Doppia galleria per il maxi-tunnel
di Teresa Monestiroli
Cambia il progetto per il tunnel dall´area Expo di Rho-Pero a Linate: le gallerie scavate 40 metri di profondità saranno due (una per ogni senso di marcia) anziché una sola. Ma aumenta anche il pedaggio previsto: se i privati (Torno e Condotte) garantiranno la copertura dell´intero ammontare dell´investimento, circa 2,5 miliardi di euro, il piano di ammortamento prevederà la copertura dei costi con tariffe intorno a un euro per chilometro, per un totale di circa 13 euro per l´intera lunghezza del tunnel.
Non ci saranno contributi pubblici, dunque il pedaggio del tunnel che collegherà l´aeroporto di Linate con l´Expo a Rho-Pero costerà caro: quasi un euro a chilometro, per un totale di 13 per percorrerlo tutto. La prima ipotesi presentata ai tempi di Albertini (7 euro) quasi raddoppia nello studio di fattibilità presentato dalla società Condotte che, insieme alla Torno, si è fatta promotrice della mastodontica opera infrastrutturale che potrebbe rivoluzionare la mobilità in città e dintorni. Così come raddoppiano le gallerie: non più una a doppio senso di marcia come era all´inizio, ma due separate per i due sensi, con vie di fuga tra loro per garantire la sicurezza.
Il progetto definitivo della maxigalleria di 14,6 chilometri che correrà a quaranta metri di profondità e interrerà 50mila auto al giorno, è stato consegnato al Comune a metà dicembre. Ora Palazzo Marino ha tempo fino a marzo per deciderne le sorti. Per questo è stata nominata una commissione tecnica ad hoc che, nelle prossime settimane, dovrà studiare se il conto economico del tunnel sta in piedi e se il progetto è effettivamente realizzabile. Due mesi di tempo, dunque, per prendere una decisione: o dare il via alle gare d´appalto per i lavori (che partirebbero nel 2011) oppure accantonare il progetto.
«Abbiamo presentato uno studio dettagliato - spiega Luciano Berarducci, responsabile dei progetti speciali di Condotte - . Ora aspettiamo che il Comune lo valuti. L´ipotesi formulata credo risponda alle necessità espresse dall´amministrazione». Il progetto definitivo prevede la costruzione di due gallerie parallele, una per senso di marcia, ognuna composta da due carreggiate che viaggiano quaranta metri sotto la superficie del suolo, «sufficientemente in basso per evitare di intralciare sia le linee della metropolitana che i sottoservizi cittadini - continua Berarducci - . Questo ci permette anche di calcolare più precisamente sia i tempi che i costi: a quella profondità non dovrebbero esserci sorprese che rallentino i lavori».
Le società contano di concludere l´opera in 3-4 anni, quindi in tempo per l´Expo del 2015. La previsione di spesa è di 2 miliardi e mezzo di euro, circa la metà di quello che ci vuole per costruire il ponte di Messina. Soldi che, assicurano i promotori, verranno messi interamente dai privati attraverso lo strumento del project financing e che saranno recuperati con il pedaggio pagato dagli automobilisti in 60 anni di concessione. Ticket che potrebbe arrivare fino a 13 euro (0,90 centesimi al chilometro) nel caso non arrivi nessun finanziamento pubblico, come prevedono gli operatori. Se invece lo Stato, la Regione o altri enti dovessero contribuire alle spese, il pedaggio potrebbe scendere anche a 8 euro, pari a 0,50 centesimi al chilometro. Di certo dalle casse del Comune non uscirà un euro, anche se lo stesso sindaco ha dichiarato che «è un progetto molto importante, per questo l´abbiamo inserito nel Piano di governo del territorio». A sostenerlo sono anche gli assessori all´Urbanistica Masseroli e ai Lavori pubblici Simini, mentre per il centrosinistra è un´opera sbagliata che andrebbe cancellata dal Piano di governo del territorio, da domani in discussione in consiglio comunale.
«L´opera si ripagherà grazie a una concessione di 60 anni - continua Berarducci - . Abbiamo calcolato un passaggio di 50mila veicoli al giorno. Il tunnel metterà in connessione anche la Pedemontana con la Brebemi, facilitando così il collegamento per gli automobilisti e alleggerendo il traffico in città». Le previsioni parlano di un utilizzo principale di attraversamento, soprattutto nel caso dei mezzi pesanti, ma la maxigalleria avrà anche sette uscite intermedie tra Linate e Cascina Merlata: Forlanini, piazza della Repubblica, porta Venezia, Garibaldi, Bovisa, Monte Ceneri e Rho-Pero.
L´esperto: bisogna puntare sui metrò
solo così caleranno traffico e smog
intervistadi Stefano Rossi
Michele Giugliano è un esperto di emissioni in atmosfera e di inquinamento dell´aria e insegna al Politecnico. Professore, parlare di smog significa parlare anche di traffico. A Milano ci sono progetti di nuove strade, come il tunnel dalla Fiera di Rho a Linate, appoggiato dal sindaco Letizia Moratti.
«C´è un problema di distribuzione delle risorse. Se la costruzione del tunnel da Rho a Linate dovesse togliere soldi allo sviluppo delle metropolitane, troverei la scelta inopportuna. Addirittura terrificante se i tempi per la realizzazione fossero simili a quelli per lo scavo del Passante. Ci sono priorità».
Vale a dire?
«C´è una necessità estrema di nuove metropolitane, molto di più che di nuove tangenziali. L´obiettivo dev´essere ridurre le emissioni e la congestione da traffico».
La Tem, Tangenziale est esterna di Milano, raddoppierebbe la tangenziale Est. Non riuscirebbe ad alleggerire il traffico e a diluire le emissioni in un´area più vasta?
«L´idea della diluizione non è sostenibile per le polveri sottili, inquinanti secondari che si formano anche abbastanza distanti dal punto di emissione, tanto che si trovano concentrazioni elevate anche in campagna. Ha più senso creare parcheggi di interscambio sempre più lontani dalla città man mano che si allarga la rete delle metropolitane. L´obiettivo è ridurre il numero dei chilometri percorsi in area urbana».
Tunnel e tangenziale sarebbero pronti non prima di qualche anno. Nel frattempo il traffico come cambierà?
«Tutti i parametri dell´inquinamento atmosferico sono diminuiti in modo importante dal 1993, malgrado l´impennata del numero dei veicoli in circolazione. L´introduzione delle marmitte catalitiche ha avuto una portata epocale. Utile anche il rinnovo del parco mezzi, che si è un po´ attenuato. Il ciclo dei diesel puliti è alla fine, ma dopo una crisi ha ripreso slancio il motore elettrico. Stiamo andando in questa direzione e verso i motori ibridi. Oggi la percentuale di motori elettrici è irrilevante ma ci sono segnali che i tempi per la sostituzione dei motori convenzionali siano più brevi del previsto. Perciò avremo un futuro di congestione, più che di smog in senso stretto».
Congestione in che senso?
«Se non incrementiamo i mezzi pubblici, le tangenziali, già oggi gravate di traffico, saranno sempre più intasate».
Che cosa si può fare subito contro l´inquinamento?
«Puntare sul teleriscaldamento, i cui impianti centralizzati consentono un miglior controllo delle emissioni. E potenziare il trasporto pubblico. Ad esempio, l´Ecopass ha una funzione culturale perché abitua a fare a meno dell´auto privata. Ma è necessaria una migliore offerta di mezzi pubblici».
Una bretella Boffalora-Malpensa con un fiume di auto elettriche giustificherebbe l´invasione del parco del Ticino?
«Si porrebbe un problema non di inquinamento ma di uso del territorio e di cementificazione. Si dovrebbe fare un´analisi costi-benefici ma d´altra parte un parco naturale va protetto per definizione, altrimenti che parco è?».