I nostri lettori non la pensano tutti allo stesso modo. E' così da molto tempo e, forse, è un bene. In ogni modo oggi abbiamo due lettere che ci invitano a non confonderci con i partiti dell'attuale maggioranza di governo nella manifestazione del 20 ottobre e, al contrario, una lettera che ci accusa di «estremismo, malattia infantile del comunismo» e ci invita a desistere. Io, ma posso sbagliare, non sono d'accordo con entrambe le posizioni (un'ulteriore prova della diversità di pareri che ci accomuna) e provo a rispondere.
Cominciamo dagli obiettivi della manifestazione del 20 di ottobre: migliorare l'accordo sulle pensioni e sul welfare (la questione del precariato innanzitutto) e poi una migliore redistribuzione del reddito, diritti civili, pace, ambiente, etc. Nulla di eversivo, ma tutto molto ragionevole anche se dissente dalle attuali decisioni di governo e dal consenso della Cgil.
Ma allora, cara Maria Teresa e caro Marco perché rifiutare, respingere la partecipazione dei partiti di sinistra e dei sindacati? Perché non cercare di convincere anche chi ha accettato quelle decisioni. Scrivere, come fai tu Marco, che ostinarsi a dialogare con il governo sarebbe prova di miopia o malafede, mi sembra sbagliato e tristemente minoritario. Gramsci ci diceva dell'ottimismo della volontà e io aggiungerei anche quello dell'intelligenza: questo ottimismo noi dobbiamo avere, che significa tenacia, pazienza, voglia di fare.
Per questo da qui al 20 di ottobre dobbiamo fare il possibile per allargare la partecipazione, per convincere che è giusto e possibile migliorare le norme su pensioni, precariato, diritti civili, etc. Convincendo anche Prodi (il quale peraltro non ha condannato la manifestazione) che più forte sarà la giornata del 20 di ottobre, più forte sarà lui e il suo governo. Un forte sostegno di popolo gli consentirà di correggere e migliorare i suoi provvedimenti. Quindi la massima apertura: la manifestazione del 20 non è contro, è per. Quindi porte aperte a tutti e farei un invito anche ai grillini così diamo un contenuto concreto alla loro esasperata (ma anche motivata) antipolitica.
Il discorso che fin qui ho tentato di svolgere dovrebbe valere anche per il lettore Bruno O. di Cagliari. La manifestazione non è contro il governo è fatta per dimostrare che c'è una forza di popolo che può consentirgli di fare miglioramenti non troppo graditi ai cosiddetti poteri forti, che ci sono e pesano. Quindi è decisivo che la manifestazione del 20 di ottobre sia forte e convinca l'attuale governo a fare qualcosa di meglio e di più. Cancellare la manifestazione e stare zitti lascerebbe ancora più solo e ricattabile l'attuale governo, che peraltro non sta tanto bene: il successo del 20 di ottobre sarebbe per Prodi uno straordinario ricostituente. Anche se lui, come spesso i bambini, potrà fare boccacce. Io la penso così.