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Ilaria Carra
Promenade in blu per Vittor Pisani
20 Maggio 2011
Milano
C’è per caso una matta che da cinque anni regala la città a stilisti palazzinari e bottegai evasori? Articolo da la Repubblica Milano 20 maggio 2011 e postilla (f.b.)

Due lunghe pensiline colorate che da piazza della Repubblica si allungano fino alla stazione Centrale. Vetro e una fibra ferrosa, blu come il cielo, che dagli ampi portici partono a copertura del marciapiede che si estende fino alla strada. La "via in blu" della città, ecco il futuro di via Vittor Pisani. È così che il Comune pensa di riqualificare l’ampio e monumentale - ma un po’ spoglio - vialone che collega la città alla stazione. Con un restyling che parte soprattutto dalle tettoie colorate ma che prevede anche un nuovo look nell’arredo urbano. A partire dal verde.

Le linee guida dell’intervento sono contenute in una delle ultime delibere approvate dalla giunta Moratti prima delle elezioni, a inizio maggio. Una rivoluzione estetica per la promenade milanese che è una delle porte di accesso alla città, vista la vicinanza con la Centrale. Una nuova identità da dare a una zona con molti locali tra bar e ristoranti parecchio frequentati che, per il Comune, oggi è «un asse che si presenta poco accogliente», come si legge nel documento approvato. E, anche, «frequentato come collegamento veloce ma carente di luoghi per la sosta e per un passaggio "lento"».

E così via libera alle modifiche. Gli ingressi ai parcheggi sotterranei verranno coperti da vegetazione: in particolare, l’idea è di realizzare pareti verticali di edera e gelsomino. Ai bordi della strada verranno inserite vasche piene di verde, alternate a sedute per invogliare milanesi e viaggiatori a passeggiate lungo la promenade. E per spingere anche i passanti a fermarsi, una richiesta avanzata direttamente dai commercianti. Ci sarà anche una siepe che, geometricamente, creerà un gioco di volumi per rendere più accogliente una strada che oggi poco si presta a una passeggiata di relax.

Ma il restyling riguarderà anche i dehors dei locali che oggi tappezzano l’ampio marciapiede: la delibera di indirizzo prevede infatti «nuove componenti di arredo urbano e riordino delle occupazioni di suolo pubblico attuali». Le pavimentazioni andranno così modificate e adattate al nuovo look della strada, quindi blu, en pendant con le pensiline che correranno lungo tutto il viale. In particolare bisognerà risolvere alcuni piccoli problemi, dato che «sono state rilevate alcune criticità relative ad alcuni dehors, per la loro tipologia ma anche per la loro posizione», scrive il Comune. Un intervento, nel complesso, di cui ancora non si conosce la spesa perché il progetto definitivo va ultimato e approvato dalla nuova amministrazione con le risorse da stanziare, ma che in una manciata di mesi promette di cambiare il volto di uno dei viali più conosciuti della città.

postilla

Se il grande timoniere dei padanos accusa il terribile candidato del centrosinistra di essere un matto che vuol regalare la città a una improbabile lobby di mendicanti e drogati, sinistra riedizione della letteraria corte dei miracoli, in fondo sono fatti suoi, sgradevole strategia acchiappavoti a tradimento. Molto più fondata sarebbe invece l’accusa alla matta attualmente in carica, di aver regalato e continuare a regalare la medesima città a una corte di miracoli parallela: la lobby del commercio. Che come si sa da sempre e ovunque è maestra nell’esercitare pressioni e vendersi come salvatrice della patria, anche contro ogni evidenza: desertificano i quartieri riempiendosi le tasche, e concentrandosi via via dove conviene di più, pretendono investimenti pubblici e scombinano ogni scelta strategica per la città piegandola ai propri interessi. Naturalmente questo non vale per “il commercio” in genere, ma per il tipo di forma organizzata e di “alto profilo” che guarda caso viaggia in parallelo con la cosiddetta riqualificazione urbana.

foto f. bottini

Già all’epoca d’oro dei socialisti e dei megaprogetti fantasma (mazzette a parte) che spuntavano ogni settimana dai cassetti degli assessorati, quel grande viale ricavato dall’arretramento dei binari (la vecchia Stazione Centrale stava nell’attuale Piazza della Repubblica) era stato oggetto di mostre con immagini da boulevard post-ottocentesco, salvo poi metterci giusto un paio di strisce lastricate e allargare un po’ lo spazio dei pedoni e dei tavolini dei bar. Adesso (eventuali mazzette a parte) ci risiamo con la politica dei due forni crematori: da un lato ferro e fuoco nelle vie del commercio multietnico e integrato, dove invece di promuovere le attività innovative si mandano gli sgherri; sull’altro versante lo shopping mall strisciante, dalla privatizzazione dei portici in centro, alle incredibili pensate per la chiusura della Galleria, e adesso appunto a via Vittor Pisani, sullo sfondo assiro-milanese della facciata della Centrale.

Ma a te non va bene proprio niente, si potrebbe pensare: in fondo si tratta di un progetto di arredo urbano, che rivitalizza una via, la rimette a posto, organizza un percorso pedonale dal terminal ferroviario verso il centro storico … Il dubbio è lecito.

Ma cos’è già successo in Centrale? È stata trasformata in tutto e per tutto in un centro commerciale chiuso, salvo che ci passano dei treni e che invece dello scatolone di cemento ci sono le architetture monumentali di Ulisse Stacchini. E adesso questa promenade che vorrebbe fare il verso a certe idee della newyorkese Sadik-Kahn ma sta imboccando la direzione opposta, perché anziché innescare onde lunghe di riqualificazione concentrerà sul solo asse tutto l’interesse, risucchiandolo dalle vie circostanti, che già non brillano per sicurezza e ordine. Una specie di replica del caso Venezia col ponte di Calatrava: le Ferrovie cominciano il gioco, e il Comune magari senza neppure accorgersene (ma non è vero) suona le sue campane. Nel caso di Milano, per essere precisi, le carampane. Occhi aperti insomma, sull’ennesimo strisciante Business Improvement District (f.b.)

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