Tra lucciole e auto pirata l'assedio dell'Appia Antica
Corriere della Sera, ed. Roma, 26 aprile 2007
Appia Antica, all'angolo con via degli Armentieri. Giorni scorsi, un'archeologa e una prostituta. «Mi scusi, potrebbe scansarsi?». «Ahò, ma io sto' a lavorà...». «Anch'io...». «E che dovresti fa'?». «Devo guardare l'epigrafe su cui è seduta». «L'epì...che?» Disastri dell'Appia Antica. Auto che vanno su e giù indisturbate rallentando tutt'al più un po' all'altezza dei tratti in basolato. Prostituzione femminile e soprattutto maschile, all'altezza di via di Fioranello dove le auto comodamente parcheggiate sulla strada consolare appartengono indistintamente ai frequentatori gay e agli utilizzatori del vicino aeroporto di Ciampino.
E soprattutto, proprio all'altezza degli Armentieri, ecco il gran ritorno a ridosso della strada di capannoni industriali e commerciali, vendite al minuto e all'ingrosso, rimessaggi estesissimi di roulotte, caravan e perfino gommoni. Capannoni e rimessaggi interamente abusivi. «Certo, noi non abbiamo dato mai nessun assenso - spiega Livia Giammichele della Sovrintendenza archeologica di Roma, reduce da un sopralluogo - . E in passato a più riprese abbiamo segnalato agli organi dello stato questo scempio che deve essere arrestato».
Siamo nel tratto dell'Appia Antica che dal Raccordo Anulare va a sud in direzione di via di Fioranello, la strada che l'attraversa sbucando di fronte ai parcheggi dell'aeroporto di Ciampino. Una gara di appalto è stata appena conclusa e sono stati assegnati i prossimi lavori di risistemazione della grande strada consolare, grazie allo stanziamento di un milione di euro. C'è da rimettere a posto un chilometro circa dell'Appia. L'intervento segue la risistemazione dei tratti a monte dell'Appia Antica che hanno raggiunto e superato il punto in cui grazie al nuovo tunnel del Raccordo Anulare è stato ricongiunto il percorso interrotto negli anni '60 dalla costruzione del Gra.
Un primo tratto, da via di Porta San Sebastiano fino al Gra, è stato restaurato grazie ai fondi del Giubileo. Successivamente il restauro è sta protratto dal Gra a via degli Armentieri. Ora si vorrebbe andare avanti. Ma in quale scenario?
Basta guardare via degli Armentieri, prima traversa a destra sull'Appia Nuova uscendo da Roma dopo il Raccordo, per rendersi conto del nuovo assalto all'Appia in pieno corso. Un'officina meccanica sulla destra, una rivendita di attrezzi da giardino sulla sinistra, il tutto con grandi capannoni e spazi usati per macchine ed attrezzi. Poi ecco il rimessaggio con uno spazio per centinaia di metri ingombro di caravan e mezzi nautici. È un assedio che lascia fuori per fortuna ancora spazi verdi di campagna romana, la povera Appia vivacchia ai limiti subendo la presenza di chi la usano per i propri comodi, scorrazzando con auto e moto di notte e anche di giorno. «È uno scandalo che sembra non interessare a nessuno - spiega Rita Paris, l'archeologa della Sovrintendenza responsabile della zona - . Ma le autorità e gli enti che hanno il potere di decidere sul destino dell'Appia conoscono questa realtà? Mi pare di no, perché la situazione è talmente vergognosa e indecorosa...Senza rendersene conto, però, c'è chi gioca al massacro continuando a dare concessioni che non dovrebbero essere date, ma che procurano insediamenti di attività e innescano nuovo degrado. Qualcuno si riconosce come responsabile di tutto ciò?». Messaggio inviato al Comune di Roma e alla Regione Lazio: si devono svegliare perché quella che potrebbe essere una delle porte del Parco dell'Appia giace in uno stato miserevole.
La Regina: «Colle della Strega, stop al cemento»
Corriere della Sera, ed. Roma, 27 aprile 2007
Appia Antica, si apre una nuova stagione. Insediato finalmente ieri mattina, dopo venti lunghi mesi di parentesi commissariale, il nuovo consiglio di amministrazione del Parco dell'Appia con in testa il suo presidente, il professor Adriano La Regina. Ne fanno parte Toni De Amicis, vicepresidente (rappresentante della Coldiretti), Ivana Della Portella (Zetema), Oreste Rutigliano (Italia Nostra), Romolo Guasco (Provincia), Alessio Amodio (Comune), Sandro Lorenzatti (Regione).
E subito, dopo mesi e mesi di ristagno, costellati da assalti e incursioni, ecco arrivare al pettine i primi nodi. Il primo si chiama Colle della Strega, appartiene al territorio adiacente all'attuale territorio del Parco. La proposta di ampliamento giacente alla Regione dovrebbe tutelare anche questi terreni. Ma lì invece sta per scattare una colata di cemento osteggiata da parte della giunta (con gli assessori Zaratti e Nieri in testa), uno sciopero della fame è in corso davanti alla Regione da parte dei residenti della zona che si battono contro questo nuovo insediamento, a suo tempo osteggiato dallo stesso La Regina quando era ancora sovrintendente archeologico di Roma. E ora?
«Questa colata di cemento al Colle della Strega - dice subito fuori dai diplomatismi Adriano La Regina prendendo la parola come primo atto del suo insediamento - è assolutamente da evitare e questa rimane per me una condizione determinante per restare a presiedere l'ente». Stop. Forse, anche prevedendo queste parole che aggiungono «grana» a grana tra le tante che dirompono dentro la maggioranza alla Pisana, il presidente della Regione Piero Marrazzo ha dato ieri forfait e non ha presenziato così come annunciato e previsto all'insediamento dell'uomo che pure ha scelto. Doveva esserci, un improvviso impegno l'ha dirottato altrove. Al suo posto è rimasto ieri Filiberto Zaratti, verde e assessore all'ambiente, che ha affrontato il tema delle «criticità» che angustiano il Parco. «C'è intorno all'Appia un'eccessiva presenza di capannoni abusivi - ha ricordato Zaratti - . È una vergogna non solo per Roma ma per tutto il Paese». «Quando gli stranieri si chiedono cosa sia un Parco - aggiunbge la regina - non possono certo ritrovarsi in questa situazione dove trionfa il traffico». Zaratti ha anche ricordato che il consiglio regionale deve affrontare la proposta di legge adottata dalla Giunta per il raddoppio del Parco dell'Appia, con l'estensione alle aree in cui dovrebbero sorgere insediamenti abitativi come quello del Colle della Strega o l'altro del Divino Amore dove il comune di Marino vorrebbe costruire 800 mila metri cubi di immobili.
E proprio questi due insediamenti sono stati messi all'ordine del giorno, come prioritari, della prima riunione del Cda del Parco dell'Appia. «Abbiamo deciso di acquisire tutte le carte in materia - spiega De Amicis - . E inoltre abbiamo subito sollecitato una consilenza legale che contiamo di avere per la riunione della prossima settimana».
Lancia in resta, dunque, sul fronte dei problemi che angustiano il grande Parco dell'Appia. Ieri, nel corso dell'insediamento, è stato affrontato anche il problema degli abusi che incombono su varie aree adiacenti all'Appia Antica. Sul problema, l'assessore Zaratti ha proposto «un incontro urgente tra Parco, Regione e Comune per vedere nel concreto che cosa fare». L'assessore all'ambiente del Comune, Luigi Esposito, intervenuto subito dopo ha offerto la propria disponibilità. «Vedremo di che si tratta - ha detto - . Gli insediamenti abusivi vanno aboliti. Bisogna anche appurare se ci siano incongruenze tra i rilasci delle licenze e le zone protette. Per le delocalizzazioni bisogna poi seguire le procedure». Il problema, comunque, è rinviato a un'apposita riunione.
Vandali devastano il mosaico di Montanus
Corriere della Sera, ed. Roma, 28 aprile 2007
Il mosaico del gladiatore Montanus, scoperto pochi giorni fa dagli archeologi nel complesso di Santa Maria Nova sull'Appia antica, notizia che al ritrovamento avevamo subito segnalato per la sua importanza scientifica, è stato devastato la scorsa notte nel corso di un'irruzione vandalica. Nel piccolo complesso termale è stato dissestato anche un pavimento in peperino di un ambiente adiacente al «calidarium» ed è stato scavato un grosso buco sotto un'ipocausto del forno usato per riscaldare l'acqua della struttura termale. Abbattuto infine un muretto a secco residuo degli scavi ottocenteschi nella villa.
Il ministero dei Beni culturali ha espresso «indignazione per l'atto vandalico e viva preoccupazione per l'ipotesi che si tratti di un gesto mirato, come lascerebbero intendere - dice il comunicato del Mibac - la scarsa notorietà dello scavo e la lontananza dalla viabilità di maggior traffico». «Non più tardi di ieri del resto - aggiunge il Mibac - da parte della Soprintendenza erano stati lamentati sulla stampa il degrado e l'indecorosa situazione della zona circostante il Parco dell'Appia Antica».
Più fattivo l'intervento a caldo del Parco dell'Appia che ieri, appresa la brutta novità, ha proposto attraverso il professor Adriano La Regina, suo nuovo presidente appena insediato, un piano di telecamere sull'Appia Antica. «Proporremo al Comune la installazione di telecamere ai principali varchi della strada - spiega La Regina - . Se non altro sapremo chi entra ed esce. Varrà almeno come deterrenza...». L'assessore ai Lavori pubblici Giancarlo D'Alessandro, appresa la proposta, ha sposato l'idea: «Buona proposta, appena ce la formuleranno, la valuteremo molto volentieri».
Ad accorgersi dell'irruzione notturna sono stati ieri mattina gli operai della Socore, la ditta impegnata nei lavori di scavo e di restauro dentro Santa Maria Nova. «Appena arrivati abbiamo visto che i teloni posti sui mosaico erano stati manomessi - spiegano gli operai - . E sotto c'era quel disastro...». Sul posto sono accorsi di lì a poco gli archeologi della sovrintendenza, guidati da Rita Paris. Poi sono arrivati i carabinieri della stazione locale, Quarto Miglio, col comandante Vincenzo Senatore. Un giovane pastore che dorme in una roulotte nelle vicinanze ha avvertito latrati dei cani intorno all'una di notte. Forse l'irruzione è avvenuta allora.
Cosa cercare in un'impianto termale? Era forse un sopralluogo per un intervento futuro? Oppure è stata una pura e semplice intimidazione, portata a termine con facilità in un complesso dove non è difficile superare le barriere esterne? Viva è la preoccupazione degli archeologi per la limitrofa Villa dei Quintili, sorvegliata dai vigilantes dell'Ales, con cui è in corso una rinegoziazione dell'impegno che ora forse verrà esteso anche a Santa Maria Nova. Ma è tutta l'Appia a restare bersaglio di predoni e vandali. Nel piccolo museo dei Quintili c'è da poco la statua di un «togato» che fino allo scorso novembre era sull'Appia, in un mausoleo all'altezza del Gra. Ma un giorno alcuni podisti che facevano jogging chiamarono trafelati alla Villa: qualcuno stava cercando di asportarla. Il togato è stato salvato grazie solo a quella telefonata.