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"Occorre rassegnarsi?"
11 Dicembre 2004
Lettere e Interventi
Raffaele Radicioni

Torino 18.11.2004 - Caro Eddy, prendo lo spunto dal primo argomento del tuo Eddytoriale di lunedì 15 u.s.: la privatizzazione dell'urbanistica, che, malgrado l'apparente sonnolenza, in realtà incombe sulla vita delle città italiane e quindi di tutti. Non mi riferisco solo alla proposta di legge ma anche alla realtà, che si sta consolidando nella testa di coloro (politici, amministratori, tecnici. etc), che operano e fanno opinione sull'argomento.

Non occorre che ti dica che concordo con la tua preoccupazione e con le critiche di fondo, che hai evidenziato non da ora; al riguardo ho riletto gli scritti, che hai raccolto, gli Eddytoriali, che via via hanno trattato dell'argomento in questione.

Mi pare però evidente la sproporzione fra il pericolo incombente e le iniziative politico - culturali, di fatto inesistenti, da parte di coloro (forze politiche, enti culturali, singoli) che sono contrari almeno sul nodo centrale: la privatizzazione dell'urbanistica.

In altri tempi il fu glorioso PCI avrebbe mobilitato la cultura, gli amministratori ai vari livelli, l'ANCI, i parlamentarti per suscitare un grande movimento di contrasto e di costruzione di nuove prospettive.

Questo sembra non più possibile.

Ma allora occorre rassegnarsi comunque, scambiandosi le preoccupazioni fra chierici?

Perchè non tentare di organizzare una iniziativa nazionale che scalfisca almeno l'opinione pubblica?

Potrebbe essere così costruita?

- rivolgendosi ai politici più avvertiti appartenenti ai vari tronchi della sinistra;

- coinvolgendo le associazioni culturali disponibili: Italia Nostra, Polis, Lega Ambiente....;

- sensibilizzando gli amministratori regionalòi, provinciali, comunali disponibili;

- prendendo contatti con docenti di varie facoltà di architettura.

Questo lavoro ben inteso non si fa da sè; occorre che quanti concordano si prendano alcuni impegni in ragione delle disponibilità e degli ambienti (politici, amministrativi, culturali, accademici...), in cui ciascuno opera.

Mi illudo? Sono proposte scontate, in quanto iniziative del tipo sono in atto ma che io non conosco perchè di fatto opero da isolato?

Rassegnarsi no. Il danno è troppo grave. Proviamo a vedere se qualcuno si muove. Proviamo a scrivere, a telefonare, a parlare. Ci saranno pure amministratori che si rendono conto che affidandosi all'iniziativa della proprietà immobiliare si va dove Lauro e Cioccetti hanno portato Napoli e Roma. Possibile che dormano tutti? Io non credo. Facciamo ciascuno quello che può. La tua proposta mi sembra utile, vediamo.

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