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Paolo Berdini
Occasioni da abitare
22 Maggio 2006
Articoli del 2005
Dove dormono gli immigrati in città? Una proposta per un problema sempre più grave. Da il Corriere della sera del 26 giugno 2005, pagine di Roma

Sono oltre trecentomila gli immigrati regolari che vivono stabilmente in provincia di Roma. La Caritas, che ci aggiorna puntualmente su questo imponente fenomeno, ne fornisce le nazionalità di provenienza, sono 192, e le condizioni lavorative. Si tratta di posizioni subordinate, di lavori poco ambiti o della vendita di mercanzie lungo le nostre frettolose strade, anche se non mancano, sono 15.000, i nuovi imprenditori. Da altre ricerche conosciamo il loro grado di istruzione e la loro fede religiosa. Se però cerchiamo di comprendere dove abitano queste persone che a Roma sono oltre il 10% della popolazione, ci troviamo di fronte a una forte carenza informativa. Dove gli immigrati passano le notti, insomma, non è dato sapere.

Se utilizziamo fonti narrative o di cronaca, comprendiamo che — al pari della emigrazione storica italiana nel secolo scorso — gli immigrati preferiscono abitare nei quartieri in cui già esiste una presenza, piccola o grande che sia, di altri loro connazionali. I « pionieri » sono un sicuro punto di riferimento per poter risolvere i primi problemi: così, al pari delle altre grandi capitali, iniziano ad evidenziarsi anche a Roma le specializzazioni nazionali dei quartieri. Se Esquilino è da tempo sede della comunità cinese, ad Ostia c'è una forte presenza di russi.

A San Paolo sono molti gli immigrati provenienti dal continente indiano, mentre i popoli africani abitano nel quadrante orientale. Ma spesso le cronache ci dicono che decine di persone dormono a caro prezzo in sordidi scantinati o capannoni. In baraccopoli di fortuna o addirittura sotto i ponti del Tevere. La dimensione del problema induce a chiederci se davvero non sia venuto ilmomento di porre la questione nella sua complessità e potenzialità.

Anche perché, sempre le cronache narrano di edifici scolastici, abbandonati da anni per l'invecchiamento dei nostri quartieri, devastati da atti vandalici: è accaduto non molti giorni fa ad Albuccione e lungo la Colombo. Se diventassero luoghi di accoglienza per gruppi di immigrati si fermerebbe il loro decadimento fisico e si fornirebbe a quelle persone una grande opportunità di integrazione.

Una nazione che stenta a far ripartire la macchina economica deve trovare motivazioni forti per disegnare un futuro nuovo e la questione delle abitazioni per gli immigrati è sicuramente tema di grande potenzialità: si tratta di definire le politiche abitative e di accoglienza adatte per metter in moto questo fenomeno. Se a livello nazionale si iniziasse a definire strategie e risorse per interventi di riuso degli edifici non più utilizzati presenti nel cuore delle città, si potrebbero aprire nuove pagine di storia urbana e di integrazione. Pochi giorni fa il consiglio comunale di Roma ha votato una delibera programmatica che affronta l'emergenza abitativa, dagli sfratti alla carenza di alloggi in affitto. É di ieri la notizia di uno stanziamento di 50 milioni per l'acquisto di alloggi popolari. Il prossimo capitolo dovrà riguardare il mondo degli immigrati.

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