Le città degli spacci in stile ligure-monferrino, o impero romano,mi hanno ricordato un viaggio di tanti anni fa. In California, dopo esserci letti una serie di articoli di Umberto Eco sull'Espresso, avevamo deciso di andare a controllare di persona i luoghi descritti nelle sue cronache di viaggio. Tutto il kitsch possibile e immaginabile, dai safari park con annessi e connessi, a San Simeon, fino al Madonna Inn.
Ecco, ho pensato al Madonna Inn, quando ieri ho letto della cittadella degli spacci in Stile Impero. Al Madonna Inn, per motivi di tempo e di spostamenti, non eravamo riusciti a pernottare, però avevamo fatto il pieno di benzina al distributore "dolomitico" e io ero andata a farmi mostrare un pò di camere, simulando una eventuale futura prenotazione. La descrizione la lascio a Eco perché io non riuscirei mai ad essere cosìacuta:
"Le povere parole di cui e' dotato il linguaggio naturale degli uomini non possono bastare a descrivere il Madonna Inn. Per renderne l'aspetto dall'esterno, distribuito in una serie di costruzioni a cui si accede passando per un distributore di benzina scolpito in roccia dolomitica, o il ristorante, i bar e la cafeteria, si possono tentare solo alcuni suggerimenti analogici. Diciamo che Piacentini, mentre sfogliava un libro di Gaudi, abbia ingerito una dose esagerata di LSD e si sia messo a costruire una catacomba nuziale per Liza Minnelli. Ma non rende l'idea. Diciamo l'Arcimboldo che costruisca per Orietta Berti la Sagrada Familia. Oppure: Carmen Miranda che disegna una locale Tiffany per i motel Motta. Ancora, il Vittoriale immaginato da Fantozzi, le Città Invisibili di Calvino descritte da Liala e realizzate da Leonor Fini per la Fiera del Panno Lenci, la sonata in si bemolle minore di Chopin cantata da Claudio Villa su arrangiamento di Valentino Liberace ed eseguita dalla banda dei Pompieri di Viggiù. Ma non ci siamo ancora. Proviamo a raccontare le latrine. Sono una immensa caverna sotterranea, tra Altamira e Postumia, con colonnine bizantine su cui poggiano putti barocchi in gesso. I lavabi sono grandi conchiglie madreperlacee, ....E al piano terra, nel quadro di chalet tirolesi e castelletti rinascimentali, una cascata di lampadari a forma di cesti di fiori, cascate di vischio sormontate da bolle opalescenti, violacee e soffuse tra cui fanno altalena bambole vittoriane, mentre le pareti sono rotte da vetrate art nouveau coi colori di Chartres e tappezzerie Reggenza con quadri puro Domenica del Corriere anni Beltrame...... Poi ci sono le camere, circa duecento, ciascuna con una caratteristica diversa: per un modico prezzo potete avere la Camera Preistorica, tutta caverna e stalattiti, la Safari Room (tutta tappezzata a zebra col letto a forma di idolo Bantù), la camera Hawaiana. la California Poppy, la Old Faashioned Honeymoon, la Collina Irlandese, la Cime Tempestose, la Guglielmo Tell, la Tall and Short, per coniugi di due lunghezze diverse, col letto a poligono irregolare, la Camera con Cascata lungo la Parete di Roccia, l'Imperiale, la Vecchio Mulino Olandese, la Camera con Effetto di Giostra. Il Madonna Inn e lo Hearst Castle dei poveri, non ha pretese artistiche o filologiche, fa appello al gusto selvaggio per lo stupefacente, il tutto pieno e l'assolutamente sontuoso a poco prezzo."
Le cittadelle degli spacci non raggiungono queste vertigini, ma sono sulla buona strada, basta dargli tempo...e vedremo. C'è però qualcosa che mi sfugge. Eco finiva col concludere che "il desiderio spasmodico del Quasi Vero nasce solo come reazione nevrotica al vuoto dei ricordi" e che "il Falso Assoluto è figlio della coscienza infelice del presente senza spessore." Vada per la California, ma vicino a Roma, quella vera, che cosa induce quelli degli spacci a costruire una cittadella stile Impero Romano? Che senso ha? Chi vive in mezzo alla cosa vera, perché deve sentire il bisogno di una cosa finta qualche chilometro più in là? Mistero.
Buona notte: Giulia
Non siamo stati bravi a fargli conoscere il valore del vero. Oppure: il finto ha avuto più armi di noi. Giulia, non so.