loader
menu
© 2024 Eddyburg
Concita De Gregorio
Quell´accordo nato tra Togliatti e De Gasperi
6 Aprile 2006
Articoli del 2005
Il 1° febbraio 1945 (l'Italia del Nord non era ancora stata liberata) fu firmato il decreto che dava alle donne la responsabilità dell'elettorato attivo. Tina Anselmi ricorda l'evento su la Repubblica del 1 febbraio 2005

Settantotto anni, staffetta partigiana nella Resistenza, deputato per sei legislature con la Dc Tina Anselmi è stata nel ´76 la prima donna ministro in Italia, al Lavoro. Poi ministro della Sanità e presidente della Commissione P2. Si deve a lei la legge sulle pari opportunità.

Onorevole Anselmi, ha visto le immagini delle donne irachene in fila ai seggi per votare?

«Come no, che emozione. Con quelle dita macchiate di viola. Tutto quello che noi chiamiamo il Terzo mondo ormai si appoggia sul coraggio e sulla forza delle donne. Anche dove i governi non le sostengono. Ad Ankara non molto tempo fa c´è stato un convegno: bisognava vederle, ascoltarle. Nessuno riuscirà più a fermarle».

Il tempo passa volando. Sessant´anni fa le donne non votavano, in Italia. Come andò, cosa ricorda?

«L´impegno di Togliatti e di De Gasperi per l´estensione del voto. Ricordo che fu Togliatti a prendere la parola. Disse: ?Se De Gasperi è d´accordo estendiamo il voto alle donne´».

E De Gasperi?

«Rispose: d´accordo. Non vi furono grandi contrasti. Era una esigenza culturalmente accettata. Pochissimi parlarono contro. Forse Giovanni Leone, ma potrei sbagliarmi. Ci fu chi nel Pci espresse la preoccupazione che le donne sarebbero poi diventate la maggioranza, ma erano battute di spirito... Cattive profezie, tra l´altro».

Lei andò a votare, nel ´46?

«Non potei votare: non avevo ancora l´età. Andai nel ´48, a Venezia. Nel mio collegio ne eleggemmo due».

Due donne nel suo collegio, nel ´48. E oggi, è soddisfatta di come vanno le cose?

«Per niente. Vedo un eccesso di fiducia femminile che mi spaventa. C´è nel paese un brutto clima. Si può sempre tornare indietro, le giovani devono tenerlo a mente. Oggi, per esempio, le elette sono tutte delegate».

In che senso delegate?

«Scelte dai partiti, messe nei collegi perché si pensa che prendano voti. Non vedo candidature che nascono da una loro forza autonoma. Non ci sono oggi sul terreno battaglie comuni fra donne. Non ci sono nemmeno le condizioni perché le donne abbiano davvero un ruolo di parità. E´ per questo che molte donne si arrendono, finiscono di nuovo per delegare gli uomini».

Una disparità oggettiva, dice.

«E´ così. La società è organizzata al maschile. Gli orari, le strutture sociali. Pensi agli asili, all´assistenza agli anziani. Tutto quello che lo stato toglie a chi non è autonomo ricade sulle donne. Le giovani devono stare attente a non farsi scippare con l´illusione della modernità, della flessibilità. I diritti non si scambiano al libero mercato».

ARTICOLI CORRELATI
19 Ottobre 2016
31 Dicembre 2008
6 Dicembre 2007

© 2024 Eddyburg