Il manifesto, 15 febbraio 2015
Non so se sono i greci che debbono ringraziarci per questa manifestazione grande, bella, unitaria che abbiamo promosso in tutta fretta perché a Bruxelles capissero bene che quanto lì si decide in questi giorni non riguarda solo Atene, ma tutti noi, tutti gli europei che vogliono un’Unione in grado di garantire più uguaglianza più democrazia più pace.
Un’Europa che almeno la smetta di ritenersi faro della civiltà quando è incapace di accogliere chi fugge da terre devastate dalla pesante eredità coloniale e dalle nostre più recenti, dissennate spedizioni militari. Proprio per questo sarebbe forse meglio dire che non sono i greci a dover ringraziare noi, ma noi che ringraziamo loro per quello che stanno facendo anche per noi. Noi che ringraziamo Alexis e Yannis - (li chiamiamo ormai per nome perché non sono più solo compagni ma sono diventati amici).
Siamo noi che li ringraziamo perché lì a Bruxelles stanno combattendo anche per noi. Sono lì ed hanno avuto accesso a quelle stanze perché hanno avuto la forza e il coraggio di sfidare Golia e la capacità di ricevere dal popolo greco la legittimazione a farlo. Sono lì a farsi ascoltare anche a nome nostro. (Direi che se la cavano piuttosto bene. La prova, lo sappiamo, è durissima, ma già dopo questi pochi/ primi giorni sembrano procedere con fermezza, con la sicurezza di rodati statisti). Ne siamo orgogliosi e soddisfatti. (Avete visto le loro immagini in tv, sono loro a dominare la scena, e tutti si affrettano ad avvicinarsi a loro per stringergli la mano).
Perché hanno capito che i nostri amici hanno aperto un nuovo capitolo della storia dell’Unione europea: perché hanno avuto la determinazione - che fino ad oggi era mancata a tutti - di dire che così non va, che occorre cambiare proprio se si vuole salvare il progetto d’Europa. Non sono andati a Buxelles a scusarsi per il loro debito e a mendicare aiuto, ma per dire alla troika che deve chiedere scusa.
Scusa per i danni che ha prodotto con le sue politiche. Scusa per essersi irresponsabilmente fidata, di un governo corrotto e incapace. La catastrofe è oggi sotto gli occhi di tutti. Di anno in anno, dal 2008, le medicine di Bruxelles anziché alleviare i mali e avviare un nuovo corso hanno peggiorato la situazione della Grecia. Qualsiasi menager che avesse prodotto in quattro anni un crollo del Pil pari al 25% e ritenesse questo il metodo migliore per accumulare le risorse per ripagare un debito, verrebbe licenziato. Con tanto parlare di efficienza, il criterio potrebbe esser applicato anche ai funzionari di Bruxelles! Se hanno rovinato così la Grecia vanno messi in condizione di non nuocere più. È necessario farglielo capire.
Noi siamo qui per far sentire anche la nostra voce. Buon lavoro Alexis, buon lavoro Yannis.