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Pgt Milano: indietro le lancette dell’iter
12 Luglio 2011
Milano
Lunga rassegna dai giornali 9 luglio 2011: strategie, contrasti e convergenze possibili sul piano urbanistico del capoluogo. Informativa di giunta scaricabile (f.b.)

La Repubblica

Verde e nuovi grattacieli un anno per cambiare il Pgt

di Teresa Monestiroli

Il Piano di governo del territorio «non rispecchia l´idea di città dell´attuale maggioranza». Quindi, all´unanimità, la giunta ha deciso «di mettere alcuni paletti al documento» prima che entri in vigore, in attesa di «riscrivere le regole dello sviluppo del territorio». In particolare: verrà tutelato di più il Parco Sud, verrà data priorità al verde, saranno rivisti i volumi previsti all´interno degli ex scali ferroviari e gli indici di costruzione negli ambiti di trasformazione urbana perché «in alcuni casi spaventano». Un anno per la revisione. Nel frattempo, il Comune lavorerà a un nuovo Piano che «rispecchi meglio «la città dei nostri sogni».

È Ada Lucia De Cesaris, il nuovo assessore all´Urbanistica, a illustrare la strada che ieri la nuova amministrazione ha scelto per modificare il Pgt, ancora in attesa di pubblicazione. Scartate le ipotesi di revocare l´adozione - ci vorrebbe troppo tempo - e di pubblicare il Piano avviando contestualmente le procedure per la variante - come chiesto da una parte del Pd - , la giunta Pisapia torna alla valutazione dei pareri degli enti e delle 4.765 osservazioni presentate dai cittadini per modificare, dove è possibile, il documento il più in fretta possibile in modo da rispettare la scadenza del 31 dicembre 2012 fissata dalla Regione.

La revoca dell´approvazione, che prima sarà votata dalla giunta poi passerà al vaglio del consiglio comunale, «ripristina il diritto di partecipazione dei cittadini - spiega De Cesaris - e consente di superare i ricorsi presentati al Tar», permettendo al contempo «di apportare alcune importanti modifiche al Piano, anche tenendo conto degli indirizzi usciti dai recenti referendum cittadini». Un processo che prenderà tempo ed energie. Il primo passo sarà quello di rileggere tutte le osservazione e stabilire quali accogliere. Il secondo il passaggio in consiglio comunale, seguendo il metodo dell´accorpamento per gruppi questa volta «davvero omogenei» assicura l´assessore. Un iter lungo e che preoccupa il Pd, con il capogruppo Carmela Rozza che dice: «Continuiamo ad avere le preoccupazioni evidenziate al sindaco sui tempi di questo percorso, ma prendiamo atto della decisione e sosterremo i provvedimenti lavorando affinché siano approvati nei tempi più brevi possibili».

Timori a cui risponde lo stesso Pisapia: «Ci impegniamo a concludere entro la prossima estate - garantisce - . La nostra decisione non bloccherà lo sviluppo dell´economia né i lavori già approvati o che possono essere approvati, ma soprattutto impedirà quella carneficina che avrebbe significato nuovi grattacieli e nuove case per soggetti che non sono in grado di pagarle». Al contrario, «sarà un passo avanti perché eviterà quei ricorsi, del tutto fondati, che sarebbero arrivati se il Pgt fosse stato pubblicato così come l´ha pensato il centrodestra». Non a caso, conclude Pisapia, la precedente amministrazione ha deciso di rinviare l´atto di pubblicazione. «O erano convinti di perdere le elezioni - ironizza - oppure non erano convinti del Piano». «La scelta della giunta - commenta Basilio Rizzo, presidente del consiglio comunale - corrisponde bene alla doppia esigenza di consentire agli operatori di svolgere la loro attività in un sistema garantito di regole e rispettare l´impegno assunto da Pisapia con i cittadini».

La Repubblica

Coraggio

di Roberto Rho

Con il primo gesto di coraggio di un inizio mandato guardingo, la giunta Pisapia ha ufficializzato lo stop al Piano di governo del territorio. Annunciando contestualmente il riesame delle osservazioni dei cittadini e soprattutto l´avvio di una riflessione per redigere un piano radicalmente nuovo. È una scelta equilibrata e coraggiosa insieme, che supera d´un balzo l´obiezione falsa e strumentale della destra – che da mesi continua a camuffare la fretta di immobiliaristi e costruttori di veder subito in vigore il Piano, confezionato su misura dei loro interessi, come una necessità imprescindibile della città – e anche le molte resistenze di un´ala del centrosinistra (del Pd, in particolare), che ancora ieri preferiva sottolineare le perplessità per il percorso scelto dalla giunta. È la stessa ala che più o meno dodici mesi orsono, assecondando probabilmente le pressioni degli interessi immobiliari "rossi", lasciò cadere centinaia di emendamenti spianando la via all´adozione del Pgt in Consiglio Comunale. I milanesi, con il voto di metà e fine maggio e con i referendum di metà giugno, hanno detto esplicitamente come la pensano.

Il Pgt Masseroli-Moratti, che attribuisce indici di edificazione anche alle aree agricole del Parco Sud, salvo poi trasferire i diritti in altre zone della città (con ciò regalando rivalutazioni milionarie ai proprietari) non va. Gli indici di edificazione attribuiti agli ex scali ferroviari e ad altre zone di prossima cementificazione non vanno. Ma non va l´intero Pgt, perché è costruito su principi sbagliati: la previsione di un aumento della popolazione di diverse centinaia di migliaia, l´assunto secondo cui sarà l´offerta (esorbitante) a muovere la domanda, e non viceversa, la sproporzione tra nuove costruzioni di fascia alta – largamente prevalenti – e nuovi alloggi a prezzi popolari o calmierati, il disinteresse per le migliaia di appartamenti e uffici vuoti, perché sfitti o invenduti.

Dunque, revocare l´approvazione del Pgt e riesaminare le osservazioni dei cittadini frettolosamente cestinate dalla Moratti è, oltre che doveroso, utile per intervenire chirurgicamente sui punti nevralgici del Pgt. Ma è politicamente ancor più rilevante l´intenzione espressa dal sindaco di voler scrivere un Pgt nuovo, costruito su un´idea di città radicalmente diversa da quello della Moratti (ammesso e non concesso che ne avesse una). È il mandato che la maggioranza dei milanesi – con la loro partecipazione al voto entusiasta e contagiosa – hanno affidato al nuovo sindaco. E sarebbe bene che tutti i partiti di centrosinistra ne tenessero conto.

La Repubblica

"Hanno deciso di fermare tutto così saranno travolti dai ricorsi"

Intervista all’ex assessore Carlo Masseroli, di Rodolfo Sala

«Tra le scelte possibili, hanno fatto quella peggiore». È il commento a caldo dell´ex assessore all´Urbanistica Carlo Masseroli, padre del Pgt revocato dalla nuova giunta. «Così - aggiunge - ha vinto l´élite borghese e ha perso la politica».

Spieghiamo, consigliere Masseroli?

«Il nostro Piano non piace al sindaco e ai suoi assessori? Bene, allora sarebbe stato molto più onesto da parte loro buttarlo via e rifarlo daccapo. E invece non dicono che cosa vogliono cambiare del Pgt, lo modificheranno in base alle osservazioni che sono pervenute. Si va alle calende greche».

Anche riscrivere daccapo il Pgt comporta tempi molto lunghi.

«C´era un´altra strada, la stessa che aveva suggerito il Pd. In sintesi: alcune cose le condivido, altre voglio cambiarle, quindi si può depositare il Pgt approvato dalla vecchia giunta e fare una variante».

Però Pisapia assicura che Milano avrà il nuovo Pgt entro il termine di legge del 31 dicembre 2012...

«Mi sembra alquanto improbabile. Non solo si allungano i tempi, ma si apre una fase di ricorsi da parte degli operatori che non potranno cominciare a lavorare. Quando prevalgono gli aspetti giuridici, la politica è finita, si ferma tutto e vince l´élite borghese composta da quanti non hanno alcun interesse all´housing sociale».

Scusi, ma allora perché il Pgt non l´ha fatto entrare in vigore lei?

«Perché, come scrive il nuovo assessore De Cesaris nella sua informativa, non si è ancora concluso il lavoro di adeguamento dei documenti alla luce delle osservazioni arrivate in Comune. La verità è un´altra».

E cioè?

«Può anche starci che alla nuova giunta non piaccia la modalità con la quale noi volevamo restituire il Parco Sud alla città, attraverso il meccanismo delle perequazione. Ma quel metodo era stato condiviso almeno dal Pd. E poi i grattacieli: vanno bene solo i due progettati da Boeri a Porta Garibaldi? Ripeto, era meglio la variante. Ma non l´hanno fatta per ragioni politiche».

Quali?

«Avrebbero dovuto far ritirare il ricorso contro il nostro Pgt presentato da Rizzo e compagni. Non sono stati in grado di convincerli, vuol dire che non sono compatti. E che il Pd è stato sconfitto».

La Repubblica

Il Parco Sud appeso a un indice la giunta prepara il salvataggio

di Teresa Monestiroli

Se si vuole preservare il Parco Sud come area agricola, perché assegnare ai terreni verdi un indice volumetrico da riversare altrove? E ancora: tutto quel cemento "in potenza" accumulato nel parco dove atterrerà? La città sarà in grado di assorbirlo? Il futuro del Parco Sud si gioca tutto intorno a queste domande, riassunte in una delle tante osservazione al Pgt che la giunta Moratti ha respinto.

Osservazione che ora la nuova amministrazione vuole riprendere in mano e valutare di nuovo. Perché se l´obiettivo è quello di «tutelare la vocazione agricola del Parco Sud», come dichiarato dal sindaco Pisapia e dal suo assessore all´Urbanistica Ada Lucia De Cesaris, la prima cosa da fare sarà quella di rivedere una ad una le decine di richieste di modifiche al Piano che riguardano proprio l´area verde alle porte della città. E se le risposte alle richieste di privati, come Salvatore Ligresti e la Fondazione Policlinico, che vogliono costruire all´interno del Parco non cambieranno - le respinse anche la giunta Moratti - sarà accolta quella presentata da Legambiente, Libertà e Giustizia, Acli e Arci che pone proprio quelle domande, centrali per la salvaguardia dell´area. Chiedendo l´azzeramento dei diritti volumetrici generati dai singoli proprietari, in cambio della cessione dei terreni al Comune di Milano.

Per salvare il polmone verde alle porte della città, dunque, e rilanciare l´agricoltura bisogna partire da lì, dall´esclusione del Parco Sud dal meccanismo della perequazione che permette lo spostamento delle volumetrie da una parte all´altra di Milano. A chiederlo sono proprio le associazioni che, in una delle sedici osservazioni al Piano presentate (e respinte), scrivono: «Del tutto incomprensibile e irrazionale appare in particolare l´applicazione di indici trasferibili generati da superfici agricole che, in seguito a cessione di tali edificabilità, divengono patrimonio pubblico». Che in termini meno tecnici significa semplicemente che non ha senso assegnare un diritto volumetrico là dove comunque resta il divieto di costruire, solo per incentivare i privati a cedere all´amministrazione degli appezzamenti di terre affinché vi si svolga un´attività agricola.

L´intenzione della nuova giunta, ora, è quella di una marcia indietro radicale, nel limite delle possibilità previste dalla legge. Se infatti non sarà possibile cancellare completamente la perequazione nelle aree del parco - gli uffici stanno verificando tutte le ipotesi - , si cercherà comunque di limitare il più possibile l´assegnazione delle volumetrie. Rivedendo comunque quell´indice assegnato dall´ex assessore Carlo Masseroli (0,15) pari a venti volte quello attuale. «La perequazione nel parco è stata pensata per regalare diritti di costruzione - commenta Stefano Pareglio, del consiglio di presidenza di Libertà e Giustizia - e non per realizzare un progetto organico di città e di parco. Il Parco Sud invece ha bisogno di una valutazione complessiva, magari prevedendo anche una perequazione differenziata a seconda delle aree e della loro vocazione». Un esempio? «A Est, nella zona del fiume Lambro, dove non c´è molta agricoltura, si potrebbe mantenere anche un piccolo indice volumetrico, mentre a Sud bisognerebbe spingere solo l´agricoltura».

Una sola osservazione, dunque, che se verrà accolta potrebbe stravolgere completamente i piani della precedente giunta e di tutti gli imprenditori - in primis Ligresti - che con il giochino della perequazione avrebbero guadagnato "diritti" dal nulla. Una strategia che l´ex sindaco Moratti ha concordato con il presidente della Provincia Guido Podestà che, nel dare il suo benestare al Pgt pochi giorni prima dell´approvazione in consiglio comunale, ci tenne a sottolineare che l´ultima parola sul futuro del parco spetta al direttivo del Parco Agricolo Sud di cui è il presidente. Un dettaglio che ora potrebbe trasformarsi in uno scontro tra il nuovo sindaco e la Provincia, dal momento che i Piani di cintura urbana, di competenza appunto di Palazzo Isimbardi e ancora in via di definizione, comprendono anche quelle aree del Parco all´interno del Comune di Milano.

Corriere della Sera

Pisapia blocca il Pgt della Moratti

di Rossella Verga

Il Pgt riparte dalle osservazioni dei cittadini, ma per la giunta non è un passaggio indolore. Alla fine vince la linea Pisapia-De Cesaris: revoca dell’approvazione per correggere dove possibile lo strumento ereditato dall’amministrazione Moratti e dare a Milano, entro un anno, un piano «partecipato» . Non mancano malumori da parte del Pd preoccupato per i ritardi ma costretto a battere in ritirata per intervento del sindaco. Timori sui tempi sono stati espressi anche dall’assessore Bruno Tabacci, che nei prossimi mesi impegnerà l’aula con una discussione non facile sul bilancio.

La giunta, dopo la relazione dell’assessore all’Urbanistica, Lucia De Cesaris, ha deciso «all’unanimità» di revocare la delibera di approvazione del piano di governo del territorio e di rivalutare le 4.765 osservazioni presentate dai cittadini, senza ammetterne tuttavia di nuove. La delibera di revoca arriverà in giunta la prossima settimana e poi passerà all’esame del consiglio comunale. Obiettivo finale: inserire alcuni paletti, come il fatto che non verranno assegnati indici volumetrici, sia pure da spalmare altrove, al parco Sud, che manterrà in tutto e per tutto la caratteristica agricola.

Più tutele e riduzioni dei volumi per scali ferroviari (per esempio Farini e Romana) e negli ambiti di trasformazione urbana. Tutto ciò, promette la giunta, rispettando la scadenza di legge, cioè la necessità di varare il nuovo piano entro il 31 dicembre 2012, data oltre la quale si rischierebbe il commissariamento. «Il nostro impegno — precisa il sindaco, Giuliano Pisapia— è fare molto più in fretta, per avere il nuovo piano entro l’estate del prossimo anno» . Per ora, insomma, sul Pgt si mette una toppa, ma si comincia già a lavorare a un nuovo piano (magari sotto forma di variante) che rifletta l’idea di sviluppo della città del centrosinistra e tenga anche conto del risultato dei referendum. «Il verde è una priorità» , ribadisce l’assessore.

E ancora: più housing sociale, indici volumetrici più bassi e ritorno alle destinazioni d’uso. «Questo piano — sottolinea Lucia De Cesaris — sicuramente non esprime la nostra visione di città» . E in ogni caso, non essendo pubblicato «non è efficace» , quindi nessuno può vantare diritti. La scelta di rivalutare le osservazioni, rincara il sindaco, permette di impedire la «carneficina di Milano» limitando i grattacieli, nonché di tener fede alle promesse di ascolto fatte in campagna elettorale.

Senza «bloccare l’economia e lo sviluppo della città— assicura Pisapia—. Esattamente il contrario, perché, se fosse stato pubblicato il Pgt adottato dal centrodestra, i ricorsi, del tutto fondati, sarebbero stati accolti e si sarebbe tornati indietro» . L’assessore Stefano Boeri, reduce da una riunione con il Pd che avrebbe preferito una scelta diversa (pubblicazione per non rischiare ritardi e variante di piano), insiste sulla fase due: «Abbiamo concordato — sottolinea — di elaborare un documento di indirizzo che deve essere la stella polare delle politiche del territorio e dovrà essere presentato a ottobre» .

Ma la capogruppo del Pd, Carmela Rozza, conferma le sue «preoccupazioni» sui tempi. «Comunque prendiamo atto della decisione del sindaco— dice— sosterremo i provvedimenti in aula e lavoreremo perché siano approvati nei tempi più brevi possibili» . Plaude alla decisione il presidente del consiglio comunale, Basilio Rizzo: «Risponde bene — commenta— alla doppia esigenza di consentire agli operatori di svolgere senza ostacoli la loro attività in un sistema garantito di regole e di rispettare l’impegno esaminare le osservazioni» . Bocciatura totale da Pdl e Lega. «E’ una scelta irresponsabile — attacca anche MariolinaMoioli, capogruppo di Milano al Centro — Significa bloccare la città e rinunciare agli oneri di urbanizzazione» .

Corriere della Sera

«Si cambi una volta sola oppure la città si blocca»

Intervista a Claudio De Albertis rappresentante del costruttori, di Sacchi

«Cambino pure, ma una volta sola e in tempi certi» . Lo ripete più volte, chiede che «non ci siano ritardi o altri intoppi» , che il quadro normativo sia chiaro e definitivo nel giro di un anno. Claudio De Albertis, presidente di Assimpredil, numero uno dei costruttori milanesi (nella foto), è visibilmente preoccupato.

Non si aspettava questa svolta da parte della giunta? «In realtà un cambio di rotta era previsto, prevedibile e legittimo. Milano ha una nuova amministrazione ed è giusto che voglia dare una sua impronta al governo del territorio. Però una volta sola» .

Teme una serie di modifiche in corsa?

«Se vogliono riaprire l’iter di variante, significa che per un anno, un anno e mezzo, avremo un periodo di salvaguardia in cui valgono le norme più restrittive tra vecchio Prg e nuovo Pgt. Poi si passerà alle regole del "Pgt con osservazioni"e, infine, si avrà una terza rivoluzione con altre norme» . Troppo? «E insomma... Se tutta questa operazione avviene in cinque anni e noi operatori dobbiamo confrontarci su tre regolamenti diversi, la prospettiva diventa davvero preoccupante» .

Per chi?

«Per tutti. Per i costruttori e per gli investitori» .

Ha ragione chi dice che la città si blocca?

«Se non c’è più una certezza di riferimento, allora il rischio c’è» .

Auspicio?

«Lo ripeto, cambino le cose una volta sola, rispettando le scadenze e senza ulteriori colpi di scena. Milano ha bisogno di stabilità. Anche da questo punto di vista» .

il GiornalePisapia scontenta tutti e affossa il Pgtdi Mario Sorbi

Guai a chiamarlo blocco. Quello sul Pgt è «un passo avanti». E il sindaco Pisapia ci tiene perfino a scandire il concetto: «A-van-ti». Sarà. Di fatto la revoca della delibera di approvazione del piano di governo del territorio provoca uno slittamento di un anno. Se va bene. Di un anno e mezzo se le discussioni si prolungheranno, come è prevedibile. Si ferma tutto, compresi gli investimenti immobiliari. La città potrà avere il suo Pgt la prossima estate e ci saranno solo due anni di tempo per prepararsi ad Expo.

Alla fine è prevalsa la linea strong sostenuta dall’assessore all’Urbanistica Lucia De Cesaris, autrice dell’informativa presentata ieri alla giunta: da avvocato aveva paralizzato l’attività del Comune con 150 ricorsi, da assessore blocca tutto fermando la delibera sul Pgt. A nulla sono serviti i tentativi del Pd più moderato per evitare l’azzeramento del piano. La linea prudente è stata scalzata da quella più estremista creando non pochi mal di pancia nella maggioranza.

«Manteniamo la nostra preoccupazione - spiega il capogruppo del Pd Carmela Rozza - pur rispettando la scelta del sindaco. Lavoreremo in aula per velocizzare il più possibile e creare meno disagio possibile». Entro la fine dell’anno il Pgt dovrebbe tornare in aula. Se il piano non dovesse essere pubblicato entro la fine del 2012, il Comune rischierebbe infatti il commissariamento.

In questi mesi non sarà scritto un nuovo documento ma verrà rivisto e corretto quello esistente, ripartendo dalla fase delle 4.765 osservazioni dei cittadini e dai pareri degli enti. Poteva andare peggio. Cioè, si poteva rifare tutto daccapo revocando il piano per riscriverlo. «Il nostro - spiega il sindaco Giuliano Pisapia - è un passo avanti e non indietro. Ci sono infatti due ricorsi che pendono sul Pgt che avrebbero allungato i tempi molto di più. Assicuro che non bloccheremo la città». I due ricorsi contestano uno il metodo con cui sono state accorpate le osservazioni sul piano, e l’altro il procedimento con cui si è arrivati all’approvazione.

E se dovessero essere presentati nuovi ricorsi? «Cercheremo di operare nel massimo rispetto della legittimità» puntualizza Pisapia che, da avvocato, si appella a un «vizio di forma»: «I ricorsi saranno tutti inammissibili perché si riferiscono a un testo mai pubblicato. La legge ci consente di fare tutto ciò e vogliamo anche lanciare un grande messaggio agli imprenditori». La De Cesaris, che già (a amministrazione appena cominciata) pensa a un nuovo piano territoriale, ammette: «Non avremo mai il Pgt dei nostri sogni, ma almeno qualcosa che ci assomigli, che valorizzerà di più il verde».

Tra i punti cardine su cui la giunta intende lavorare ci sono il Parco Sud («l’indice di edificabilità indicato da pgt ci spaventa»), gli scali ferroviari e gli indici volumetrici: niente grattacieli e un ritorno all’indicazione delle destinazioni d’uso dei terreni.



Il Sole 24 Ore

La Giunta Pisapia revoca il Pgt varato dalla Moratti. Il Pd è «preoccupato», ma appoggia il sindaco

di Sara Bianchi

LaGiunta Pisapiaha deciso la strada da seguire per modificare, come promesso in campagna elettorale, il Piano di governo del territorio della passata amministrazione: il provvedimento di approvazione sarà revocato -come anticipava sul nostro sito Lucia De Cesaris, assessore all'urbanistica del Comune di Milano - e si tornerà alle osservazioni dei milanesi che verranno rivalutate. La decisione è stata presa all'unanimità. La proposta di delibera di revoca sarà portata in Giunta già la prossima settimana e sottoposta successivamente all'esame del Consiglio comunale.

Lo hanno comunicato il sindacoGiuliano Pisapiae l'assessore all'Urbanistica Ada Lucia De Cesaris. La quale ha sottolineato che il piano «non è stato pubblicato dalla precedente amministrazione e non era neppure pubblicabile. È stata una loro scelta». Adempimenti che erano «necessari affinchè il piano potesse acquisire efficacia e quindi divenire operativo esplicando i suoi effetti». Secondo il sindaco Pisapia l'ex maggioranza di centrodestra «ha fatto degli errori che avrebbero comportato l'annullamento» del piano. Se fosse stato pubblicato il Pgt adottato dal centrodestra «ci sarebbero stati decine di ricorsi, del tutto fondati - ha sostenuto Pisapia - e sarebbero stati accolti, facendoci tornare indietro».

Non si ricomincia da capo, ma si torna comunque indietro. Per riportare in aula il nuovo documento, si dovrà attendere la fine dell'anno, mentre per l'approvazione definitiva, secondoil sindaco Giuliano Pisapia, «il nostro impegno é quello di arrivare quantomeno entro l'estate del 2012». Se così fosse i tempi globali di approvazione del documento sarebbero rispettati, essendo la scadenza di legge fissata al 31 dicembre 2012, scadenza oltre la quale si rischierebbe il commissariamento. Nel frattempo vigerà il regime di salvaguardia e il vecchio Piano regolatore generale.

Il comune dovrà tenere conto anche del rischio di possibili ricorsi, specialmente riaprendo la fase delle osservazioni di cittadini ed enti, anche se, ha sottolineato il sindaco, «due ricorsi già pendevano sul vecchio piano di governo presso il Tar, due ricorsi - ha detto Pisapia - che secondo i nostri rilievi sono fondati».

Nelle intenzioni della Giunta, gli uffici comunali dovranno rileggere e rivalutare le 4.765 osservazioni giunte dai milanesi entro l'autunno, per poi portare il nuovo pacchetto in Consiglio, con le modifiche proposte dai cittadini accorpate per uniformità tematica, entro fine anno. «Il nostro impegno è di fare molto in fretta e di approvarlo entro l'estate prossima», è stata l'assicurazione di Pisapia. Nel mirino delle osservazioni al pgt ci sono in particolare l'indice di edificabilità nel parco Sud, la partita degli scali ferroviari e l'indice unico volumetrico.

Una decisione che il Pd non ha preso a cuor leggero. Il capogruppo democratico a Palazzo Marino, Carmela Rozza precisa che il partito ha espresso la propria preoccupazione a Pisapia. Preoccupazione, dice Rozza che «manteniamo pur rispettando la scelta del sindaco». A questo punto «lavoreremo in aula - ha aggiunto - per velocizzare il più possibile» i tempi. Faccenda alla quale guarda con attenzione anche il segretario metropolitano dei democratici,Roberto Cornelli. «Per il Pd - precisa -la questione veramente cruciale è quella dei tempi».

Per l'ex assessore Mariolina Moioli, oggi all'opposizione come consigliere comunale di Milano al Centro si tratta di «una scelta irresponsabile». Che significa «bloccare lo sviluppo della città a tempo indeterminato», ma anche rinunciare nel bilancio di quest'anno ai soldi che sarebbero arrivati dagli oneri urbanistici. Secondo l'ex assessore è «una presa di posizione ideologica e contro gli interessi dei milanesi, della città, ma anche dello sviluppo di tutto il Paese».

Per una questione che si apre, il sindaco prova a chiuderne un'altra, quella con il ministro della Difesa,Ignazio La Russa, sulla presenza dei militari in città. Che rimarranno per presidiare i siti sensibili, mentre per il resto la sicurezza sarà garantita dalla polizia e da una maggiore presenza dei vigili sul territorio con 500 nuovi vigili di quartiere. Al riguardo, «alla prossima riunione con il prefetto e con i soggetti interessati porteremo la nostra indicazione», ha spiegato Pisapia.

Poco prima il ministro La Russa aveva annunciato che i militari a Milano passeranno dagli attuali 653 a poco più di 200.

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