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«È inaccettabile che il negriero di ieri sopravviva nei governi che oggi tornano a incatenare la libertà degli africani, subordinandola agli stessi interessi e allo stesso potere oppressore». Padre Alex Zanotelli ha preso in prestito dall’arcivescovo di Tangeri Santiago Agrelo queste parole fortissime per denunciare le colpe di cui l’Occidente e l’Europa si stanno macchiando nell’affrontare la questione dell’immigrazione. Intervenuto oggi, giovedì 25 ottobre, al Nuovo Teatro Orione di Roma per la presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2018, il missionario comboniano ha affrontato da far suo un argomento caldissimo, su cui stanno prendendo il sopravvento strumentalizzazioni politiche che puntano a far raccogliere consensi a chi vuol far apparire lo straniero come il “nemico” e l’“invasore”.
Il rapporto, realizzato dal Centro Studi e Ricerche IDOS in partenariato con il Centro Studi Confronti, con la collaborazione dell’UNAR (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) e con il sostegno economico del Fondo Otto per mille della Chiesa Valdese e dell’Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, anche in questa sua 28ª edizione si prefigge proprio l’obiettivo di combattere con i numeri e le analisi la disinformazione e la becera propaganda che nel nostro paese si sta consumando sulla pelle dei migranti.
Bastano pochi dei dati contenuti nel dossier per confermare che l’Italia è rimasta intrappolata in una falsa narrazione di questo tema. Stando a un sondaggio del 2018 condotto dall’Istituto Cattaneo, gli italiani sono infatti il popolo con la percezione del fenomeno migratorio più lontana dalla realtà dei fatti. «L’Italia – si legge in proposito nel rapporto – non è né il Paese con il numero più alto di immigrati né quello che ospita più rifugiati e richiedenti asilo. Con circa 5 milioni di residenti stranieri, viene dopo la Germania, che ne conta 9,2 milioni, e il Regno Unito, con 6,1 milioni, mentre supera di poco la Francia (4,6 milioni) e la Spagna (4,4 milioni)».
La maggioranza degli italiani continua, inoltre, a credere che gli sbarchi sulle nostre coste continuino ad aumentare, e invece nel 2018 sono diminuiti dell’87,4% secondo i dati del ministero dell’interno, mentre a lievitare sono stati i morti nel Mediterraneo. Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni tra gennaio e settembre 2018 sono stati 1.728, di cui 3 su 4 nella sola rotta tra Italia e Libia. Una strage quotidiana che ha tra le sue cause anche l’accordo per il contrasto dell’immigrazione illegale, stretto tra Roma e Tripoli nel febbraio del 2017 e tradottosi in un massiccio piano di respingimenti verso la Libia.
E, ancora, gli italiani pensano che gli immigrati nel nostro paese siano musulmani, e invece si tratta per la maggior parte (oltre il 50%) di cristiani. E sostengono che gli stranieri rubino loro il lavoro, mentre è certificato che oggi gli immigrati in Italia svolgono impieghi che non confliggono con le nostre richieste di occupazione, semplicemente perché si tratta di mansioni che non vogliamo né siamo costretti a svolgere in quanto precarie, pesanti, pericolose, spesso soggette al lavoro nero o a pratiche di caporalato. Per l’esattezza, come si evince dal dossier, «è straniero il 71% dei collaboratori domestici e familiari (comparto che impiega il 43,2% delle lavoratrici straniere), quasi la metà dei venditori ambulanti, più di un terzo dei facchini, il 18,5% dei lavoratori negli alberghi e ristoranti (per lo più addetti alle pulizie e camerieri), un sesto dei manovali edili e degli agricoltori».
Nel corso della presentazione del rapporto della condizione lavorativa degli immigrati residenti in Italia ha parlato soprattutto Aboubakar Somumahoro, dirigente dell’Unione sindacale di base. Tra le persone intervenute c’è stato anche il direttore di UNAR Luigi Manconi, che da parlamentare nella passata legislatura è stato tra chi si è battuto maggiormente per l’approvazione dello Ius Soli. Luca Anziani, vice-moderatore della Tavola Valdese, ha parlato dell’Italia come di «un paese con poca memoria» andando alla «radice culturale» del problema, «la stessa che in passato ha permesso a Mussolini di approvare prima le leggi razziali e poi quelle antisemite che sono state il preludio alle deportazioni di massa degli ebrei». Mentre Luca Di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche di IDOS, nel sottolineare l’importanza della presenza in platea degli studenti delle scuole, ha voluto dedicare simbolicamente questa giornata di confronto e dialogo a Domenico Lucano, il sindaco della “multirazziale” Riace, colpito da un provvedimento di divieto di dimora nel comune calabrese per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e affidamento fraudolento diretto del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti. «L’auspicio – ha dichiarato Di Sciullo – è che un’esperienza felicissima di integrazione dei migranti riconosciuta in tutto il mondo non venga svilita da queste decisioni». Ripartire da questa speranza è un impegno che l’Italia dell’accoglienza e del rispetto degli “altri” deve portare avanti. Soprattutto in tempi di tensioni e chiusure come quelli attuali.