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Anais Ginori
Operazione Champs Elysées "Salviamolo dalle boutiques"
27 Dicembre 2006
Altre città italiane
Anche in Francia una legge speciale per salvaguardare la composizione funzionale dell'arteria "monumento nazionale" parigina. La Repubblica, 27 dicembre 2006. Con una postilla

PARIGI - Forse nessuno avrebbe mai pensato che una grande strada commerciale, per quanto prestigiosa ed evocativa, potesse ambire un giorno a diventare monumento nazionale, protetta e tutelata come fosse una cattedrale o un museo ottocentesco. Eppure è quello che sta per accadere agli Champs Elysées.

L´immenso viale che collega place de la Concorde con l´Arco di Trionfo diventerà presto intoccabile. Senza il permesso del governo sarà difficile spostare un´insegna luminosa, installare un tavolino, cambiare gli orari di apertura dei negozi. Impossibile poi entrare nel club delle fortunate boutiques domiciliate agli Champs Elysées se lo Stato francese non sarà d´accordo. Lo ha capito a sue spese il gigante dell´abbigliamento giovanile H&M. Il gruppo svedese si è visto rifiutare la licenza dopo aver già versato 20 milioni di euro per il contratto di affitto del numero 88, nella parte centrale del viale. La commissione pubblica ha spiegato che ci sono ormai «troppi negozi di vestiti» nella strada: su 332 esercizi commerciali, il 39% vende infatti vestiti. «Gli Champs Elysées rischiano di banalizzarsi» è stata la conclusione dei funzionari. E il ministro del Commercio, Renaud Dutreil, ha promesso un decreto: «Da gennaio sarà possibile per le autorità locali controllare i passaggi di licenze. Dobbiamo proteggere gli Champs Elysées».

La misura era nell´aria da tempo, da quando la speculazione immobiliare ha trasformato definitivamente la celebre strada che nel Settecento portava re e regine verso la campagna, ornata dal giardiniere di Versailles André Le Notre, celebrata da Napoleone che volle costruirvi in cima l´Arco di Trionfo e dalle passeggiate della nascente borghesia, poi infine delle classi operaie trasportate nel salotto della capitale con il metro. Simbolo dell´orgoglio repubblicano e della festa popolare - qui si tiene la parata del 14 luglio, l´arrivo del Tour de France - gli Champs Elysées sono diventati uno dei luoghi più costosi del pianeta. In pochi anni, gli affitti sono quasi quintuplicati, passando da 2 fino a 10mila euro al metro quadrato. «Una follia» commenta la socialista Lyne Cohen-Solal, responsabile del commercio al Comune di Parigi.

L´avenue ha così cambiato velocemente identità, perdendo l´antica vocazione culturale (il nome significava proprio «campi delle isole felici») a beneficio dell´animo più commerciale. Dal 1996 sono scomparse dieci sale cinematografiche, tradizionale attrazione della strada. L´anno scorso, il caro-affitti ha costretto alla chiusura l´Ugc Champs Elysées sostituito da un megastore della Nike. E adesso l´Ugc Triomphe e Normandie minacciano di andarsene: «Il canone richiesto supera il guadagno che possiamo realizzare con gli spettatori» spiega il direttore generale di Ugc, Hugues Borgia. Anche le librerie-discoteche Virgin e Fnac temono di dover sloggiare come molti ristoranti, l´ultimo è stato il Cascades, al quale subentrerà il negozio di vestiti Esprit.

«Il predominio delle boutiques, di uffici e banche segna la fine dell´animazione serale» ha scritto Le Monde. «Senza cinema e ristoranti la vita si spegne al tramonto, con la chiusura delle vetrine» sostiene il quotidiano che ricorda come il boulevard Saint-Germain - altra celebre passeggiata della vita culturale parigina - sia già stato in parte «ucciso» da questa mercificazione. All´opposto, il giornale Le Figaro ha stigmatizzato l´intervento pubblico che come nell´Ancien Regime «soffoca» la libertà economica e «disprezza» il dinamismo commerciale. Il nuovo palazzo di Louis Vuitton affronta tuttora una battaglia legale per continuare l´apertura domenicale, il palazzo occupato da Zara è stato sottoposto a «umiliazioni fiscali» e anche Adidas ha chiesto aiuto ai migliori avvocati per riuscire a inaugurare la sua boutique. «Le autorità vogliono trasformare Parigi in un museo» conclude Le Figaro. Ma sulla difesa dei due chilometri dell´avenue persino le divisioni politiche sembrano scomparire: la giunta socialista di Parigi ha siglato un accordo con quella di destra che governa l´ottavo arrondissement. E sull´intesa bipartisan c´è il sigillo del presidente della Repubblica Jacques Chirac, secondo cui sarebbe «terribile» vedere snaturati gli Champs Elysées. E pazienza se qualche imprenditore protesterà.

Postilla

In Italia, nel 1985, la legge Mammì diede i comuni un analogo potere per i centri storici. Applicata in più di un comune (tra cui Venezia), fu rapidamente disapplicata quando le "nuove sinistre" giunsero al potere, deregolamentando e liberando il mercato da "lacci e lacciuoli"

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