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Protesta al Pirellone per i parchi
2 Marzo 2008
Padania
Si rafforza il “partito trasversale” per la tutela degli spazi verdi della Lombardia. Con qualche contraddizione. Vari articoli da la Repubblica, ed. Milano, 2 marzo 2008 (f.b.)

Contro la legge regionale anche sindaci leghisti, martedì il sit-in

di Franco Vanni

Si sono dati appuntamento per martedì, davanti al Pirellone, per un presidio di protesta. Il nemico comune è il "decreto ammazzaparchi", la parola d’ordine «resistenza». Ieri a Cassinetta di Lugagnano, nella riunione che ha tenuto a battesimo il Coordinamento regionale Salvaparchi, la scandivano i sindaci del Milanese e la ripetevano i rappresentanti di comitati e associazioni ambientaliste. A guidare il coordinamento è Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta, che dice: «L’emendamento che consente alla Regione di autorizzare costruzioni nei parchi è un rischio mortale per il verde e apre la strada alla cementificazione selvaggia».

Davanti al municipio del minuscolo Comune a due chilometri da Abbiategrasso, nel parco del Ticino, si sono detti pronti a «resistere fino alla vittoria» gli attivisti di Wwf e Legambiente, gli Amici di Beppe Grillo e persino alcuni leghisti in disaccordo con il loro assessore. L’obiettivo è fermare l’emendamento 13 bis alla legge urbanistica regionale, approvato dalla commissione Territorio del Pirellone su proposta dell’assessore al Territorio Davide Boni, che sarà votato martedì. Due le strategie concordate per quel giorno: l’ostruzionismo in Consiglio e il presidio davanti al grattacielo, con la consegna alla Regione di migliaia di impronte digitali fatte con inchiostro verde, i "pollici verdi". Se l’emendamento passerà, il Coordinamento si attiverà per chiedere il referendum abrogativo.

Al Salvaparchi aderiscono una trentina di Comuni, i consiglieri regionali Carlo Monguzzi dei Verdi e Francesco Prina del Pd, i presidenti di 15 parchi lombardi su 25 e oltre cinquanta fra associazioni e comitati. Per Paola Santeramo, della Confederazione italiana agricoltori, «è assurdo che, mentre Milano si candida a ospitare l’Expo nel 2015 sull’alimentazione, la Regione vari una legge che rischia di danneggiare la nostra agricoltura». Per Ernesto Beretta, agricoltore con un piccolo terreno a Robecco, «se si lascia briglia sciolta all’edilizia la terra aumenterà di valore e ci sarà la corsa a vendere. È così che muore la campagna». Ieri a Cassinetta c’era anche Massimo Olivares, vicesindaco leghista di Marcallo con Casone. Quando l’assessore provinciale al Territorio, Pietro Mezzi, attacca l’assessore Boni lui scuote la testa, ma tiene a precisare: «Se sono qui è perché ho a cuore i parchi, come tutti voi».

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Davide Boni, assessore al Territorio, sereno in vista della discussione della legge sull’urbanistica?

«Sereno e tranquillo. Le polemiche sono montate solo da una parte politica. Siamo in campagna elettorale, non dimentichiamolo. Poi scopro che dei 12 parchi che hanno protestato in realtà 2-3 non hanno davvero firmato la lettera».

Neanche la valanga di emendamenti e ordini del giorno dell’opposizione la preoccupa?

«Perché dovrebbe? Sono un diritto dell’opposizione. Presentino quello che vogliono, ne discuteremo con tutti i tempi tecnici del caso e poi approveremo la legge».

Senza neppure aspettare l’approvazione della legge sui parchi?

«E perché? Comunque va nella stessa direzione, di governo del territorio e rispetto della natura».

Insomma, il famoso 13-bis non è un emendamento ammazzaparchi?

«Serve solo a dirimere eventuali contenziosi tra Comuni ed enti di gestione. E poi, se davvero non si può costruire nei parchi, qualcuno del centrosinistra mi spieghi come sono nati Ieo e Cerba».

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Franco Mirabelli, consigliere regionale del Pd, a che cosa mira con le centinaia di emendamenti e di ordini del giorno che presenterà martedì sulla legge urbanistica?

«A ottenere lo stralcio dell’emendamento 13-bis, l’ammazzaparchi, dal provvedimento. Primo perché lo chiedono i presidenti dei parchi, secondo perché adesso è in discussione la legge sui parchi, ed è giusto che le norme siano coerenti e omogenee tra di loro».

Queste sono questioni di procedura. Ma nel merito che cosa non la convince?

«La proposta è che se un Comune vara una variante al piano regolatore su territorio del parco e l’ente di gestione si oppone, sia la Regione a risolvere il contenzioso. Ma se togliamo agli enti parchi anche il compito di salvaguardare il loro territorio, a che servono? E non è chiaro con che criteri la Regione possa decidere i contenziosi».

Un maligno potrebbe dire che ci sono dietro interessi di speculazione.

«Io no. Cioè, non lo so. Però è vero che una legge così può autorizzare il sospetto. E anche per questo il provvedimento va fermato».

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