loader
menu
© 2024 Eddyburg
Luca De Vito
Nuovi Pgt in 7 Comuni il Parco Sud assediato dalle colate di cemento
24 Novembre 2012
Milano
In qualche modo prove generali dal basso di città metropolitana, contro il ridimensionamento della grenbelt agricola per spinte localistiche ed elettorali.

La Repubblica Milano, 24 novembre 2012 (f.b.)

SONO i sette Comuni del cemento. Sette centri della provincia aggrappati ai confini del Parco Sud, il polmone verde di Milano, dove sono stati approvati — o sono in via di approvazione — i nuovi Pgt, piani di governo del territorio, a maggior impatto ambientale. Gorgonzola, Segrate, Melegnano, Rozzano, Cologno Monzese, Basiglio, Opera. È il cemento che passa dalla porta principale, ovvero i regolamenti comunali che, in questi casi, forniscono licenze di edificazione per milioni di metri quadri di suolo agricolo. Tutto rientra nelle regole: i Pgt vengono redatti sulla base di un aumento di popolazione previsto per i prossimi 5-10 anni e non intaccano le aree del Parco Sud. In compenso però lo assediano, dando il via libera alle edificazioni nelle aree agricole rimaste nei dintorni. Come succede a Gorgonzola, dove l’impatto che rischia di avere l’applicazione delle nuove regole è impressionante: qui i campi della fascia nord, circa 1,6 milioni di metri quadri di verde, potrebbero scomparire.

Secondo le associazioni ambientaliste questi piani non rispondono a esigenze abitative reali. Anche perché spesso si basano su prospettive di crescita che non si reggono su dati statistici e demografici, ma danno comunque un “alibi” ai costruttori per edificare sul verde. Su questo Segrate vanta un record. Qui, il Comune — in funzione di una crescita pari a 15mila abitanti nei prossimi anni (ora sono meno di 35mila) — ha approvato un piano che prevede il consumo di 162 ettari di suolo, di cui 106 di spazi agricoli. «A questi — spiega Paolo Micheli, della lista civica di sinistra Segrate Nostra — si vanno ad aggiungere i 141 dei piani di intervento integrati approvati prima del Pgt. In pratica è stato reso edificabile tutto ciò che di verde era rimasto a Segrate ».

Qualcosa di simile accade a Rozzano, dove una delle cose che ha fatto infuriare i comitati anti-Pgt è il numero di nuovi abitanti previsto: 14.500 persone in più, praticamente una seconda città visto che in quella attuale ne risiedono 41mila. Non solo. Un’altra delle stranezze, sempre a Rozzano, riguarda i volumi previsti: in un’area di poco più di 500mila metri quadri le volumetrie residenziali e terziarie da realizzare sono pari a qualcosa come nove Pirelloni. «Un’assurdità — secondo Adriana Andò del comitato “Occhi Aperti” — vogliono toglierci i campi sportivi e distruggere il verde superstite ».

In molti puntano il dito contro le amministrazioni comunali, accusando i sindaci di guardare agli oneri di urbanizzazione e alla vendita di terreni per sistemare i bilanci. «Ma le cose non stanno così — spiega il sindaco di Rozzano Massimo D’Avolio, del Pd — perché sappiamo bene
quali siano le situazioni del mercato immobiliare oggi. Non si possono fare bilanci sulla base di previsioni inesistenti». In molti casi (come appunto a Rozzano) si tratta di spazi già in mano ai privati che, nel tempo, hanno acquisito diritti su queste aree. «Il diritto privato equivale a quello pubblico — sottolinea D’Avolio — e non si può pensare di retrocedere ». Qualcosa del genere devono aver pensato anche gli amministratori di Melegnano, dove il Pgt ha previsto la trasformazione di un territorio agricolo di 400mila metri quadri, diviso in due terreni che finora fanno da “cuscinetto verde” tra città e autostrada. Una delle due aree è proprietà della San Carlo e da anni si parla di trasferire lì un sito produttivo dell’azienda.

Risposte diverse alle richieste dei privati potrebbero arrivare seguendo altre strade. Ne è convinto Sergio Cannavò, di Legambiente: «Prima di dare la disponibilità per edificare su suolo libero - dice - bisognerebbe valutare quanto ci sia in giro di dismesso, invenduto e sfitto». Prospettiva lungimirante, ma rara da incontrare. Nulla del genere si è visto a Basiglio, ad esempio, dove il piano ha previsto un consumo di suolo di 308mila metri quadri a fronte di un presunto aumento della popolazione del 35 per cento. «Chiunque abiti qui ha notato negli ultimi anni un aumento del numero di case vuote — spiega l’avvocato Alvise Rebuffi del Comitato Cittadino “Basitos” — inoltre le recenti iniziative immobiliari non hanno avuto fortuna a causa dell’assenza di domanda.
Su che basi è stato previsto un aumento della popolazione così importante?». I cittadini di Basiglio stanno dando battaglia e hanno raccolto le firme per un referendum consultivo.

Non sono gli unici ad essersi ribellati. A Opera il Pgt (non ancora approvato) prevede la trasformazione di quasi 300mila metri quadrati agricoli in terreno edificabile. Il tempo per presentare le osservazioni stringe, i consiglieri d’opposizione hanno dichiarato guerra al piano: «Una colata di cemento sta per abbattersi sul nostro Comune — dice Francesco Cavallone, del Pd — è uno scempio che l’amministrazione guidata dal leghista Fusco sta cercando di perpetrare in nome di interessi che non sembrano quelli dei cittadini operesi». Ma non è solo una questione di colori politici. A Cologno Monzese, infatti, tra i più arrabbiati contro il nuovo Pgt — 330mila metri quadrati di aree residenziali in arrivo — c’è proprio il Carroccio. «Quest’estate sono andata a vedermi i luoghi in bicicletta — racconta Daria Perego, segretaria cittadina della Lega Nord che si è battuta contro l’adozione del piano — sono gli ultimi fazzoletti di verde rimasti a Cologno, non possiamo perderli. Sarà durissima impedire l’approvazione del Pgt, ma ci batteremo fino all’ultimo».

ARTICOLI CORRELATI

© 2024 Eddyburg