loader
menu
© 2024 Eddyburg
Luciano Mazzolin
Porto Marghera. La nostra storia e le nostre lotte: lavoro, salute, ambiente
29 Novembre 2018
Invertire la rotta
Intervento al Convegno Nazionale "Luigi Mara e Medicina Democrazia: la stagione del modello operaio di lotta alle nocività", Milano, 20 ottobre 2018: Per non dimenticare il ruolo importante di Medicina Democratica e di quelle lotte operaie nella difesa della salute umana e dell'ambiente. (i.b.)

Intervento al Convegno Nazionale "Luigi Mara e Medicina Democrazia: la stagione del modello operaio di lotta alle nocività", Milano, 20 ottobre 2018: Per non dimenticare il ruolo importante di Medicina Democratica e di quelle lotte operaie nella difesa della salute umana e dell'ambiente. (i.b.)

Prima di tutto voglio riproporvi il messaggio del 14 maggio2016 di Franco Rigosi di Medicina Democratica di Venezia e Mestre checondividiamo in toto:
«Luigi Mara, fondatore di Medicina Democratica nel 1976 conGiulio A.Maccacaro, ci ha lasciato, inesorabilmente colpito da un improvvisomalore nel pomeriggio del 12 maggio 2016. Impossibile, a caldo, esprimere oltreal dolore di tale perdita quanto Luigi rappresentasse per il nostro Movimento,per l’ambientalismo scientifico e il movimento operaio. Un oramai raro esempio di intellettuale incui il rigore scientifico e la chiarezza di intenti si univano a una integra (eintegrale) scelta di classe. Esigente in primo luogo con sé stesso,instancabile e incredibilmente capace di lavorare contemporaneamente sumolteplici argomenti ed iniziative, ha caratterizzato la storia quarantennaledi Medicina Democratica con un autentico umanesimo: a favore dei più deboliaffinché si risvegliasse la coscienza e l’auto-organizzazione dal basso (la nondelega). Ha inoltre portato nelle aule dei Tribunali la richiesta di giustiziae di riconoscimento della dignità per le vittime dell’organizzazionecapitalista dei luoghi di lavoro svelando la scienza (e gli scienziati) alservizio del profitto, Si è battuto per una giusta condanna dei responsabilidei tanti ecocidi sparsi per l’Italia e non solo (da Porto Margheraall’Eternit). A tutti gli appartenenti a Medicina Democratica il compito diraccogliere il testimone e proseguire, a barra diritta, nella lotta perl’affermazione della salute a partire dal diritto ad un ambiente salubre.»
La morte di Luigi Mara anche per tutti noi di Venezia,Mestre e Marghera è una perdita enorme. Io ho conosciuto Luigi nel 1986 graziead un incontro promosso da Gabriele Bortolozzo a Marghera e da allora LuigiMara è stato un punto di riferimento costante ed un aiuto per me e per tuttiquei pochi lavoratori del Petrolchimico di Porto Marghera che per moltianni hanno denunciato i molti danni cheproduceva l’industria chimica all’ambiente, che lottavano contro le produzioni cancerogene e pericolose, che lottavano per condizioni di vita e dilavoro più salubri, che lottavano perchéi diritti fossero realmente riconosciuti e garantiti. Ricordo una bellissimafrase sentita ad uno dei primi convegni di Medicina Democratica ai quali hopartecipato e che abbiamo subito “rubato” e sempre inserita nei nostridocumenti e fogli di controinformazione:
«Non è mai esistito, né mai esisterà, un posto di lavorosicuro perché nocivo ed inquinante. Dovenon si affermano sicurezza e protezione, dell’uomo come dell’ambiente, non sicostituiscono certezze occupazionali. Inogni caso, le produzioni di morte devono essere bandite ed eliminate.»
Porto Marghera: il lavoro, le lotte, la ristrutturazione, lafine di una storia
Nel 2017 il polo industriale di Porto Marghera compiva 100anni. Porto Marghera è stato uno dei poli industriali più grandi d’Italia. Nasce nel 1917 con lavori di bonifica di unaparte della Laguna di Venezia.

Il numero dei lavoratori riportato nella tabella, è quellodei lavoratori diretti, ma se si considerano anche i lavoratori delle imprese,il periodo di maggior occupazione è quello relativo agli anni 1965-1975, quandosi stavano costruendo nella seconda zona industriale i nuovi impianti,prevalentemente chimici e si stima che tra personale diretto e personale diimprese lavorassero circa 40.000 lavoratori.
Nel settore della chimica e raffinazione petrolio nel 1976,anno di punta della massima occupazione, c’erano circa 8.800 lavoratoridiretti.
Nel 2016 nell’area del petrochimico (chimica) e dellaraffineria erano occupati complessivamente circa 1.700 lavoratori diretti. Nelpolo industriale di Porto Marghera gli unici settori che sembrano tenere sonoquelli delle attività legate alla Portualità e quelle legate alla cantieristicanavale. In questo ultimo settore (Fincantieri) lavorano meno di 1.000 lavoratori diretti ed un esercitodi 3.000 lavoratori di imprese, che operano in sub-sub appalto e in condizionidi lavoro paurose, di sfruttamento e retributive da terzo mondo.
La ristrutturazione del polo industriale di Porto Marghera èiniziata nel 1981 (come in altri poli industriali italiani) e parte dallostabilimento Petrolchimico dove per la prima volta viene introdotta la cassaintegrazione speciale e il prepensionamento per un numero massimo di 616persone, ma una volta raggiunto questo numero invece di decadere rimane erimarrà in vigore sino al 1991 e tramite questo meccanismo verranno espulsi2751 lavoratori. Al Petrolchimico in questi 10 anni fiorisce un vero e propriomercato con l’istituzione di vere e proprie figure di mediatori (sindacalisti)che accompagnano i singoli lavoratori all’ufficio del personale per ottenerebuonuscite, incentivazioni all’esodo, favori, e nascono tutta una serie diclientele e giochi sporchi; su questo ci sarà anche un’indagine dellamagistratura e un’indagine interna del sindacato. Dal 1981 in poi, grazie alleorganizzazioni sindacali CGIL CISL UIL e i referenti dei partiti della“sinistra” PCI e PSI, in un vortice pauroso vengono man mano svendute esmantellate tutte le conquiste delle lotte degli anni ’60 e ’70.
Viene introdotta la nuova organizzazione del lavoro – con lacogestione della ristrutturazione continua. Vengono altresì introdotti: i“Circoli di qualità” su modello giapponese; i “nuovi contratti di FormazioneLavoro” (nuove assunzioni tramiteclientelismo politico-sindacale); la Terziarizzazione e la Lottizzazione ditutte quelle attività considerate non strategiche (queste attività vengonosubito “rilevate” da prestanomi che erano ex sindacalisti che avevano dietro aloro strutture politiche e sindacali). Vengono poi svenduti reparti e lineeproduttive ad altre società e a multinazionali che dopo un certo periodo ditempo li ristruttureranno ulteriormentee poi man mano li chiuderanno.
Questa purtroppo è la triste storia della lunga agonia diquesti ultimi anni della storia di Porto Marghera dal punto di vistaoccupazionale.
Ma nel polo industriale di Porto Marghera si sono visteanche storie molto belle
Gli anni ’60 e ’70 sono il periodo delle lotte per i dirittidei lavoratori, dei Consigli di Fabbrica, delle lotte per la sicurezza neireparti e luoghi di lavoro, delle lotte contro le fughe di gas e gli incidenti,del Sapere Operaio, dei Comitati Operai – i Comitati dei Lavoratori. Essivedono anche la nascita di un “ambientalismo operaio”, la presa di coscienzache bisognava difendere l’ambiente nel quale si lavorava e nell’ambiente nelquale si viveva.
Negli anni ’80 e ’90 emergono le esperienze di gruppi dilavoratori che facevano controinformazione e che denunciavano sia le condizionidi lavoro, che gli incidenti, le malattie, le morti sul lavoro e ladevastazione dell’ambiente e del territorio (inquinamento dell’aria, delleacque, del territorio, traffico di rifiuti, discariche abusive).
Dal 2000 in poi, si assiste alla nascita di gruppi dicittadini che lottavano per la difesa della loro salute e dell’ambiente controla chimica di morte e le lavorazioni nocive.
Porto Marghera Archivio AmbienteVenezia
Perché non si perda la memoria storica di quanto è successoin questi anni, nel 2017, centenario di Porto Marghera, abbiamo aperto unapagina facebook (qui il link) dedicata a Porto Marghera con molti materiali raccoltiin questi ultimi decenni. Sono a disposizione di tutti coloro che utilizzanofacebook e che vogliono vedere una parte molto importante della storia e dellelotte per i diritti sul lavoro e sul diritto a vivere e lavorare in un ambientesalubre.
Chi visiterà questo vero e proprio archivio troverà: foto,volantini, documenti, manifesti, interpellanze, dossier, libri e molti articolidei giornali locali e nazionali che raccontano la nostra storia e le nostrelotte. [1]

In particolare vi segnaliamo:

  • articoli e alcuni numeri di giornali del movimento operaio "Lavoro Zero", "Controlavoro", “Medicina Democratica”;
  • i volantini del Comitato Operaio/Comitato dei Lavoratori;
  • i volantini e dossier dell'Agenzia di Informazione Coorlach e di Medicina Democratica;
  • il giornale di fabbrica RESIDUO, i numerosi Dossier su diverse problematiche;
  • alcuni documenti del sindacato di base ALLCA-CUB;
  • le denunce che hanno fatto partire le indagini e poi il Maxiprocesso Petrolchimico;
  • la storia dell'Associazione Gabriele Bortolozzo;
  • le denunce dell’Associazione Esposti Amianto e di Franco Bellotto che ha portato al Processo; Fincantieri ex Breda sulle morti da Amianto.
Troverete momenti della storia e delle lotte operaie per la difesa dei diritti e della salute, del "Sapere Operaio" e dei ragionamenti che facevamo in quegli anni:

  • cosa produrre, come produrre, per chi produrre;
  • lavorare meno, lavorare tutti;
  • garantire il lavoro o garantire il reddito (salario minimo garantito).
Sono cose e storie di cui oggi molti dei vecchi protagonisti ha rimosso dalla memoria e che le nuove
generazioni non conoscono. Sono documenti che possono far capire che un altro tipo di mondo sarebbe possibile e che se si vuole si può tentare di cambiarlo veramente.

Tutti i documenti cartacei raccolti sono stati depositati e sono consultabili presso l’IVESER (Calle Michelangelo 54 P, Zitelle, Giudecca, Venezia) all'interno del Fondo Porto Marghera costituito da 28 raccoglitori di cartone.
Il materiale raccolto è stato ordinato per data, documentazione varia che va dal semplice volantino o articolo di giornale a documenti più consistenti come libri, giornali e opuscoli di fabbrica, verbali dei Processi Petrolchimico e Breda Fincantieri e documenti anche tecnici che affrontano anche problematiche produttive.
Presso l’IVESER troverete anche altri fondi con documenti sulla storia di Porto Marghera: Fondo Franco Bellotto, Fondo Luigi Scatturin, Fondo Emanuele Battain, Fondo Cesco Chinello.

Presso il Centro di Documentazione di Storia Locale di Marghera (Biblioteca di Marghera, Piazza Mercato, Marghera) troverete: Fondo AmbienteVenezia – Luciano Mazzolin, Fondo Associazione Gabriele Bortolozzo; Fondo Augusto Finzi.

Nel sito di https://www.medicinademocratica.org/wp/ sono consultabili e facilmente scaricabili i documenti di due archivi di AmbienteVenezia: Porto Marghera e Ambiente Laguna e Territorio, con documenti fino a dicembre 2011.

Qui i link alle schede di dettaglio allegate all'intervento, relative a tre esperienze (con link per accedere al documento pdf):

Scheda 1:Agenzia di informazione COORLACH
Scheda 2: Assemblea Permanente Contro il Rischio Chimico
Scheda 3: Il processo petrolchimico

Note

[1] L’archivio AmbienteVenezia è curato da Luciano Mazzolin. Email: luciano.mazzolin@libero.it

ARTICOLI CORRELATI
21 Marzo 2019

© 2024 Eddyburg