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Armando Stella
Parco Sud, la svolta di Podestà «Non è un totem, si può costruire»
29 Giugno 2010
Padania
In un paio di battute sul Corriere della Sera edizione Milano, il presidente PdL della Provincia praticamente azzera l’idea di greenbelt, fra nuovo raccordo anulare e urbanizzazioni. Sa quel che dice? (f.b.)

«Il Parco Sud non è un totem» e il sacrilegio è la sua contemplazione: «Gli atteggiamenti ideologici impediscono i necessari adeguamenti». Il presidente della Provincia, Guido Podestà, mette al bando i «pregiudizi» e sul tavolo i progetti: strade, piste ciclabili, magari scuole, cascine da ristrutturare o ampliare, sicuramente «la prosecuzione della tangenziale esterna Est con il completamento dell’anello esterno» della gemella Ovest, la bretella mancante, «un’infrastruttura indispensabile». Podestà illustra la road map all’assemblea di Assimprendil, da presidente del consiglio direttivo del Parco, precisa che il Comune «ha le sue prerogative» nella stesura del nuovo Piano di governo del territorio, ma lancia un messaggio e sembra rassicurare i costruttori: «Insediamo una commissione per riflettere su un’esperienza che ha vent’anni». Un annuncio che preoccupa gli ambientalisti: «Podestà dà picconate al Pgt. Salvaguardiamo il nostro monumento all’agricoltura». Così Matteo Mauri, capogruppo provinciale Pd: «Il Parco Sud è un polmone verde il cui pregio e la cui bellezza vanno tutelati dall’edificazione indiscriminata».

È un’area di 47 mila ettari, nei confini di 61 Comuni, ingloba abbazie, castelli e casali. Nel 1990, l’atto fondativo. Ieri, la svolta programmatica. Il Parco Sud, sostiene Podestà (rinominato ieri anche presidente della Permanente), «dev’essere interpretato dal punto di vista della valorizzazione del verde, della destinazione agricola, ma dev’essere più penetrabile e fruibile da parte dei cittadini. Certi adeguamenti sono possibili senza tradirne la natura, anzi investendo per confermarla». Linee guida: «Consumare meno territorio possibile», «riutilizzare le aree dismesse», «evitare posizioni preconcette». Il presidente della Provincia lo ribadisce anche a proposito del nuovo termovalorizzatore: meglio fuori dal Parco, alla periferia Sud-Est. Detto questo: meglio farlo.

«Podestà apre al cemento e difende gli interessi immobiliari», attacca Damiano Di Simine, presidente di Legambiente: «Il Parco non sarà un totem, ma staremo a vigilare perché non venga abbattuto: il progetto della nuova tangenziale Ovest, ad esempio, massacrerebbe il pezzo di Pianura padana più bello della Provincia». Marco Parini, neopresidente di Italia Nostra, chiederà presto un incontro a Podestà: «Il Parco Sud può essere fonte di rilancio economico e turistico per i Comuni, ma ne va conservata la vocazione agricola e il valore paesistico. Apriamo il confronto ed evitiamo danni».

Marco Magnifico è il vicepresidente esecutivo del Fai: «Siamo tutti preoccupati. Io, la signora Giulia Maria Mozzoni Crespi, la presidente Ilaria Buitoni Borletti. Solo dieci giorni fa Podestà aveva assicurato: "Il Parco rimarrà intonso". Ora, queste curiose dichiarazioni: il presidente della Provincia sembra aver cambiato idea dopo le esternazioni di qualche immobiliarista. Ci auguriamo che torni sui suoi passi: il Parco agricolo è una risorsa da preservare».

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