L’art. 101 del Codice Urbani individua e definisce, tra i luoghi della cultura, anche il “parco archeologico”: esso, a differenza dell’“area archeologica”, non è un semplice sito, ma un ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori storici paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo all’aperto. Era ora che si definisse cosa è, o dovrebbe essere, una parco archeologico, ma, purtroppo, nonostante consessi qualificati, riunioni programmatiche e dibattiti strategici di illustri esperti del settore, fattivamente ancora non si può far aderire una definizione, così semplice e lineare, ad una realtà concreta, tangibile ed innestabile su un preciso territorio, molto spesso o quasi sempre urbanizzato. Il parco archeologico sfugge all’identificazione, almeno per ora. Ma la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, che ha il privilegio, faticoso ma costantemente assiduo, di essere preposta alla tutela e alla valorizzazione anche del comprensorio attraversato dalla Via Appia Antica, concretamente vuole applicare la citata definizione alla realtà dell’Appia, poichè in essa riconosce questa specifica valenza di museo all’aperto.
E’ per questo che la Via Appia Antica, con la sua sede stradale, con il suo basolato, le sue crepidini, le sue ottocentesche macere, i monumenti ad essa prospicienti e le aree archeologiche e monumentali ad essa connesse, tutti sono considerati e trattati, dal punto di vista delle tutela, della valorizzazione e della fruizione, come unitario complesso archeologico e monumentale, pur nelle sue specificità, unico al mondo. Ma qui il parco archeologico vero e proprio ancora è lontano…: molte, troppe le edificazioni succedutesi dagli anni ’60 dello scorso secolo fino ad ora, enorme ed abnorme il numero di abusi su questo territorio, nonostante le norme d’attuazione del PRG del 1965 lo avessero coraggiosamente inserito in zona N, Parco Pubblico e come tale reso inedificabile. La Soprintendenza ogni giorno lotta, insieme ad altri Enti territoriali “sensibili” alla tutela, per sottrarre agli illeciti edilizi questo prezioso territorio. Uno strumento di lotta è, quando ci siano presupposti legislativi e favorevoli condizioni finanziarie, l’acquisizione, cioè l’inserimento nel patrimonio disponibile del demanio dello Stato di porzioni di questo territorio, che, una volta consegnate alla Soprintendenza, possano essere utilizzate con le migliori finalità per la tutela finalizzata allo sviluppo della cultura.
Il prossimo 4 febbraio, su richiesta immediata e specifica, alla Soprintendenza verrà consegnato, dall’Agenzia del Demanio (che lo aveva inopinatamente messo al pubblico incanto) un terreno prospiciente la Via Appia Antica e la Via dell’Aeroscalo, in località Fioranello. Non è grande (è solo 1,50 ha.) ma sarebbe stato sufficiente, vista la vicinanza con l’aeroporto G.B.Pastine di Ciampino, per divenire un bel parcheggio di autoveicoli, o un centro benessere, con tanto di piscina, per i poveri viaggiatori dell’aeroporto dopo le fatiche del volo (come dichiarato da un acquirente interessato in un colloquio telefonico con responsabili della Soprintendenza). Grazie al continuo monitoraggio, anche di procedure di compravendita eo amministrative, che la Soprintendenza opera ai fini della tutela, è stata possibile questa piccola acquisizione, ma grande nel valore: lo Stato deve tutelare questo territorio in tutti i modi, anche riscattandolo da un improprio eventuale uso privato. In questo caso la consegna alla Soprintendenza sarà inoltre priva di oneri finanziari, poiché l’immobile era già nel patrimonio demaniale: sarà invece onere della Soprintendenza garantirne la pulizia ed il decoro, realizzando in esso un “presidio”, magari nell’edificio tecnico presente, a salvaguardia di un tratto stradale della Via Appia Antica, che, non ancora interessato dai previsti lavori di restauro e riqualificazione finora condotti nei tratti immediatamente precedenti, appare piuttosto una landa di crateri marziani che un antico prestigioso asse stradale, dove ancora imperversa la sosta selvaggia delle automobili…
Ma un passo alla volta tenacemente, “il parco archeologico” sarà.
L’autrice lavora nell’Ufficio Appia della Soprintendenza Archeologica Speciale per Roma e Ostia.