che lo impone a milioni di abitanti ignari, ma da una spontanea approvazione popolare. Questo non costituisce un problema al momento. Ma lo sarà in futuro, sia che accettiamo di rinunciare alle libertà civili in modo permanente come risposta ad un’emergenza temporanea, sia che il costo di installazione delle infrastrutture divenga tanto enorme da erodere la nostra ricchezza personale. In ogni caso, Bin Laden avrebbe vinto.

Nota: qui il testo originale al sito del Guardian (f.b.)

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