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«Project sanitari per 200 milioni l’anno»
4 Novembre 2015
Grandi opere
Consideriamo una buona notizia ogni iniziativa volta a denunciare la rapina del project financing all'italiana, da anni denunciato da inascoltati studiosi e decine di comitati di cittadini. Questa volta viene dal Veneto, ne aspettiamo altre.

Consideriamo una buona notizia ogni iniziativa volta a denunciare la rapina del project financing all'italiana, da anni denunciato da inascoltati studiosi e decine di comitati di cittadini. Questa volta viene dal Veneto, ne aspettiamo altre. La Nuova Venezia, 4 novembre 2015

L’offensiva parte da un dato: la maxi rata di 200 milioni di euro che la Regione corrisponde ogni anno a copertura delle opere realizzate in sanità con il progetto di finanza. Per questo, la Cgil del Veneto chiede al presidente della Regione di presentare una legge «per porre fine quanto sta accadendo».

La richiesta-denuncia arriva dal segretario generale Fp Cgil Veneto: «Apprendiamo che finalmente Zaia si dice pronto a rivedere i progetti di finanza in sanità e a mettere in discussione le scelte fatte fin qui. Finalmente, forse, dopo anni di inchieste, disservizi e denunce, la Regione ha deciso di affrontare, seppur con grave ritardo, questo argomento» dice Daniele Giordano «se il governatore del Veneto non vuole limitarsi a fare solo propaganda, ci aspettiamo che presenti subito una legge che ponga fine a quanto sta accadendo. Si scandalizza giustamente dei tagli che fa il Governo, ma sino ad oggi non ha fatto nulla di concreto su canoni che al 2010 valevano 154.667.352 di euro.
Parliamo di cifre al 2010 che vanno indicizzate secondo i contratti in essere di circa il 7%». Così si arriva a 200 milioni. L’obiettivo è portare alla rinegoziazione degli accordi che nel 2010 vedevano un contributo pubblico da 44.557.040 euro annui per l’ospedale dei Asolo, una rata da 30.472.733 euro per quello di Santorso, mentre l’ospedale dell’Angelo costava 54.677.579 euro l’anno e Schiavonia 24.960.000 euro. A fronte di questa situazione, e della profonda messa in discussione delle opere in project - non solo per quanto riguarda la sostenibilità economica - il governatore chiede che Roma si attivi per una legge nazionale in grado di mettere gli enti locali in condizione di difendere l’interesse pubblico.
«La revisione dei project in sanità andava affrontata insieme al provvedimento sul progetto di finanza per le infrastrutture portato in aula prima dell’estate - prosegue Giordano - se è stato possibile in quel caso, a maggior ragione valeva per gli ospedali. A questo punto Zaia farebbe bene a dire, chiaramente e una volta per tutte, se intende escludere definitivamente il project come strumento di finanziamento dalla sanità e rivedere, laddove possibile, i canoni debitori che pesano su tutti i veneti. Solo dopo, in caso, si può chiedere l’intervento normativo nazionale, ma adesso è troppo facile spostare a Roma una responsabilità che non appartiene al governo nazionale».
Il fronte più caldo in questo momento è quello padovano, con il destino del nuovo ospedale ancora tutto da scrivere: «Abbiamo chiesto ai gruppi in Consiglio regionale un’attenzione particolare su Padova - assicura il segretario regionale Fp Cgil - se Zaia non sarà conseguente alle sue parole, lascerà il dubbio che quando parliamo di sanità, e di tutto ciò che attorno ruota, ci siano interessi che questa Giunta non vuole toccare. Si potrebbe anche dubitare, se non si attuano scelte rapide, che forse qualcuno pensa ancora di utilizzare questo strumento per l’ospedale di Padova. Qualora dovesse passare la regola del project, ci mobiliteremo per opporci con tutte le nostre forze. Zaia si svegli, è ora che ponga fine a quanto sta accadendo e se lo farà realmente e non a parole, troverà il sindacato al suo fianco».
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