Avvenire,
«La Fondazione Migrantes presenta quattro proposte per superare l’attuale crisi del diritto d’asilo in Europa e lancia l'appello per un nuovo Regolamento di Dublino»
Per la prima volta in Italia, sottolinea il rapporto della Fondazione, nel 2017, le domande d’asilo hanno superato il numero degli arrivi via mare. Un anno fa il contatore degli arrivi nel nostro Paese si è fermato a 119.369 persone, il 34% in meno rispetto alle 181.436 del 2016 (erano state 153.842 nel 2015). Il primo Paese di provenienza si conferma la Nigeria, seguita da Guinea, Costa d’Avorio, Bangladesh, Mali ed Eritrea.Secondo dati del ministero dell’Interno, nel 2017 hanno chiesto protezione in Italia circa 130 mila persone. Nel 2016 i richiedenti asilo erano stati 123.600, e 83.970 nel 2015.
Sempre secondo dati del Viminale, nel 2017 sono stati esaminati circa 80 mila richiedenti asilo. È stata accordata protezione a oltre 30 mila di essi.Ma una larga maggioranza, poco sotto il 60%, si sono visti respingere la loro domanda. A fine 2017 erano in accoglienza in Italia 183.681 richiedenti asilo e rifugiati: appena il 3 per mille dei residenti.
La rotta del Mediterraneo e il triste record di vittime
Sulle "rotte" precarie e sempre più chiuse del Mediterraneo orientale, centrale e occidentale, nel 2017 hanno raggiunto via mare l'Europa 171.694 migranti e rifugiati. Erano stati 363.504 nel 2016 e ben 1.011.712 nel 2015. Gli arrivi sono aumentati solo nel Mediterraneo occidentale. Sul "pericolo Mare nostrum", Migrantes rileva che nelle acque del Mediterraneo, "la 'frontierà più letale del mondo", il triennio ha registrato un triste record di vittime nel 2016, 5.143, contro le 3.771 del 2015. Nel 2017 il dato è sceso a 3.119; ma rispetto al 2016 è aumentata,sia pure di poco, l'incidenza dei morti sul totale di coloro che si sono imbarcati: oggi perdono la vita nelle acque del Mare Nostrum (stime per difetto) quasi due persone ogni 100 partite, mentre nel 2016 il dato era di poco più di una su 100.
Le proposte
Il rapporto si conclude con quattro proposte inedite per superare l’attuale crisi (un vero e proprio «vicolo cieco») del diritto d’asilo in Europa: se accolte, queste proposte avrebbero positive ricadute sull’intera società del vecchio continente, oltre che, naturalmente, sui percorsi di integrazione degli stessi rifugiati: 1) un nuovo regolamento “di Dublino” finalmente aderente al principio di solidarietà e di equa ripartizione delle responsabilità tra gli Stati; 2) il rifiuto dei concetti di “Paese terzo sicuro” e di “Paese di primo asilo”, ad oggi solo proposti dall’UE ma in insanabile contrasto con la tradizione giuridica europea in materia di asilo; 3) l’introduzione di un regolamento UE che disciplini il “reinsediamento” dei rifugiati da Paesi terzi prevedendo per gli Stati membri obblighi chiari; 4) un’estensione della protezione sussidiaria,ancorandola alla tutela dei diritti e delle libertà fondamentali garantiti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
Nell’Introduzione al rapporto don Giovanni De Robertis, Direttore Generale della Fondazione Migrantes, e Mariacristina Molfetta, co-curatrice del Rapporto, si rivolgono ai lettori: «L’augurio è che questo testo possa contribuire a costruire un sapere fondato rispetto a chi è in fuga,a chi arriva nel nostro continente e nel nostro Paese, e che possa esserci d’aiuto a “restare umani”, ad aprire la mente e il cuore allontanando diffidenza e paura».
L'articolo è tratto da "Avvenire" ed è raggiungibile qui