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Piano di Governo del Territorio: la Milano del Futuro
1 Giugno 2010
Milano
In un piccolo gruppo di articoli dalle edizioni locali del Corriere della Sera e la Repubblica, 1 giugno 2010, alcuni dettagli, luci, ombre, punti in sospeso di un “accordo” pare definitivo Pd-Pdl (f.b.)

La Repubblica ed. Milano

Accordo sulla rivoluzione urbanistica ma resta fuori il nodo del Parco Sud

di Stefano Rossi



Dopo cinque mesi e mezzo di ostruzionismo, sul Piano di governo del territorio maggioranza e opposizione raggiungono un accordo. Mediazione faticosa e incompleta, che esclude il Parco Sud, sul quale ci si confronterà in aula. Soddisfatta il sindaco Letizia Moratti, con tutto il centrodestra. Polemica, malgrado l’intesa, l’opposizione, che annuncia voto finale contrario. Ma le nuove regole lasciano perplessi gli urbanisti: «Milano potrà sostenere altri cento milioni di metri cubi di costruzioni?» si chiede Federico Oliva del Politecnico.

Pgt, ora si può. L’accordo politico cercato invano fin dallo scorso 15 dicembre, quando il primo consiglio comunale sulle nuove regole urbanistiche fu vanificato dalla mancanza del numero legale, è stato raggiunto ieri. Non totale, perché resta fuori il Parco Sud, ma ampio. Non definitivo, perché l’opposizione voterà comunque contro il provvedimento, ma l’ostruzionismo, (va ricordato, anche interno al Pdl), è finito: in cinque mesi erano stati smaltiti appena 244 dei 1.395 emendamenti originari. Ora i 1.151 rimasti si ridurranno a un centinaio: una cinquantina sul Parco Sud, una ventina della maggioranza di carattere tecnico e infine i diciannove che recepiscono i risultati delle trattative.

Così il Piano di governo del territorio sarà adottato, si calcola, il 28 giugno. A luglio i tecnici lo riscriveranno in base alle modifiche. Pausa concordata ad agosto, i trenta giorni per le osservazioni di associazioni e cittadini scatteranno a settembre. Da ottobre, la corsa per l’approvazione in seconda lettura in tempo per la campagna elettorale della rielezione del sindaco, che ieri è scesa in aula a festeggiare «un lavoro molto costruttivo, grazie al quale Milano potrà beneficiare di uno sviluppo più armonioso, nell’interesse pubblico. Sarà una città più verde, con più edilizia sociale, più infrastrutture e servizi sociali più vicini alle abitazioni. La maggioranza ha dimostrato di saper governare e questo spesso significa essere capaci di ascolto e di mediazione». La Moratti ha rinunciato al viaggio a Shanghai a metà giugno per seguire le sedute di Consiglio.

Attenzione, l’avverte però in aula il capogruppo del Pd, Pierfrancesco Majorino: «Non è finita. Non solo voteremo contro, pensiamo anche che il centrodestra non ce la farà per il 2011. Abbiamo ridotto il danno del Pgt e in alcuni casi lo abbiamo migliorato». Poi una battuta ad uso del suo partito: «Ai colleghi che frequentano altri palazzi dico che il confronto duro dall’opposizione paga, le cose non vanno chieste alla maggioranza per favore e con timidezza».

Il centrosinistra giudica di aver portato a casa parecchio. Il tunnel dalla Fiera da Rho a Linate caro al centrodestra è quasi fuori gioco, venendo subordinato al giudizio di fattibilità del Piano urbano della mobilità. Inoltre non potrà avere contributi pubblici. Sugli Ambiti urbani di trasformazione (Atu), i grandi progetti urbanistici, si costruiranno 3 milioni di metri cubi in meno sui 7-8 previsti.

Negli stessi Atu il verde aumenta di un milione di metri quadrati, mentre la quota di housing sociale è portata al 35% e resa obbligatoria (tranne allo scalo Farini: 20 per cento). È più stringente per le Ferrovie l’obbligo di investire in infrastrutture i ricavi della dismissione dei loro scali: «In particolare sulla metropolitana leggera Circle Line», dice il verde Enrico Fedrighini. Per l’area Expo è sancita una sostenibilità ambientale anche dopo il 2015.

«Resta fuori il Parco Sud», sottolinea Milly Moratti (Milano civica). Il centrodestra ha rifiutato di ridurre a 0,10 (da 0,20 del Pgt) l’indice edificatorio, ma porterà in aula la mediazione dello 0,15 offerta al tavolo. Nessun chiarimento sulla perequazione: «Ma il regolamento verrà redatto dal consiglio e il meccanismo sarà vigilato da una Authority pubblica», spiega il capogruppo Pdl, Giulio Gallera.

«Accordo all’insegna del pragmatismo - sostiene l’assessore all’Urbanistica, Carlo Masseroli - anche l’opposizione ha lavorato per il bene della città. Non avere regole è peggio che averle, sebbene non del tutto condivise». Il leghista Matteo Salvini, soddisfatto per l’esito generale della trattativa, vuole «l’obbligo di una buona classe energetica, la "B", per le nuove costruzioni. C’è il consenso di Assimpredil». Il clima è favorevole, ieri è stato approvato un emendamento bipartisan per fissare nel regolamento edilizio un livello minimo elevato di ecosostenibilità.

Scompare la tradizionale destinazione d’uso: residenziale, industriale, commerciale, terziaria. Ogni area è libera. A evitare che si metta una discoteca (una fabbrica no, le industrie insalubri vengono espulse dalla città) vicino a un ospedale dovrà pensare una forte regia pubblica, costante di tutto il Piano. O i Piani attuativi per singole aree, quando previsti.

[Gli spazi pubblici ]

Milano è grande 180 milioni di metri quadrati. Un terzo viene destinato a spazi pubblici, compresi però quelli esistenti. Nella categoria rientrano strade e piazze, giardini e parchi ma anche negozi e laboratori artigiani. Supermercati, ospedali, impianti sportivi ne fanno parte quando non sono considerati sovralocali per le loro dimensioni (come lo stadio Meazza). Gli spazi pubblici, meno appetibili economicamente, non sono conteggiati nella volumetria. L’idea è che il costruttore li inserirà più volentieri in progetto, perché non gli toglieranno cubatura e daranno pregio agli edifici. È il metodo adottato a Londra, Barcellona, Lione.

[Indice volumetrico ]

L’indice generale per qualune area cittadina è di 0,50 metri quadrati per metro quadrato di superficie. Questa è la soglia minima, un tetto massimo non c’è ma il Pgt non ha per ora previsto zone dove salire sopra i 2, come in via Stephenson. L’attribuzione dell’indice non significa che ogni area sia edificabile, apre semplicemente la via alla perequazione.

[Perequazione ]

Una delle maggiori novità del Pgt. Perequare significa scambiare l’indice assegnato a un’area non edificabile con denaro o con la possibilità di costruire di più in un’altra proprietà. Come contropartita, il Comune acquisisce l’area il cui indice è stato perequato. L’unico modo, si sostiene, di rendere pubblico e fruibile il Parco Sud. La giunta non ha reso noti i criteri di funzionamento della Borsa o Banca dei diritti volumetrici, ancora non istituita. Il centrosinistra ha ottenuto che sia messa sotto il controllo di una Authority pubblica.

[Densificazione ]

Un altro dei punti qualificanti del Piano. Densificare vuol dire che si costruirà lungo gli assi più infrastrutturati da strade di grande calibro, ferrovie, metropolitane. La densità è consentita se comprende una quota proporzionale di servizi.

[rottamazione ]

È speculare alla densificazione. Il Pgt prevede la distruzione parziale e graduale di diversi quartieri periferici ormai deboli per età e qualità del costruito. Andranno riedificati con criteri nuovi, fra i quali il risparmio energetico.

[Risparmio energetico ]

Il Pgt ne parla molto e molto ci sarebbe da fare. Solo lo 0,5% delle case milanesi si guadagna la categoria A, quella con consumo fra 1,5 e 3 litri di gasolio per metro quadrato all’anno. La media milanese è di 20. Centrosinistra e Lega vorrebbero obblighi più stringenti nel Piano[. Su questi temi sarebbe favorevole anche Assimpredil.

[Ambiti di trasformazione]

Gli Atu sono grandi aree con uno o pochi proprietari. Tipicamente, gli scali ferroviari in via di dismissione come Farini, Porta Genova, Greco, Lambrate (1.280.000 metri quadrati) il demanio militare (1.400.000 metri quadrati a Baggio). Il valore complessivo supera i 6 miliardi. Saranno oggetto di funzioni complesse, vedi l’ipotesi di stadio a Baggio, ma certamente ospiteranno anche molte abitazioni, uffici, spazi commerciali. Il Comune impone che almeno il 50% sia destinato a verde (l’opposizione per Farini ha strappato il 65%, housing ridotto al 20), dunque vedremo molti grattacieli. Ma per i progetti dettagliati è presto.

[Housing sociale ]

In tutti gli Atu e nelle altre aree di densificazione era contemplata una quota di housing sociale che il centrosinistra è riuscito a rendere obbligatoria (30mila case in tutto). Appartiene al Pgt l’idea che l’housing sociale sia diffuso e non concentrato in quartieri-ghetto.

[Forma e dimensioni]

Da città radiocentrica, Milano si deve trasformare in una rete di 88 quartieri, ciascuno con piazza, scuola, parco, parcheggio, negozi, pista ciclabile, metrò, impianto sportivo e così via. In alcuni casi (Greco, Bovisa, Porta Romana, Ortles, Lambrate) il Pgt vuole reinventare una identità compromessa dalla delocalizzazione delle industrie. Il modello della città reticolare è Londra, per il rapporto fra la compattezza delle aree costruite e la miglior qualità degli spazi aperti ci si è ispirati a Madrid e Barcellona. Si vuole aumentare la popolazione, anche se da 2 milioni di abitanti si è scesi a 1,6. E poiché non si vuole consumare altro suolo, Milano si svilupperà in altezza.



la Repubblica ed. Milano

"Troppe nuove costruzioni senza verde e servizi così la città andrà in crisi"

intervista a Federico Oliva, di Teresa Monestiroli

Federico Oliva, presidente dell’Istituto nazionale di urbanistica e professore del Politecnico, che cosa ne pensa del Piano di governo del territorio?

«Qualche riserva ce l’ho, anche se il fatto che Milano si dia delle nuove regole dopo trent’anni è positivo. Gli ultimi interventi, seppur importanti, sono stati del tutto casuali, senza alcuna strategia».

Che cosa non la convince?

«Prima di tutto il fatto che a parole il Pgt aspira a una dimensione metropolitana, ma di fatto non è così. Tutte le aree di trasformazione sono all’interno dei confini di Milano, le stesse linee metropolitane si fermano dove finisce la città. Il Piano non ha il respiro metropolitano che dovrebbe».

Un domani arriveranno i piani di cintura urbana della Provincia che si occuperanno dell’hinterland.

«Milano è una città piccola come territorio e quasi interamente costruita. Concentrare tutte le volumetrie della perequazione all’interno della città rischia di non essere sostenibile».

Il rischio è un’eccessiva densificazione?

«Sì. Nel Pgt si parla di 36 milioni di metri cubi in più (pari a 12 milioni di metri quadrati di superficie da edificare) solo nelle aree di trasformazione. A questi ne vanno aggiunti almeno il doppio, 72 milioni, come possibilità di intervento nelle aree già edificate. Su questo secondo punto il piano è molto generoso».

Il totale supera i 100 milioni di metri cubi.

«Appunto. Non mi spavento di fronte a questi numeri, quello che mi preoccupa è se la città è in grado di sostenerli. Una città che già soffre di eccessiva densità in alcune zone, di mancanza di verde, spazi pubblici, servizi e infrastrutture».

Masseroli ha sempre difeso il suo Piano sostenendo la necessità di avere uno strumento più flessibile e meno rigido del vecchio piano regolatore. L’assenza di regole non è pericolosa?

«Il passaggio a un piano più flessibile è importante ed era necessario. Il problema è che questo nuovo impianto comporta una capacità gestionale che non vedo nell’amministrazione pubblica. Quando indebolisci il sistema delle regole devi avere una forte capacità di gestione per bilanciare».

Uno dei punti cruciali della trattativa è stato il tunnel Rho-Linate. Lei è favorevole o contrario?

«Contrario. Il progetto del tunnel sostiene ancora una volta le automobili come strumento di mobilità privilegiato. L’uso dell’auto va ridotto e basta. Invece Palazzo Marino fa ricorso a una serie di palliativi, come Ecopass, che non risolvono il problema dell’inquinamento. Il tunnel è solo un ulteriore incentivo a muoversi in macchina per la città, anche se poi le auto finiranno sotto terra. Cosa succederà vicino alle rampe?».

C’è stato un acceso dibattito anche sulle volumetrie nel Parco Sud.

«Non sono contrario di principio alla compensazione di volumetrie per acquisizione di aree da parte del Comune, il problema è che la perequazione genera grande edificabilità che sarà localizzata in città».

Che problemi potrebbero esserci?

«Aumentare la densità di abitanti, o di terziario, genera problemi di mobilità, per esempio. Ma anche carenza di servizi. Masseroli continua a insistere che tutte le nuove trasformazioni urbanistiche avverranno su ferro, servite quindi da una mobilità di massa ed ecologica. Mi auguro che questo principio venga rispettato perché sappiamo bene che gli ultimi grandi interventi hanno fatto affidamento solo sull’auto, dalla Bicocca a Citylife».

Il Pgt porterà in città l’housing sociale.

«Bene, purché per housing sociale si intenda edilizia in affitto a canone sociale e non vendita a prezzi calmierati perché è di questo che Milano ha bisogno

Il Corriere della Sera ed. Milano

Urbanistica, accordo Pdl-Pd

di Maurizio Giannattasio

Addio al vecchio piano regolatore. Dopo sei mesi di battaglie a colpi di emendamenti in aula, maggioranza e opposizione sono riusciti a trovare l’accordo: il piano del governo del territorio verrà adottato entro il 28 giugno. In tempo utile per arrivare all’approvazione definitiva entro gennaio 2011 prima della scadenza del mandato Moratti. Resta fuori dall’accordo il Parco Sud: gli emendamenti dell’opposizione non verranno ritirati.

Nove sedute per dare il via alla rivoluzione urbanistica e ritirare gran parte dei 1.350 emendamenti che hanno bloccato a lungo il Pgt. Alla fine ne dovrebbero rimanere un centinaio. Le trattative condotte in grande solitudine dall’assessore Carlo Masseroli sono state faticose. Alla fine, la «mediazione», a detta di maggioranza e opposizione è stata al rialzo, anche se rimangono le differenze e i distinguo.

Partiamo dal vero ostacolo: il tunnel Expo-Linate. È tutto rimandato al Piano urbano della mobilità che stabilirà la necessità o meno dell’opera infrastrutturale. Con un codicillo: se il Pum dovesse approvare il tunnel, non potranno essere comunque utilizzati soldi pubblici per la sua realizzazione.

Altro capitolo l’housing sociale. La mediazione ha portato a un innalzamento della quota di edilizia sociale negli scali ferroviari e negli ambiti di trasformazione urbana: non potrà essere inferiore al 35 per cento. Significano circa 30 mila alloggi a canone moderato. Tranne che nello Scalo Farini dove la quota si fermerà al 20 per cento in quanto il resto sarà destinato a verde. Anche qui c’è un vincolo: le plusvalenze derivanti dal cambio di destinazione verranno investiti nel trasporto pubblico, in particolare nella Circle Line meneghina come chiesto dal verde Enrico Fedrighini. Altro risultato: sono stati ridotti i metri cubi di volumetrie nelle aree di trasformazione urbana: 3 milioni di metri cubi di cemento in meno. In compenso, si è alzata la percentuale di verde con un milione di metri quadrati in più.

Niente accordo invece sul Parco Sud. Gli indici di scambi volumetrici restano fermi allo 0,15 per cento. Pari a circa 4.800.000 metri quadrati da costruire nel resto della città, 1 milione e 600 mila metri quadrati in meno rispetto a prima. Il centrosinistra non ci sta. E gli emendamenti sul Parco Sud non verranno ritirati.

«È un momento molto importante per la città— attacca il sindaco Letizia Moratti —. C’è stato un lavoro molto importante del consiglio comunale e la maggioranza ha dimostrato una grande capacità di ascolto e di mediazione con l'opposizione e l’opposizione ha lavorato nell’interesse della città».

«Il Pgt resta pericolosamente ambiguo sul meccanismo della perequazione — replica il capogruppo del Pd, Pierfrancesco Majorino che nonostante l’accordo ha annunciato il voto contrario del Pd — ed è solo grazie al nostro atteggiamento così duro se siamo riusciti a ridurre 3 milioni di metri cubi di cemento, ad aumentare 1milione di metri quadrati di verde e a portare il tunnel stradale Linate-Expo su un binario morto». E avverte la maggioranza: «Bene l’accordo, ma il centrodestra dovrà garantire sempre il numero legale».

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