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Davide Gorni
«Regione, piano casa contro la crisi Interventi su abitazioni e industrie»
22 Maggio 2009
Padania
In una intervista al Corriere della Sera, ed. Milano, 22 maggio 2009, l’assessore al territorio lombardo Davide Boni rivela nuove … ehm, sfumature della propria weltanschauung edificatoria (f.b.)

«Perché perdere altro tempo per il rilancio edilizio...».



In che senso?

«Perché aspettare i ritardi del governo. È del 30 marzo l’intesa tra governo e Regioni. E tutto è ancora fermo».

Ma il piano casa è così ur gente?

«Per la Lombardia urgentissimo. La crisi sta mettendo in ginocchio il sistema edilizio. Ser ve un segnale forte».

E dunque?

«Abbiamo accelerato i tempi sul progetto di legge». Così Davi de Boni, assessore a Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia si prepara a portare in giunta, per discussione e approvazione, il piano casa regionale. «Mercoledì. La crisi del sistema edilizio rischia di demolire l’intero tessuto socio-economico».

Partiamo dai punti di fondo del nuovo piano casa.

«Prima di tutto va specificato che interveniamo sugli edifici, non sulle aree. L’intento è quel lo di sfruttare il minor territorio per puntare sulle massime volumetrie. Così si darà anche un nuovo volto alle città».

Il pdl segue le linee dell’intesa governo-Regioni?

«Le acquisisce e le integra».



Prego?

«Il progetto di legge prevede il recupero degli spazi edilizi inutilizzati, l’ampliamento degli edifici del 20% e la riqualificazione di edilizia residenziale pubblica ».

E in che modo le integra?

«Abbiamo introdotto un’importante novità. Sarà possibile sostituire gli edifici obsoleti, con un aumento volumetrico fi no al 30%. Il pdl però non si riferisce solo agli edifici residenziali, ma anche industriali».

Industriali?

«Certo. Se c’è l’esigenza di abbattere un vecchio capannone perché non farlo? Serviva una svolta anticrisi decisa, e così sarà. Anzi si potrà intervenire, con le dovute cautele, anche su edifici rurali».

E chi ne beneficerà?

«Tutti. Il comparto edilizio lombardo oggi in grande difficoltà, i proprietari di case, le piccole e medie imprese. Senza contare l’Expo».

Cosa c’entra l’Expo?

«Le grandi imprese potranno giocarsi partite interessanti in vista dell’evento 2015».

Previsioni economiche?

«Pur con le significative restrizioni è stato stimato un impatto economico di 5,12 miliardi. A cui va aggiunto il risparmio energetico».

Già, perché gli interventi sono legati anche all’aspetto del risparmio energetico.

«In campo residenziale sono previsti interventi con qualificati requisiti di risparmio energetico. In tal senso è stato preventivato un risparmio annuo complessivo di circa 14,9 milioni di euro».



E le significative restrizioni a cui faceva riferimento?

«L’applicazione della legge avrà una durata di 18 mesi. Poi c’è l’esclusione delle aree storiche o di rilievo naturalistico ambientale. Salvo alcuni interventi ».



Come? Sarà possibile intervenire in aree protette?

«Rimangono i soliti vincoli. Ma se esistono edifici, in queste aree, incompatibili con tali contesti sarà possibile chiedere interventi di sostituzione».

Ad esempio anche in un cen tro storico?

«Anche in un centro storico, purché non modifichi la fisionomia del centro stesso».

E le autorizzazioni?

«Spetterà alla Regione auto rizzare gli interventi».



Così si scavalcano le Soprintendenze...

«La burocrazia per le concessioni delle Soprintendenze chiede tempi troppo lunghi. E lo ripeto: la crisi non permette altri ritardi».



Resta l’edilizia sociale.

«È ora di dire basta ai quartieri ghetto. Perciò stiamo pensando alle quote».

Quote?

«Case a coppie giovani, ma anche ad anziani. E solo a immigrati regolari. Ma è ancora presto per questo discorso».

Ora c’è il piano casa: una bella sfida.

«E se funziona non è detto che alcuni punti non possano essere inseriti nella legge del terri torio ».

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