Demolito l’avversario, occorre ricostruire la città e consolidare una comunità rimasta allo sbando per troppo tempo. Giuliano Pisapia deve stare attento: lo attende una opposizione dura, accanita, aggressiva. Alla quale deve saper far fronte con equilibrio e moderazione. Lo ha capito bene Bersani, nel discorso poco trionfalista pronunciato subito dopo la vittoria: pacato e conciliante, seppure fermo e deciso; volto a spirito di collaborazione e non di contrapposizione.
Pisapia deve stare fermissimo nella difesa degli obiettivi politici, ma nello stesso tempo essere disposto a dialogare con tutte le forze cittadine pronte a dare il loro contribuito. Fermissimo nel condannare il disastroso Piano di governo del territorio, ma disposto a concordare un nuovo sviluppo urbanistico, meno dissennato del precedente, con tutti i costruttori e gli operatori immobiliari della città. Questi eserciteranno forti pressioni per difendere le enormi quantità di metri cubi consentiti dal Piano attuale.
Pisapia all’inizio aveva detto che il Pgt sarebbe stato rifatto integralmente; ma alla fine, con nostro dispiacere, ha soggiunto che verrà modificato solo parzialmente. Un cedimento? Ora deve instaurare al più presto un accordo con i costruttori e far loro capire che la nuova amministrazione non rappresenta un pericolo né una minaccia per le loro attività. Essa si pone solo l’obbiettivo di indirizzare l’edificazione verso obiettivi più realistici e sani: meno case di lusso, più case sociali, meno opere faraoniche, come il tunnel Rho-Linate, e più opere urgenti, come i sovrappassi stradali negli incroci congestionati, i parcheggi periferici nei nodi di interscambio, i centri sociali e gli asili-nido nelle zone di periferia.
Dal momento che costruttori e operatori immobiliari sono forze di lavoro produttive, dalle quali dipendono le attività di molti collaboratori, fornitori, dipendenti, assumere verso di loro una ostilità preconcetta sarebbe un grave errore. Così come sarebbe un brutto atteggiamento da parte loro non accettare la mano tesa del sindaco. Se si intende attuare il lodevole proposito di dialogare con gli abitanti, occorre prepararsi ad ascoltare anche quelli di orientamento politico diverso o opposto. Prima di essere il rappresentante di un partito il sindaco è sindaco di tutti i cittadini. Così come un padre saggio è sempre pronto ad ascoltare e, se possibile, accontentare tutti i suoi figli, perfino quelli che stima meno, allo stesso modo un bravo sindaco deve essere sempre pronto a prestare attenzione e capire la ragioni di tutti i suoi concittadini, anche di quelli che sente meno vicini.
Una regola di comportamento non difficile da mettere in pratica: basta fare il contrario di ciò che ha fatto il sindaco precedente.
Nota: su questo sito ormai da anni si accumulano le osservazioni anche di carattere puntuale su cosa non va nel "manico" dello strumento di programmazione territoriale milanese. Alla vigilia delle elezioni abbiamo anche provato a fare il punto e questo è il risultato (f.b.)