La direttiva ha la firma di Silvio Berlusconi ed è datata 27 luglio, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 10 agosto. Per la prima volta mette nero su bianco i criteri attraverso i quali la Protezione civile può gestire i "grandi eventi". «Ma sono criteri troppo generici - denunciano Luigi Zanda e Gianclaudio Bressa, Pd - nei quali è possibile inserire di tutto. Fanno passare un atto del genere in pieno agosto, a Camere chiuse: l´ennesimo abuso della politica delle ordinanze in deroga a tutte le leggi». D´altronde Guido Bertolaso ama ripeterlo spesso: «In Italia è la Protezione civile a gestire i grandi eventi». Dal 2001, per la precisione. Da quando il medico romano è arrivato a guidare il dipartimento della Presidenza del Consiglio. Criticata dalla Corte dei conti, sotto la lente di inchieste giornalistiche e delle indagini di vari magistrati in giro per l´Italia, ora la nozione di "grande evento" si arricchisce per la prima volta di alcuni parametri. Ma quelli che nelle intenzioni della Protezione civile vorrebbero essere «criteri» ai quali fare riferimento, vanno a formare, in realtà, una rete dalle maglie estremamente larghe. Nelle quali ciò che passa viene assoggettato all´uso delle ordinanze in deroga alle leggi vigenti.
Giusto 20 giorni fa Bertolaso, commentando la tragedia della Love Parade di Duisburg, in Germania, aveva spiegato: «In Italia non sarebbe mai successo: quando ci sono manifestazioni così, devono intervenire quelli che sanno come si fa». Sottinteso: la Protezione civile. Che, nelle idee del suo capo (da mesi in procinto di lasciare), nelle intenzioni del presidente del Consiglio che ha firmato la direttiva e nelle disposizioni dell´atto che ha funzioni operative, potrebbe mettersi a organizzare anche eventi come la Love Parade.
Si legge nella direttiva: «Si tratta di situazioni nelle quali l´inadeguatezza degli enti ordinariamente competenti a superare il contesto problematico che si manifesta è suscettibile di provocarne un aggravamento per impedire il quale si rende perciò improcrastinabile l´intervento dello Stato in via sussidiaria». Il burocratese nulla toglie al senso della direttiva. Che, pur provando a scendere nei dettagli, resta abbastanza generica: «Un grande evento, quale situazione straordinaria avente potenzialità atte a generare stravolgimenti nell´ordinario sistema sociale, può costituire la causa dell´accentuazione dei rischi. Tali rischi, pur essendo prevedibili e prevenibili solo parzialmente, devono attenere alla compromissione dell´integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell´ambiente». Tra i grandi eventi avviati per il quinquennio 2010-2015 ci sono le celebrazioni per il 150° anniversario dell´Unità d´Italia, il congresso Eucaristico nazionale di Ancona e Osimo e l´Expo Universale di Milano.
In passato, la Protezione civile ha anche organizzato la Louis Vitton Trophy a La Maddalena, i Mondiali di nuoto di Roma, il G8, prima a La Maddalena e poi a L´Aquila, i campionati del mondo di ciclismo su strada, ma anche la visita pastorale di Benedetto XVI a Cagliari. Per fare chiarezza sulla gestione di alcune di queste manifestazioni sono tuttora aperti diversi fascicoli d´inchiesta da parte di svariate procure. L´attenzione dei magistrati non ha però frenato l´intenzione del governo di ribadire come la categoria di grande evento spetti alla Protezione civile.
E mentre da una parte la direttiva del 27 luglio invita a una «progressiva riduzione degli stati di emergenza dichiarati sul territorio nazionale» e a «limitare al massimo lo strumento della proroga degli stati di emergenza», dall´altra specifica i parametri della nozione di grande evento: «1) Complessità organizzativa dell´evento tenuto conto della rilevanza e della sua dimensione nazionale o internazionale, delle autorità partecipanti, dell´impatto sull´economia e sullo sviluppo anche infrastrutturale dell´area interessata, della prevedibile affluenza di pubblico; 2) esigenza di provvedimenti e piani organizzativi straordinari per garantire la sicurezza; 3) necessità di adottare misure straordinarie per l´uso del territorio, la mobilità, la viabilità e i trasporti; 4) definizione ed esecuzione, anche con procedure semplificate, di piani sanitari di natura eccezionale; 5) adozione di misure, volte a evitare che dalla celebrazione dell´evento possano derivare conseguenze negative a carico del territorio». La rete a maglie larghe, insomma, è pronta ad accogliere nuovi grandi eventi.