loader
menu
© 2024 Eddyburg
Salvatore Tropea
Parte l´asse Torino-Milano il nord ovest sfida l´Europa
11 Dicembre 2005
Articoli del 2004
Da la Repubblica del 9 ottobre 2004. Il territorio cambia, i governi taccionoo, il cittadino origlia da qualche buco dei mass media, ma ormai è solo spettatore

TORINO -"Non chiamamolo Mi-To perché quello è abortito molti anni fa". Enrico Salza preferisce invertire le sigle e parlare di Torino-Milano. Da presidente del Sanpaolo, torinese e gran sostenitore del progetto si possono capire anche le ragioni. Ma la sostanza non cambia. To-Mi o Mi-To, ciò che conta è l´obiettivo del progetto - sarà presentato a Cernobbio il 15 ottobre - ovvero la creazione di un´area forte unica sull´asse Torino-Milano, sensibilmente "accorciato" dall´alta velocità, lungo il quale distribuire quanto si riuscirà a fare di nuovo e di meglio in campo scientifico, artistico, culturale, commerciale. Dunque fine dell´eterna rivalità tra le due capitali del Nord Ovest. Ci avevano provato negli anni Sessanta e poi negli anni Ottanta ma senza risultati. Allora a tenere le fila era la politica oggi è l´economia.

"Torino e Milano" spiega Salza "hanno esaurito il loro ruolo, non sono più centrali come un tempo, non sono in declino ma si debbono guardare intorno e ripensarsi, non hanno un grande progetto, non hanno imprese proprie ad alta tecnologia, non sono centri di servizi che siano un esempio di eccellenza". Tutto questo, collocato in una dimensione europea, gli fa dire che "le due città hanno bisogno di una scossa, devono unirsi per esaminare e affrontare un problema che è reale e sempre più serio". Anche perché la competizione allargata fa emergere i più bravi, quelli che hanno capito per tempo la lezione. Un esempio? La quota annuale di attività congressuali di Barcellona da sola è superiore alla somma di quelle di Torino e Milano.

L´operazione gioca su dieci idee base corrispondenti ad altrettanti campi di possibile collaborazione e non limitati nel tempo a Torino e Milano. L´alta velocità del "corridoio 5" destinato a collegare Lisbona a Kiev, passando per Lione-Torino-Milano-Trieste e incrociando a Novara la Genova-Rotterdam, interesserà, indirettamente ma non tanto, la Liguria e Bologna. È proprio l´alta velocità, ovvero la soluzione dell´antico problema delle comunicazioni, il fattore che oggi "rende credibile il progetto, unitamente alla nuove regole di governo delle autonomie e alla sempre crescente propensione dei cittadini alla mobilità".

Il modello di riferimento è quello del "Diamante fiammingo" tra Anversa e Lovanio o del Bacino della Ruhr in Germania. Quando tra non molto tempo in 45 minuti si potrà andare in treno da Torino a Milano e in eguale tempo da Caselle a Malpensa, l´alleanza tra le due città diventerà una grande opportunità. Si calcola infatti che nell´arco di un trentennio essa produrrà una crescita di 2 milioni di abitanti con un reddito complessivo che da 376 salirà a 552 milioni di euro con un aumento del 47 per cento e un incremento dell´occupazione del 55 per cento.

Lo scenario di questo asse Torino-Milano comprenderà una stretta collaborazione nel campo della formazione finalizzata a una "fabbrica unica" per il Nord Ovest grazie all´alleanza dei Politecnici delle due città, un grande distretto medicale con servizi di eccellenza in comune, una stretta cooperazione tra poli museali, attività di export, congressuali e fieristiche che avranno come riferimento il Lingotto di Torino e la Fiera di Milano nella sua nuova sede di Rho, un collegamento diretto tra l´hub di Malpensa e lo scalo di Caselle. Il presidente del Sanpaolo è convinto che "se si lavorerà con impegno i primi benefici di questa rivoluzione si potranno avvertire tra il 2010 e il 2011".

E spiega così il fatto che questa volta i protagonisti sono cambiati: "Le Camere di Commercio sentono di essere classe dirigente e dispongono di un territorio che va al di là di quello amministrativo e, in quanto rappresentanti dell´economia, avvertono di favorire interessi orizzontali. E poi, indipendentemente dai colori di governi e municipi, possono garantire la continuità". Costo dell´operazione? "Bisogna chiedersi che cosa costa a non ragionare in questi termini, rinunciando cioè alla realizzazione di una forza economica paragonabile a quella di Singapore. E , in quel caso sì, andando verso un sicuro declino".

ARTICOLI CORRELATI

© 2024 Eddyburg