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Claudio Zanella
Recinzioni e cancelli, chiude il «bosco della droga»
4 Febbraio 2016
Milano
In un quartiere ridotto ad anfratti a fondo chiuso da trasformazioni infrastrutturali stradali e ferroviarie mal pensate e peggio gestite, scende in campo la «sicurezza di sinistra», ovviamente identica per superficialità a quella di destra.

In un quartiere ridotto ad anfratti a fondo chiuso da trasformazioni infrastrutturali stradali e ferroviarie mal pensate e peggio gestite, scende in campo la «sicurezza di sinistra», ovviamente identica per superficialità a quella di destra. La Repubblica Milano, 4 febbraio 2016, postilla (f.b.)

Taglieranno la vegetazione e recinteranno “il bosco della droga”. Chiuderanno con cancelli le vie intorno alla piazza di spaccio dell’eroina più famosa della Lombardia. L’area verrà blindata e il “supermercato della droga” di Rogoredo chiuderà i battenti. Così promette il Comune, che ha già iniziato a fare i primi interventi. Da anni il problema dello spaccio e della microcriminalità nell’area intorno alla ferrovia è stato segnalato dai residenti di Rogoredo e consiglio di Zona 4. Ma, dice Stefano Bianco, presidente del comitato di quartiere Milano Santa Giulia, «il problema riguarda anche chi frequenta metropolitana e stazione, non solo gli abitanti». Già a luglio, durante un sopralluogo dell’assessorato alla Sicurezza con il consiglio di Zona, si era valutato di chiudere con cancelli, nelle ore serali, il sottopasso pedonale tra via Orwell e i giardini di via Rogoredo e tra la zona tra via Sant’Arialdo e Parco Cassinis.

Ma la svolta è arrivata settimana scorsa. È stato messo il primo cancello in via Orwell, in un’area di proprietà di Ferrovie dello Stato. Le chiavi sono state date ai proprietari delle aree agricole a cui si accede passando per quell’ingresso. Poi ne sono stati posti due anche ai lati del sottopasso pedonale tra via Orwell e i giardini. Amsa si occupa di chiuderli di notte e riaprirli di giorno. «Questi cancelli costituiscono un deterrente importante all’ingresso nell’area dei giardinetti e delle proprietà di Ferrovie dello Stato. In questo modo cominciamo a porre un freno alle attività illegali e allo spaccio nella zona», dice Marco Granelli, assessore alla Sicurezza. Nei prossimi mesi, il Comune si occuperà anche del “bosco della droga”. Verranno eliminati gli arbusti per evitare che tossicodipendenti e spacciatori si possano nascondere e verranno messe «altre recinzioni nelle aree a Ovest di via Sant’Arialdo verso San Donato». Ci sarà, infine, anche un maggior presidio delle forze dell’ordine.

postilla

Cancelli e recinzioni, pattuglie di ronda, controlli: il medesimo armamentario della destra, e non certo perché «d'altra parte che soluzione c'è a un problema di ordine pubblico, se non le forze dell'ordine e i loro metodi?». I cosiddetti Bronx, dal nome del quartiere newyorchese reso famigerato dalla «mannaia autostradale» dello zar del lavori pubblici Robert Moses, si costruiscono piuttosto consapevolmente, e volendo si potrebbero altrettanto consapevolmente smontare, reintroducendo in qualche modo il sistema di occhi sulla strada che i budelli a fondo cieco delle grandi linee di trasporto hanno reciso moltiplicando all'infinito nel tessuto urbano sacche di concentrazione del degrado e del rischio. Ma se, invece di competenze urbane e sociali (i «rammendatori di periferie» qui dove sono finiti?) si mobilitano quelle raccogliticce della «sinistra per l'ordine», che scimmiotta malamente la destra usando un linguaggio lievemente meno volgare, si arriva solo alle gabbie: i comitati di quartiere, grati per la soluzione almeno dell'emergenza, premieranno coi loro voti l'assessore con l'elmetto, e dietro le cancellate maturerà la prossima emergenza, il prossimo «pugno di ferro». Amen (f.b.)

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