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“Quartiere modello o boccone per la speculazione?”
24 Settembre 2006
Lettere e Interventi
Anna Aliquò, Comitato di Quartiere "Africano: un modello di vita urbana sostenibile".

Gentile professore, amatissimo Eddy,

diverso tempo fa le scrissi, lei mi incoraggiò, mi suggerì contatti e io sono andata avanti.

Ho 56 anni, sono funzionario della Provincia di Roma nel settore Ambiente - Valorizzazione del Territorio - mi sto dedicando con tutte le forze al tentativo di limitare lo scempio, la distruzione irreversibile del quartiere in cui abito che sembra essere stato prescelto quale incubatoio di sperimenti dell'orrore.

La storia è complessa e viene da lontano, perfettamente inscritta in quel movimento di penetrazione speculativa e di inestricabile intreccio pubblico-privato degli ultimi anni. All'ombra di una amministrazione cittadina dal volto fiabesco, che da una generosissima cornucopia riversa vistosi interventi di attualissima governance, poteri bifronti attaccano e distruggono le ultime risorse del territorio urbano e spazi comuni.

Io non voglio cedere. Questa lettera è un appello disperato. Sono riuscita a formare un Comitato di cittadini, regolarmente accreditato presso il Municipio 2° (quello dell'Auditorium! il Municipio della Cultura lo chiama il nostro Sindaco) con oltre 200 appartenenti, per chiedere il rispetto della Variante delle certezze del Piano Regolatore (in un ettaro di bosco chiuso in mezzo alle case, dove sarebbero dovuti sorgere un nido e un centro sportivo stanno costruendo da 4 mesi un parcheggio temporaneo della durata di 20 mesi. Realizzato ancora solo in parte, che succederà dopo?..), per chiedere che il secondo Parcheggio di nove piani (tre interrati) che sorgerà a soli 500 metri non sia destinato, come è previsto, a fare da "attrattore" per gli esercizi commerciali della zona. La zona è la stessa dove sono in corso i cantieri per il prolungamento della linea metropolitana che qui avrà ben tre uscite. Ragionevolmente chiediamo allora di potenziare la circolazione pubblica perchè si avveri la circolazione integrata (mezzi pubblici elettrici, corsie preferenziali, piste ciclabili protette almeno lungo i percorsi delle scuole, conclusione dell'anello ferroviario morto a pochi metri da qui..)

Non posso rappresentare il degrado della zona, bisogna venirci: incroci con morti e feriti quasi tutti i mesi, mancanza di illuminazione, piccole discariche a cielo aperto perchè i cassonetti sono fatiscenti e gli anziani non riescono ad azionarli. Sporcizia, incuria, intasamenti, frastuono. E che vogliono fare? altri centri commerciali e parcheggi a pagamento. Perchè i privati rientrino dei loro investimenti e della smisurata spesa di oneri concessori pagati al Comune di Roma sembrerebbe giusto investire nelle opere che qualificano il bene collettivo, invece si sono dedicati ad allestire un inferno che non si capisce chi dovrebbe favorire.

Non mi voglio arrendere. Speravo che questo piccolo pezzo di città diventasse un laboratorio di buone pratiche..Si fa così e così...non facendolo dire ai servi della gleba che, si sa, non sono nè colti nè lungimiranti, ma agli architetti dal cuore buono. Facciamolo dire, ti prego - tu puoi farlo - a tutti quelli che sanno guardare oltre e non possono essere zittiti: ai Lancillotto, Galvano, Perceval dei nostri giorni.

Gli amministratori dovranno cedere, con un bel sorriso (la gente del Comitato e poi quei nomi così importanti e cari ai più..che fanno vignette che piacciono a tutti: Bucchi, Altan, che scrivono e piacciono a tutti: Stefano Benni, Michele Serra..e gli urbanisti, gli architetti. Pensa, caro Eddy, tante persone che si muovono e, anche da posti lontani, si concentrano per un po' su di un luogo che è il paradigma dei loro brutti sogni. Perchè proprio quello? E' un esperimento, se va bene lì, che cittadini, esperti al di sopra di ogni sospetto e un piccolo, ma fortissimo pool di quelli a cui "i media" guardano con approvazione/amore/simpatia, può essere replicato ovunque. Sarà vietato parlare di Governance, di buone pratiche e favole del genere. Sarà d'obbligo "fare", invertire le rotte, tirare i freni, nascondere e modificare operazioni di fantasiosa finanza pubblica ai danni del pianeta. POSSIAMO FARLO. Basta volerlo, o meglio basta che lo vogliano non i loschi feudatari, ma i luminosi cavalieri. Una volta erravano, nel senso che andavano in giro alla ricerca delle battaglie da ingaggiare contro il male. Quel male ha vinto, oggi è quasi dappertutto e non ci sono più donzelle. Siamo tutti paladini..

P.S. abbiamo ottenuto l'appoggio del WWF Lazio e di Italia Nostra nella figura del prof. Tamburrino

Che posso dire, se non auguri? Per la vostra iniziativa, per il vostro coraggio e la vostra tenacia, per l’esempio che date e che, speriamo tutti, sarà seguito da altri in modo sempre più vasto, diffuso, informato, consapevole, efficace. Grazie

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