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Oriana Liso
Rom, Maroni straccia il piano del Comune
28 Settembre 2010
Milano
Razzisti a Milano. La Repubblica, Milano, 28 settembre 2010

Niente case Aler, né appartamenti confiscati alla mafia, alle famiglie rom dei campi regolari: gli alloggi li trovi il prefetto attraverso i privati. Sono bastati l´intervento del ministro Maroni e poco più di un´ora al tavolo convocato ieri in prefettura per smantellare uno dei punti cardine del piano nomadi, che ancora pochi giorni fa l´assessore alle Politiche sociali Mariolina Moioli assicurava non si sarebbe toccato.

Ora, a destra, tutti plaudono alla decisione, aggiungendo: avanti tutta con lo sgombero di Triboniano entro fine ottobre. Ma in realtà ci sono ancora punti in sospeso. Primo: la convenzione firmata da prefettura e Comune vincola la chiusura dell´insediamento alla sistemazione delle famiglie regolari. Vuol dire che chi ha titolo a stare nel campo potrebbe presentare, e vincere, un ricorso al Tar. Secondo: le associazioni del terzo settore - e con loro Curia e Caritas - non sono disposte ad accettare di stracciare i contratti già firmati per le case Aler.

«Ci si impegnerà per trovare una soluzione alternativa ma stiamo parlando di sistemare persone, serve cautela» ammonisce il prefetto Lombardi. A lui è arrivata la patata bollente della ricerca di nuove case, e chissà se seguirà il "consiglio" del vicesindaco De Corato: «C´è anche il patrimonio enorme della Curia, visto che ci invita spesso a essere solidali con i rom». Ma il vicesindaco è stato superato a destra dai suoi compagni di partito nella gara a chi chiedeva più forte di non dare le case Aler ai rom. Così ora il capogruppo Pdl in consiglio comunale, Giulio Gallera, può dirsi «estremamente soddisfatto: sarebbe stato un grave errore creare corsie privilegiate rispetto a chi è in graduatoria». E l´europarlamentare ex An Fidanza: «È una vittoria politica del Pdl e una vittoria del buon senso». Certo, il fatto che a "risolvere" tutto sia stato un ministro del Carroccio fa segnare punti - nella gara di esternazioni a cui la città ha assistito - agli alleati leghisti. Il presidente del consiglio regionale, Davide Boni, riconosce a Maroni «il merito di aver disinnescato ogni tipo di tensione tra i milanesi» e il capogruppo leghista in Comune Matteo Salvini aggiunge: «Se la Lega gestirà sicurezza e politiche sociali sarà una garanzia per tutti».

Un auspicio che rimanda a un altro nodo della vicenda, perché il vertice ha sconfessato la linea dell´assessore Moioli, che ieri si è limitata a dire: «Il progetto va avanti, è tutto a posto». Il voltafaccia del Comune, di certo, non piacerà al mondo cattolico, e la sintesi la fa Pasquale Salvatore dell´Udc: «Questa vicenda si trascinerà come quella della moschea di viale Jenner. È semplicistico dire che provvederà il gran cuore di Milano». La palla rimandata alle associazioni: su questo picchia duro l´opposizione, che sperava in altre soluzioni e che giudica quella di ieri - parole del capo della segreteria del Pd, Filippo Penati - «una sceneggiata di pessima qualità». Uno «scaricabarile inaccettabile che evidenzia l´incapacità della giunta di affrontare i problemi», per il candidato Pd alle primarie Stefano Boeri. «Il segno di una sconfortante sconfitta della politica», per un altro candidato, Valerio Onida. Roberto Cornelli, segretario del Pd metropolitano, ricorda la proposta di usare le case confiscate alle mafie e attacca: «Più di 300 sgomberi dal 2007, questo l´unico atto concreto sui rom della giunta Moratti, che dimostra ancora una volta di non saper gestire le difficoltà sociali, scaricandole sulle associazioni».

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