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Pgt di Milano: le proposte della sezione di Milano di Italia Nostra onlus
2 Aprile 2012
Milano
Nonostante gli sforzi della giunta Pisapia l piano della Moratti non sarà mai un buon piano, ma è ancora possibile depeggiorarlo ulteriormente. Italia Nostra suggerisce come.

Sulla base delle informazioni in nostro possesso in merito alle intenzioni di modifica del Piano di Governo del Territorio da parte della nuova Giunta, il Piano che ci si avvia a discutere in Consiglio mostra significativi miglioramenti su temi importanti (la tutela del Parco Sud, la riduzione del dimensionamento del piano, l’incremento della residenza sociale, l’eliminazione di alcuni ambiti di trasformazione irrealistici e di alcune infrastrutture stradali dannose). Purtuttavia, esso contiene ancora elementi di possibile criticità, in particolare per quanto riguarda la tutela della città esistente, che riteniamo possibile correggere in fase di approvazione.

Il nuovo Piano conserva inoltre i gravi vizi di fondo derivanti dall’impostazione data dalla precedente amministrazione; alcuni dei quali è impossibile emendare in questa fase, ma che riteniamo necessario sinteticamente evidenziare in vista di una prossima, indispensabile, revisione generale del PGT.

Comprendiamo molto bene la difficoltà della situazione ed i vincoli sui tempi; abbiamo tuttavia molti dubbi sulla possibilità di procedere all’approvazione del Piano senza ripubblicazione; e riteniamo francamente inaccettabile non aver potuto prendere visione del documento completo emendato dalla Giunta, tavole comprese, in tempo utile. Uno strano modo di procedere che darà la stura prevedibilmente a un severo contenzioso.

ALCUNE CORREZIONI CHE RITENIAMO IMPORTANTE APPORTARE IN FASE DI APPROVAZIONE DEL PIANO

Piano delle regole – Norme tecniche di attuazione

1) art. 4.6 - Definizione di S.L.P: La definizione di Superficie Lorda di Pavimento, parametro fondamentale per la determinazione del carico urbanistico, è affetta da una serie di esclusioni già oggi rilevante (porticati, androni, spazi comuni, spazi privati ad uso pubblico, ecc.), tale da raddoppiare e più la superficie effettivamente realizzata rispetto a quella assentita. Al fine di limitare gli effetti di densificazione incontrollata e snaturamento tipologico della città si richiede di:

− (punto 4.6.m) inserire nel computo della S.L.P gli edifici adibiti a servizi, ad eccezione solo di quelli pubblici su aree pubbliche . Si chiede inoltre di verificare e correggere il testo delle norme al fine comunque di evitare l’attribuzione di ulteriore capacità edificatoria trasferibile a tutte le aree occupate da servizi privati, trattate come se fossero inedificate; o addirittura lo spostamento su nuove localizzazioni dei servizi esistenti, con riuso delle volumetrie per funzioni urbane private. Ove prevalesse tale interpretazione o formulazione della norma l’effetto sarebbe inevitabilmente quello di un diluvio di intasamenti, sopralzi e densificazioni destinato ad abbattersi dovunque nel tessuto urbano esistente, e soprattutto nella sua parte centrale più appetibile.

− punto 4.6.h) inserire nel computo della S.L.P i box per autoveicoli realizzati fuori terra, almeno per una quota pari al 50% della loro superficie oltre il primo piano f.t.; scopo di tale proposta di modifica è di mettere un freno alla realizzazione di garage all’interno degli edifici esistenti e al trasferimento della volumetria abitativa in nuovi edifici realizzati nei cortili;

− Si richiede inoltre di valutare l’opportunità di introdurre un limite massimo (indicativamente 150%), al rapporto tra l’effettivo sviluppo della superficie lorda di pavimento di tutti i piani agibili e la S.L.P. convenzionalmente definita; oltre tale limite detta superficie dovrebbe concorrere al calcolo della S.L.P. convenzionale. 


2) Modificare l’articolo 7 comma 5 delle Norme di attuazione del Piano delle regole, limitando la trasferibilità dei diritti edificatori a porzioni omogenee del territorio comunale, che dovranno essere definite, in modo da prevenire abnormi processi di addensamento centrale. 


3) Gli ambiti di trasformazione urbana (ATU) comprendono alcune aree che costituiscono opportunità uniche di riconformazione e riqualificazione della città. Soprattutto Bovisa/Farini/Lugano, Piazza d’armi/ Perrucchetti/Ospedale militare e gli scali di Porta Romana/Vigentina e Porta Genova/San Cristoforo, devono diventare grandi aree pubbliche di verde naturale ed attrezzato. La loro estensione può infatti permettere a centinaia di migliaia di milanesi di conquistare per la prima volta la fruizione diretta di grandi spazi a parco. Viceversa le densità edilizie ipotizzate, benché ridotte, non permetterebbero di raggiungere tale obbiettivo. Riteniamo che nessun eventuale ritorno economico per il Comune giustifichi il sacrificio delle ultime grandi opportunità di penetrazione di verde nella città, per di più su aree già di proprietà pubblica. Si chiede pertanto un ridimensionamento insediativo assai più consistente su dette aree, riducendo (indicativamente e mediamente) a meno della metà le nuove edificazioni proposte, ed incrementando almeno del cinquanta per cento il verde. In alternativa il piano potrebbe contenere un semplice rinvio di ogni determinazione quantitativa sulle aree ad una successiva precisazione, contestuale a quella degli aspetti qualitativi e convenzionali. Si chiede inoltre che le procedure attuative su queste aree siano affiancate da un costante processo di partecipazione dei cittadini, compresa l’eventualità di indizione di referendum consultivi sui progetti. Per quanto riguarda lo scalo Farini si richiede l’impegno a prevedere il ripristino del giardino all’italiana del 1500 di Villa Simonetta, gravemente mutilato con la realizzazione dello scalo ferroviario (per l’attuazione di questo importante progetto è sufficiente aggiungere un’area di circa 7000 mq all’attuale superficie del giardino)

4) art. 10.4 - Edilizia bioclimatica e risparmio energetico Si ritiene che il premio volumetrico del 15% per interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo finalizzato al miglioramento energetico sia incompatibile con la definizione di interventi conservativi. Si richiede quindi che

− sia chiarito in modo esplicito che il premio sarà concesso in modo graduale in base alla verifica del rispetto di soglie elevate di prestazione energetica che saranno definite nel regolamento edilizio (nel comma 4 il riferimento al regolamento edilizio è generico)

− l’eventuale utilizzo di detto premio sul fabbricato stesso dovrà essere oggetto di un progetto di ristrutturazione edilizia soggetto alle relative procedure autorizzative e regole morfologiche e tipologiche.

5) art. 11 - Attuazione del piano:
Si ritiene necessario rafforzare il controllo pubblico sugli interventi che possono influire significativamente sulla forma e sulla qualità della città esistente, in modo particolare di quella storica. Si richiede pertanto che siano soggetti a Piano attuativo e non a modalità diretta convenzionata:

− la realizzazione di interventi che superano l’indice fondiario di 7 mc/mq(art. 11.3.1.c)

− l’utilizzo di diritti perequati e benefici volumetrici nei NAF (art. 11.3.1.d)

6) art. 13 – Disciplina ( Nuclei di antica formazione -NAF) – Si richiede che: Siano soggetti a Piano attuativo e non a modalità diretta convenzionata:

− gli interventi di ristrutturazione edilizia di cui all’art. 13.3.c e 13.3.3d

− gli interventi di cui all’art. 13.4.

7) art. 15 – Disciplina ( Ambiti contraddistinti da un disegno urbano riconoscibile - ADR) - Si richiede che:siano soggetti a Piano attuativo e non a modalità diretta convenzionata i casi di cui all’art.15.7

8) Art 18 (e Documento di Piano). 
Si propone di integrare la Carta di sensibilità del paesaggio corredandola di schede che evidenzino i caratteri paesaggistici irrinunciabili di cui tenere conto nella progettazione degli interventi e nella formulazione dei pareri da parte della Commissione per il Paesaggio, il cui ruolo risulterà fondamentale per la reale gestione del paesaggio. Tale integrazione dovrà essere proposta o in sede di controdeduzione o, al più tardi, in forma di variante da adottarsi immediatamente dopo l’entrata in vigore del piano. Inoltre si ritiene necessario che nei nuclei di antica formazione l’apparato conoscitivo non si limiti all’aspetto descrittivo, ma individui i caratteri irrinunciabili e fornisca indirizzi di gestione, richiamati nella normativa. 
L’apparato conoscitivo dovrà essere esteso progressivamente non solo per singoli edifici ma dovrà individuare in tutto il territorio anche ambiti e contesti a caratterizzazione unitaria per configurazione o rappresentatività dello sviluppo storico della città; anche tale integrazione dovrà essere effettuata al più tardi in forma di variante da adottarsi immediatamente dopo l’entrata in vigore del piano.

9) Miglioramenti si ritiene possano anche essere apportati alla definizione delle quote e delle modalità attuative del social housing, per garantirne l’effettiva rilevanza sociale e la concreta realizzazione, in quanto la sola cessione delle aree appare del tutto insufficiente nell’attuale contesto di mancanza di finanziamenti pubblici per la costruzione.

10) Si evidenzia infine una generale scarsa intelligibilità della normativa, che genera frequenti dubbi interpretativi; ne conseguono gravi rischi nella fase di applicazione del piano. Italia Nostra è disponibile a dettagliare ulteriormente tale considerazione di carattere generale.

ALCUNI IMPEGNI DA ASSUMERE PER UN PROSSIMO ADEGUAMENTO DEL PIANO

Il Pgt di Milano ha un limite di origine difficilmente correggibile in sede di controdeduzioni: aver completamente trascurato i rapporti con l’hinterland, dove vive tre quarti della popolazione metropolitana. Chiediamo perciò che sia esplicitato l’impegno ad attivare rapidamente un processo di consultazione metropolitana sistematica per definire scelte urbanistiche e di investimento condivise a livello di area vasta. L’avvio di tale processo, e la riserva su future modifiche del piano per effetto della sua più estesa ottica territoriale dovrebbe essere esplicitati, anche ai fini degli effetti giuridici, negli elaborati fondamentali del Piano ed in particolare nelle Norme del Documento di Piano

Lo stralcio, in fase di controdeduzioni, di gran parte delle scelte infrastrutturali, e il loro rinvio in sede di pianificazione di settore non consente la verifica di coerenza tra sviluppo del sistema insediativo e di quello infrastrutturale, che dovrebbe invece costituire la base essenziale di qualsiasi piano. Inoltre mette in forse la garanzia di un adeguato supporto di infrastrutture rare alla competitività del sistema territoriale, particolarmente grave nel momento in cui si affacciano ipotesi di privatizzazione di aziende strategiche, come la SEA. E’ dunque essenziale che le scelte infrastrutturali principali vengano reintrodotte nel PGT e non rinviate e demandate al Piano urbano della mobilità (PUM), almeno nei loro lineamenti essenziali, eventualmente mediante una variante al PGT da adottare subito dopo l’approvazione del Piano

Alla positiva notizia dell’intenzione della Giunta di cancellare le potenzialità edificatorie degli Ambiti di trasformazione di interesse pubblico generale (ATIPG) e degli Ambiti di trasformazione periurbani (ATPU), dovrebbero accompagnarsi indicazioni specifiche per le aree del Parco sud interessate dai futuri PCU (Piani di cintura urbana). Si chiede che il PGT contenga precise dichiarazione degli intenti del Comune di Milano per ciascuna di queste aree, da sottoporre poi al confronto e alla verifica con i profili di tutela di competenza del Parco Sud, ovvero che tali indirizzi siano precisati mediante una variante da adottare subito dopo l’approvazione del Piano.

Il tema della riqualificazione delle periferie e del recupero di molte aree della città che presentano problemi di degrado non era adeguatamente affrontato nel piano adottato. Anche su questo punto si chiede di avviare, immediatamente dopo l’approvazione, un apposito processo di specificazione del Piano.

Appare opportuno che gli interventi per l’Expo non viaggino su strade separate da quelle della pianificazione urbanistica e della tutela ambientale. In particolare suscita dubbi di sostenibilità ambientale ed economica l’ipotizzata nuova Via d’acqua, rispetto alla quale pare assai più significativa la riqualificazione ed il recupero delle vie d’acqua storiche.

Milano, 28 marzo 2012

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