Diceva che sarebbero state rispettate le richieste delle famiglie: è arrivato il momento di mostrare come. Le iscrizioni sono chiuse, i dati sono sul tavolo di Maria Stella Gelmini: il 90 per cento dei genitori che hanno iscritto i figli in prima elementare ha chiesto il tempo medio-lungo. Il mensile Tuttoscuola ha fatto i calcoli sulla base delle previsioni del ministero: la grandissima parte di quei 9 genitori su 10 dovrà accontentarsi delle 27 ore settimanali previste da Gelmini. Non 30 né 34. Tempo vuoto. È una scelta, questa di non dare ore di insegnamento ai bambini che si affacciano alla vita sociale, che ha ripercussioni sulla collettività intera. Non è solo una questione di carenza formativa, già in sé criminale.
Non è solo il fatto che si disinveste sull'educazione primaria - un danno ai bambini - togliendo tutte quelle attività che appaiono evidentemente secondarie: la musica, l'educazione corporea, il primo apprendimento di altre lingue e di altre culture, le arti. Non è solo che si disincentiva l'insegnamento - un danno ai docenti - facendo dei maestri elementari la più povera delle categorie, alimentando il precariato e la disoccupazione di migliaia e migliaia di persone che hanno studiato per insegnare anziché giocare al bingo o cercando di adescare un/a milionario/a da cui farsi mantenere. E' anche un ritorno al passato post-bellico della struttura familiare: un incentivo al ritorno al focolare di migliaia di madri, milioni di donne giacchè si sa che non viviamo in Svezia e che dei figli e della cucina e delle pulizie domestiche, in questo nostro Paese, si ritiene che debbano occuparsi le donne. Più le donne, le quali del resto a parità di lavoro guadagnano assai meno degli uomini e dunque conviene, se qualcuno deve rinunciare a 'lavorare fuori', che rinuncino loro. Anche questa è una di quelle riforme il cui esito sarà chiaro nella struttura della società fra dieci anni, quando ci sarà qualcuno che dirà che 'all'improvviso' è cambiato qualcosa: le donne non lavorano più, non ci tengono, chissà perché, non consumano altro che detersivi e pannolini, mai che investano i loro risparmi in bond.
L’inchiesta di Marco Bucciantini e di Maria Vittoria Giannotti parla della sentenza che emetterà oggi il tribunale di Firenze nel processo per la catastrofe ambientale causata nel Mugello dai lavori per l'Alta Velocità. Una delle più gravi mai avvenute nel nostro paese: un danno di oltre 740 milioni di euro, chilometri di fiumi disseccati, sorgenti prosciugate. Per i 59 imputati l'accusa ha chiesto condanne per un totale di 180 anni di reclusione. Se ci sarà giustizia lo si dovrà all'ostinazione di Girolamo Dell'Olio, fiorentino, professore. Un giorno portò i suoi ragazzi a fare una passeggiata nella valle del Terzollina e inorridì vedendo dove si era progettato di far passare le linee ferroviarie. "Sarà un disastro, bisogna fare qualcosa", disse. E cominciò ad agire. Ecco un maestro davvero unico. Anche Altan riparte dai bambini. Il suo prossimo lavoro, racconta in un'intervista a Renato Pallavicini, sarà uno spettacolo di teatro con protagonista Olivia, amica di Pimpa il cane a pois. «Come fa mia figlia con la sua bambina la Pimpa spiega a Olivia le cose della vita». Ne sentiremmo tutti, anche noi che non abbiamo sei anni, un gran bisogno.