Egregio Salzano, innanzitutto, voglio complimentarmi con Lei per le battaglie che conduce al servizio di un'urbanistica a servizio della collettività, per la passione che la anima e per il suo notevole prestigio che mette a disposizione di chi non ha voce.
Le scrivo da Mola di Bari, un comune di 26.000 abitanti a sud di Bari, sulla costa, come rappresentante del movimento "Mola Democratica" aderente al “Coordinamento per la difesa del patrimonio culturale e contro le devastazioni ambientali”, promosso da associazioni e cittadini di Bari, Bitonto e Mola.
Le allego un file dal quale potrà evincere quale attacco una "certa" urbanistica intende portare alla struttura urbana di Mola di Bari con il c.d. "Progetto Bohigas". Nel file si rimanda ad allegati che non posso inviarle per e-mail perchè troppo voluminosi (e che comprendono gli elaborati di Oriol Bohigas) ma che posso spedirle con un CD al suo indirizzo.
Peraltro, si renderà facilmente conto della filosofia che impronta il progetto attraverso il file che riporta la premessa dell'arch. Bohigas alle tavole del progetto (per la verità non si tratta nemmeno di un preliminare, ma di un'idea progettuale come lo stesso Bohigas l'ha definita in occasione della sua presentazione qui a Mola nell'ottobre 2004). Tuttavia, è un'idea progettuale all'insegna della più spinta "deregulation" urbanistica, se è vero, come è vero, che essa prevede alcune idee dirompenti riportate già in un precedente ragguaglio urbanistico di Bohigas. E cioè:
1) per il fronte mare nord e Piazza XX Settembre: stravolgimento della fisionomia della piazza centrale del paese, sia negli arredi che nella pavimentazione (granito e porfido) che nella piantumazione che nella viabilità (realizzazione di un asse stradale a scorrimento e di un enorme parcheggio interrato);
2) Per il fronte mare sud: previsione (non ancora a livello di elaborazione progettuale come per il fronte mare nord, ma esplicito nella ricostruzione al computer effettuata dallo studio Bohigas e che allego) di 200.000 metri cubi di cemento per abitazioni e strutture alberghiere sul fronte di un previsto (anch'esso da Bohigas) porto turistico, peraltro con l'elevazione alla radice del molo di chiusura del molo di levante del porto di un grattacielo (Punta Perotti va giù e Bohigas li tira su!!!).
Ma altre emergenze e minacce incombono su questo comune amministrato dal 1996 da un centro-sinistra dal quale abbiamo preso le distanze da tempo (pur continuando a rimanere ovviamente fedeli ai nostri ideali da aver votato e fatto votare per l'Unione di Prodi alle politiche), tanto esso è lontano da scelte urbanistiche al servizio della collettività.
Infatti:
1)project financing per adibire un capolavoro del barocco settecentesco pugliese (Palazzo Roberti) a struttura alberghiera.
2) è stato approvato un Piano di Recupero Urbano (PRU) per un disastrato quartiere periferico che non prevede risanamenti e recuperi dell'esistente, ma aggiunta di nuove volumetrie su aree destinate dal PRG ad attività collettive: inutile dire che le nuove volumetrie verranno immesse sul libero mercato.
3) sulla costa a sud, nella frazione balneare di Cozze è prevista una lottizzazione che porterà all'edificazione di oltre un ettaro e mezzo direttamente sulla costa, in una delle poche zone libere rimaste, e di oltre nove ettari e mezzo immediatamente al di là della litoranea, contribuendo alla distruzione definitiva della fascia costiera.
Infatti, va sottolineato come dal 1995 sia sotto sequestro giudiziario una vasta zona sul litorale a nord di villette costruite con lottizzazione abusiva (c'è stata la sentenza penale di condanna per costruttori, tecnici e proprietari in primo grado con ordine di abbattimento e di confisca dei suoli e passaggio al Comune, ora si è in appello): alcune di queste costruzioni sono pressocchè piantate sugli scogli. Inoltre, un vecchio stabilimento oleario giace in disfacimento (con residui di amianto) sulla costa sud direttamente sul mare.
4) è in preparazione il P.U.G. che sostituirà il PRG vigente e già si annunciano nuove massicce espansioni urbanistiche nonostante manchi del tutto un Piano di recupero del centro storico.
5) la Giunta Regionale ha previsto in una zona agricola, in cui insiste già da oltre 20 anni una grande discarica per RSU su cui si hanno fondati sospetti di inquinamento della falda acquifera, la realizzazione di un impianto per produzione di CDR con la creazione di un’ulteriore discarica di servizio per l’ATO BA/5 (che raggruppa 21 Comuni del sud-est barese) e la probabile implementazione di un termovalorizzatore.
Infine, è da sottolineare che il Comune di Mola, pur avendo beneficiato di fondi comunitari Urban nel 2001 (il Piano Bohigas rientra in questa linea di finanziamento), continua a rimanere uno dei paesi economicamente più depressi della provincia e della regione come è provato dalla totale assenza di attività produttive (sebbene esista un'ampia infrastrutturazione risalente agli anni '90 realizzata con la legge n.64/86 e mai utilizzata, peraltro con un edificio per centro direzionale abbandonato e in stato di avanzato degrado) e come testimoniano costantemente i censimenti Istat e, più di recente, il rapporto 2005 sul PIL della Puglia dell'Osservatorio regionale Banche-Imprese di Economia e Finanza: http://www.bancheimprese.it/public/allegati/Pil%20Puglia2005.pdf
Nonostante questi dati statistici, che si traducono concretamente in un'elevatissima disoccupazione e una forte ripresa dell'emigrazione, domina una forte lobby politico-edilizia che è riuscita a far attestare i prezzi delle nuove abitazioni anche oltre i 300.000 euro per appartamenti da 90 metri quadri, in periferie prive di servizi e spesso senza le più elementari urbanizzazioni.
Egregio Salzano gradirei ricevere un Suo commento e alcuni consigli su come poter operare concretamente e con adeguati strumenti tecnico-legali per il bene comune in una situazione così difficile, tenuto conto che alcune associazioni ambientaliste, sebbene informate dei fatti, una volta appurato che trattasi di amministrazione di centro-sinistra hanno preferito non "compromettersi". L'unica forma organizzata che sembra produrre qualche risultato è l'aggregazione spontanea che ha dato vita al “Coordinamento per la difesa del patrimonio culturale e contro le devastazioni ambientali”, promosso da associazioni e cittadini di Bari, Bitonto e Mola. Tuttavia, è difficile superare il muro di gomma eretto dalla stampa e da associazioni ambientaliste e dai referenti dei partiti del centro-sinistra nelle sedi provinciali e regionali.
Mi scuso per la lunghezza dello scritto. Nell'attesa di un Suo cortese riscontro, invio cordiali saluti.
La ringrazio molto per le sue informazioni. I documenti e le immagini che mi ha inviato preoccupano molto, e testimoniano il fatto che il territorio è visto troppo spesso, anche a sinistra, uno strumento da impiegare per uno “sviluppo” misurato in termoi di metri cubi di cemento armato (e di crescita della rendita immobiliare) e non un insieme di risorse da impiegare con parsimonia nell’interesse dei cittadini di ogi e di quelli di domani. Poi si piangono lacrime ipocritepergli Ecomostri!
Credo che in una situazione quale lei la descrive e documenta non sono percorribili strade diverse da quelle che Mola democratica si propone: denunciare, documentare, criticare e proporre, cercando di ampliare il fronte della critica e dell’opposizione a chi malgoverna il territorio.