Sono stato sindaco di questa perla unica al mondo dal febbraio 1971 al giugno 1985. Durante questi lunghi anni credo di aver salvato la mia città dall’assalto del cemento, che ha attecchito nel resto dell’intera Costiera Amalfitana. Di tanto mi hanno in tanti dato atto.
Sempre durante questi anni ho collaborato, quale sindaco, con il prof. Pane, col prof. Dal Piaz, col dott. Delgado, con i quattro rappresentanti dei comuni dell’area sorrentino-amalfitana e delle province di Napoli e Salerno, nella redazione di quello che è alla fine diventato il “P.U.T. dell’Area Sorrentino - Amalfitana, approvato con la legge 35/87 della Regione Campania.
A causa di una malattia che mi ha ultimamente colpito e di cui ancora sono vittima, non ho seguito, negli ultimi due mesi il Suo sito.
Ritonatoci, ora, su, ho avuto modo di leggere l’articolo comparso sul Corriere del Mezzogiorno, ed. Napoli, 4 settembre 2007.
Inutile fare i soliti complimenti; voglio solo integrare le notizie che ivi sono esposte.
In particolare, ad un certo punto il Presidente di Italia nostra Donatone dice: “Giace da ottobre 2006 presso la procura della Repubblica salernitana un esposto-denuncia della presidenza nazionale di Italia Nostra contro l'ormai avviata costruzione dell'«Auditorium» di Ravello ... Sollecitiamo pertanto il procuratore della Repubblica di Salerno, Apicella, a dare impulso e concludere senza remore le indagini prima che l'opera venga illegittimamente realizzata” .
Ebbene, voglio informarLa che, siccome quella denuncia conteneva qualche affermazione errata, nonché delle manchevolezze, ho ritenuto di dare completezza di informazioni alla Procura di Salerno. Così, anch’io, il giorno 15 dicembre 2006, ho presentato, personalmente e pro manibus, un esposto/denuncia che qui Le allego in copia. Ovviamente non Le invio i numerosi allegati, anche perché, di essi, un buon numero sono già in Suo possesso.
Grazie, a nome di tantissimi Ravellesi per quanto sta facendo per la salvaguardia della nostra identità
Lei giustamente, sottolinea – come del resto Donatone - la necessità di difendere la legalità a proposito della difesa di un bene comune, come è la bellezza del paesaggio amalfitano: una bellezza già guastata da numerosi obbrobri, cui è inutile aggiungerne altri. Mi fa riflettere su come il termine “legalità” abbia assunto significati diversi: oggi viene usato sia nel senso che gli diamo noi, sia come copertura di volontà sopraffattrici che si appellano alla legalità per reprimere, e possibilmente cancellare ogni “diversità” rispetto ai valori, agfli interessi e alle idee dominanti. Nella babele delle lingue penso che sia sempre utile qualificare le parole che si adoperano: anche questa è una costante premura di eddyburg, che colgo l’occasione della sua lettera per ribadire.