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Claudio Tito
Parisi "Sì, Veltroni congeli il dialogo faccia il leader e non il Re Ombra"
16 Giugno 2008
Articoli del 2008
Nel partito di Veltroni qualcuno non regge più. Parole chiare e dure di un leader. La Repubblica, 16 giugno 2008. Con postilla

ROMA - «Esiste il rischio che si arrivi alla dittatura della maggioranza. O meglio alla dittatura dei leader, del Re Sole e del Re Ombra». Arturo Parisi non riesce ad attenuare i toni. Soprattutto non fa niente per allontanare l´allarme già lanciato su Repubblica da Eugenio Scalfari e Giuseppe D´Avanzo. Per diradare la nebbia che avvolge i provvedimenti del governo Berlusconi. Che, a suo giudizio, gettano un´ombra sinistra sul prossimo futuro. Soprattutto se il Partito democratico non smetterà di «cercare solo il riconoscimento da parte della maggioranza».

Dalla casa bolognese, l´ex ministro della Difesa chiede al suo partito di impostare l´opposizione in tutt´altro modo. Nei giorni scorsi non aveva nascosto le critiche. Ora invoca una svolta. Per riconquistare la sua «autentica funzione». Prendendo atto dei pericoli che la democrazia italiana sta attraversando e spostando in una fase successiva il dialogo sulle riforme. «Sono d´accordo con Scalfari dalla prima all´ultima riga. Descrive una dinamica che tocca tutto il Paese e non solo la maggioranza. E che è partita dalla caccia indiscriminata al rumeno dopo l´omicidio Reggiani ed è arrivata alle ronde "democratiche" di cui sento parlare a Milano». Il tutto provocato da una «sindrome dell´emergenza» che viene alimentata di giorno in giorno. Una paura giustificata? Parisi si ferma, cerca di calibrare ogni parola. Ma ogni verbo diventa un fendente: «È alimenta da fattori esterni. La catena paura-emergenza-poteri straordinari produce altra paura e quindi la richiesta di altre misure straordinarie. La militarizzazione, in effetti, è una sintesi di quel che accade. Impiegare 2500 soldati non può provocare ripercussioni immediate ma lancia un messaggio. La gente pensa: "allora la situazione è davvero critica"». Nel lungo periodo, cioè, l´effetto può essere la restrizione delle libertà? Il silenzio stavolta dura diversi secondi, poi Parisi sospira: «Il rischio, appunto, è che la richiesta di una restrizione delle libertà nasca dalla gente».

Un pericolo che fa paventare «un potenziale eversivo suscitato dalla paura e che mette capo all´accentramento dei poteri dell´esecutivo». Con un´aggravante: «Chi è preposto al governo è esposto a domande che vengono da settori e gruppi portatori di una cultura democratica inadeguata». Una frase che sembra avvalorare la tesi di chi parla di "deriva fascista". L´ex ministro, però, mette le mani avanti: «I termini vanno pesati». Non vuole fare analogie rispetto al Ventennio. Parla, però, di «corto circuito dei processi democratici». Che in questo caso penetra le sue radici nel rapporto che si è instaurato tra maggioranza e opposizione: «L´allarme più forte, come ricorda Scalfari, riguarda l´asservimento dei Parlamenti al volere della "Corona". Dobbiamo riconoscere che l´accentramento di poteri nel centrodestra sta giustificando anche l´accentramento dei poteri nel centrosinistra. All´esautoramento dei parlamentari da parte dei ministri del Re Sole corrisponde un esautoramento dei parlamentari da parte dei ministri-ombra del Re Ombra. Entrambi sono coinvolti nella stessa dinamica paura-emergenza-risposta emergenziale».

Il cuore del problema, dunque, per Parisi è rappresentato dal dialogo tra Veltroni e Berlusconi. In particolare il tentativo del segretario di Piazza Santa Anastasia di farsi riconoscere «come titolare esclusivo del ruolo di oppositore». Una strada che offre al Pd una «rendita di posizione, ma certo non aumenta le probabilità di rappresentare un´alternativa agli occhi degli elettori. C´è l´illusione che la forza dell´opposizione venga dal riconoscimento da parte della maggioranza». Si confonde «alternanza con alternativa» senza far salire le chance di vincere le elezioni al prossimo turno. E invece «Walter dovrebbe farsi riconoscere dagli elettori prima che da Berlusconi. Il confronto sulle riforme dovrebbe svolgersi solo dopo che il Pd si è assicurato il riconoscimento degli elettori. E questo fino ad ora non mi sembra avvenuto». Anzi, ammonisce Parisi alzando per un momento il tono della voce, le conseguenze saranno inevitabili: «una democrazia bloccata», proprio come avveniva nella Prima Repubblica con il pentapartito e il Pci. «Se la maggioranza è debordante e l´opposizione è inadeguata - avverte - è evidente che la democrazia, come noi la conosciamo, è a rischio. C´è una degenerazione. Se non una dittatura della maggioranza, una distorsione profonda. Se non fosse per la presenza della Lega da una parte e dell´Idv e dell´Udc dall´altra, bisognerebbe assumere che la trama tra il Sole e l´Ombra ha messo in moto una dinamica preoccupante». «Per questo - chiude Parisi - condivido dalla prima all´ultima riga quello che ha scritto Eugenio Scalfari».

Postilla

Veramente Scalfari non aveva paragonato Berlusconi al Re Sole, ma alla "parrucca del Re Sole". E poi, concludendo l'analogia, ha scritto: "Il Re Sole. Ma qui il sole non c’è. C’è fanghiglia, cupidigia, avventatezza, viltà morale". Essere l'Ombra non del Re Sole, ma di una realtà fatta di "fanghiglia, cupidigia, avventatezza, viltà morale" è davvero un po' avvilente...

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