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Livia Minchilli
Piero Sansonetti: «Ma quale scandalo, contestare è legittimo»
6 Aprile 2006
Articoli del 2005
Il potere si ossequia, non si turba con l'espressione del dissenso. Qualcuno non la pensa così. Corriere della Sera, 3 agosto 2005

ROMA — «Libero fischio in libero Stato, diceva Sandro Pertini, e io sono assolutamente d'accordo». Piero Sansonetti, direttore di Liberazione, non si scandalizza per la rumorosa accoglienza che Bologna ha riservato a Giulio Tremonti: «E' sbagliato indignarsi».

Approva il comportamento della folla?

«I fischi sono sempre legittimi, i sassi mai. Invece di scandalizzarsi, bisognerebbe interrogarsi sul perché questo avvenga e avere più rispetto per i sentimenti di persone che da 25 anni aspettano delle risposte».

Quindi, fosse stato in piazza, si sarebbe unito alla contestazione?

«Ci sono mille buone ragioni per fischiare Tremonti, ma è ovvio che stavolta non ce l'avevano direttamente con lui. Ha pagato la colpa di essere un governante, e i governanti sono stati sempre fischiati in quella piazza, e di essere di destra, perché alla destra viene addebitata la strage».

Ma lei avrebbe fischiato o no?

«No. O meglio, avrei fischiato Tremonti solo in quanto rappresentante di tutti i governi dal 1980 ad oggi, compresi quelli di centrosinistra».

Però Cofferati e Bolognesi avevano chiesto una cerimonia composta e anche secondo Prodi sarebbe stato meglio evitare le contestazioni.

«E' andata così, non facciamone un dramma. Invece di insultare chi fischia bisogna capirne le ragioni, tenere conto delle emozioni della piazza».

La Casa delle libertà parla di odio, accusa la sinistra di strumentalizzare queste manifestazioni in funzione anti-Berlusconi.

«Era tutta la piazza a fischiare e comunque anche i governanti di centrosinistra in passato sono stati contestati. Ripeto: è necessario comprendere il clima di sdegno per una strage di cui ancora non si conoscono i mandanti e di cui ora si vorrebbero mettere in dubbio pure gli esecutori».

Si riferisce alla «pista araba» di Cossiga?

«Allora lui era presidente del Consiglio e uno dei massi dirigenti della Democrazia cristiana, è coinvolto in quegli anni terribili in cui la destra faceva politica tirando le bombe contro la sinistra. Se sa qualcosa di vero lo dica, altrimenti abbia il buon gusto di tacere».

Quindi non è d'accordo con chi chiede la riapertura del processo?

«Non mi pare ci siano fatti nuovi. Piuttosto è ora di eliminare il segreto di Stato, cosa di cui il centrosinistra dovrà farsi carico se tornerà al governo. Anzi, mi chiedo perché non l'abbia già fatto».

Ci sono mille buone ragioni per prendersela con Tremonti, ma questa volta ha pagato solo la colpa di essere un governante. Più rispetto per i sentimenti delle persone che attendono risposte da 25 anni

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