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“Perché a Roma si fanno soldi col mattone?”
20 Novembre 2006
Lettere e Interventi
Andrea Declich, risponde Paolo Berdini

Cari amici di Eddyburg, ho letto con grande interesse l’articolo di Berdini su Eddyburg, ma vorrei fare due domande sia a lui che a voi: come si fa a fare i soldi col “mattone” a Roma promuovendo un eccesso di offerta edilizia (una situazione 'à la Sen', in cui le carestie non sono prodotte da un diminuzione della produzione alimentare)? Il fatto che a Roma siano stati certificati dall'ISTAT 200 mila abitanti in più non cambia forse il ragionamento proposto?

Spero di ricevere qualche chiarimento in proposito. A presto e cordiali saluti

Caro Declich,a Roma si fanno i soldi con il mattone per tre motivi.

In primo luogo perché la domanda da parte di un numero consistente di nuclei familiari è ancora molto elevata. I mutui immobiliari sono ancora oggi molto convenienti e si può investire sul bene casa facendo affidamento su un modesto indebitamento. Le incertezze degli investimenti azionari hanno poi contribuito ad indirizzare finanziamenti sul mercato immobiliare. A Roma, dunque, pur in presenza di un sensibile decremento della popolazione nel decennio 1991-2001, il mercato immobiliare continua a presentare una congiuntura positiva a causa di una domanda interna.

C’è poi da considerare i circa 300.000 mila immigrati regolari che abitano in città. Una parte di essi, quelli cioè che hanno un lavoro stabile o svolgono un’attività imprenditoriale, sta investendo sia nel settore abitativo che in quello commerciale. L’esempio più eclatante è la presenza della comunità cinese ad Esquilino: le attività commerciali lì presenti sono state acquistate sistematicamente in questi ultimi anni e il processo di sostituzione è ormai completo. Sempre la comunità cinese è titolare della metà delle immense superfici dei capannoni commerciali all’ingrosso ubicati ai margini dell’aeroporto di Fiumicino (Commercity). Roma è un luogo privilegiato per gli investimenti delle comunità straniere più ricche.

Ma è la terza motivazione a connotare meglio la fase attuale della vita urbana della capitale. Roma è un luogo in cui le grandi società finanziarie internazionali hanno investito in misura elevata. Nel mio articolo citavo diffusamente le catene alberghiere e commerciali, ma accennavo anche ai fondi di investimento (la Carlyle delle famiglia Bush, ad esempio) che hanno approfittato della congiuntura economica e delle opportunità offerte dalla svendita del patrimonio immobiliare pubblico. E se non fosse stata sufficiente questa tendenza di mercato, c’è stato il comportamento scellerato dell’amministrazione comunale a completare il quadro. Dal 1998 (posso sbagliare di un anno) il comune di Roma è presente in massa alla fiera immobiliare di Cannes (il Mipin). In quel luogo convergono tutti gli investitori del mercato mondiale che decidono le proprie strategie aziendali sulla base dell’offerta immobiliare. Non è un caso che il nuovo piano regolatore di Roma facesse vanto di essere un piano dell’offerta immobiliare. Roma è stata dunque inserita a pieno titolo nel mercato immobiliare globalizzato.

Paolo Berdini

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