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Lorenzo Mondaini
Nuove soluzioni urbane per combattere il climate change
15 Luglio 2017
Invertire la rotta
Le capitali Europee, alle prese con i radicali cambiamenti del clima, adottano sistemi sempre più innovativi. Naturalmente non si propongono di adottare provvrfimrmti che contrastino lo sviluèèismo, causa condistente del surriscaldamento, ma solo queli che incrementano il Pil.

Le capitali Europee, alle prese con i radicali cambiamenti del clima, adottano sistemi sempre più innovativi. Naturalmente non si propongono di adottare provvrfimrmti che contrastino lo sviluèèismo, causa condistente del surriscaldamento, ma solo queli che incrementano il Pil. Regioneambiente, 15 luglio 2017 (c.m.c.)

Le conseguenze derivate dai cambiamenti climatici stanno apportando modifiche sostanziali al modo in cui l'uomo si approccia alla natura. L'innalzamento del livello dei mari è una delle problematiche più attuali dato che già numerose città costiere del mondo devono fare i conti con la lenta scomparsa di alcune zone abitabili.

Per una nazione come i Paesi Bassi, la cui superficie è posizionata, per una buona parte, sotto il livello del mare, le problematiche sono all'ordine del giorno. E' per questo che la città di Rotterdam, uno dei capoluoghi principali del paese, sta adottando delle contromisure di ingegneria edile molto sofisticate e innovative, tali da attirare a sé l'interesse di numerose comunità scientifiche.

Come riportato nel dossier 2017 di Legambiente dal titolo "Le città alla sfida del clima", la città olandese è considerata come una delle più avanzate nel campo della trasformazione urbana. Tutti i progetti sviluppati, infatti, sono basati sul semplice quanto nobile concetto di resilienza urbana, ovvero l'adattamento ambientale delle strutture cittadine ai nuovi cambiamenti naturali. Non c'è dunque l'intenzione di forzare i percorsi e i comportamenti dell'acqua, bensì di convivere con questi nella maniera più intelligente e sostenibile possibile.

La superficie di Rotterdam è situata per l'80% al centro del delta del fiume Reno, il rapporto città-acqua è un fattore estremamente importante per la vita di tutti giorni. E grazie alle politiche urbanistiche attuate dalla municipalità nel corso degli ultimi 15 anni, tale rapporto è stato capovolto in maniera straordinaria, passando da minaccia ambientale a opportunità economica. Risale al 2001, infatti, il primo atto di un piano d'azione a lungo termine per contrastare gli effetti, anche devastanti, delle alluvioni e delle tempeste. Una programmazione che è stata poi aggiornata sia nel 2005 che nel 2007 e con una pianificazione fino al 2035, sintomo di come la città sia attiva su questo ambito.

Nel dettaglio, tra i provvedimenti presi, c'è l'istituzione dell'Eendragtspolder, una grande landa bonificata e ibrida, composta sia da campi che canali, utilizzata per moltissime attività acquatiche e sviluppata in maniera tale da poter accogliere le esondazioni del fiume Reno e l'eccesso di acqua dovuto alle alluvioni, senza causare nessun danno. Ci sono poi nuove modalità di architettura, che interessano soprattutto il centro di Rotterdam. Tra queste il retrofitting, ovvero la riutilizzazione di spazi sotterranei, come dei garage, convertiti in grandi serbatoi per lo stoccaggio dell'acqua piovana. Ma anche la costruzione di strutture abitative e quartieri galleggianti, soluzioni flessibili che si adattano alla fluttuazione dei livelli dell'acqua.

Il capoluogo olandese non è un unicum nel suo genere; altri centri metropolitani del centro e nord Europa stanno adottando strategie di adattamento innovative per contrastare i cambiamenti climatici. Alcuni esempi:

- La città di Brema, in Svizzera, ha avviato un programma di lavoro, il Sensible Water and Urban Development, con l'obiettivo di gestire in maniera ottimale le piogge intense. Questo consiste nell'uso multifunzionale del terreno, nella creazione di parchi acquatici, nell'utilizzo di strutture sotterranee e di raccolta dell'acqua e nella costruzione di strade di emergenza.

- Copenaghen, nel 2011 ha aggiornato il suo piano urbanistico, denominato "piano delle cinque dita" e risalente al 1949, per far fronte alle inondazioni. Nel dettaglio, si è deciso di allargare il sistema fognario, utilizzare nuove modalità di drenaggio urbano superficiali in grado di gestire localmente l'acqua piovana e di guidare il flusso in caso di alluvioni, dirottandolo verso luoghi non sensibili all'allagamento. Sempre nella capitale danese, alcuni quartieri hanno subito trasformazioni molto interessanti. In quello di St. Kjeld, a seguito del disastroso nubifragio del 2011, la municipalità di Copenaghen ha avviato un ambizioso progetto di ottimizzazione delle vie e delle piazze, con la creazione di zone piantumate, dune verdi, piste ciclabili, sostituzione di pavimentazioni impermeabili con prati e mini parchi urbani, oltre alla sopraelevazione dei marciapiedi per la raccolta e il deflusso delle acque in eccesso verso il porto. In quello di Nørrebro, oggetto tra i principali del Copenhagen Climate Plan, si è adottato un nuovo approccio al tema della presenza dell'acqua in ambito urbano. Essa non viene considerata più come un pericolo, bensì come una risorsa e un'occasione di creazione di nuovi spazi attrattivi che abbiano come scopo la diversità biologica, lo scambio culturale e l'interazione sociale di quartiere.

- Stoccarda, il capoluogo tedesco, rappresenta uno degli esempi più avanzati di integrazione delle misure di mitigazione del calore urbano all'interno di strumenti di pianificazione ordinaria. Nel 2008, nel Land Use Plan, piano di ampliamento della zona residenziale Schelmenäcker, realizzata a ridosso del bosco di Lemberg, è stato concepito un "corridoio verde" di attraversamento del nuovo nucleo abitato in grado di salvaguardare l'esistenza di un "passaggio di ventilazione" tra il centro cittadino e le aree rurali circostanti, migliorare le condizioni microclimatiche ed estetiche del nuovo quartiere, e garantire un nuovo spazio verde a scopi ricreativi e di mobilità, da e verso il centro urbano.

La strada per risolvere le problematiche del climate change è ancora molto lunga e impervia, specie se si valuta quanti pochi sforzi vengano fatti, allo stato attuale, dai governi della comunità mondiale. Ad ogni modo, l'attuazione di queste innovative strategie urbane, volte a salvaguardare la vita nei grandi centri urbani, sono il sintomo che una parte della popolazione si sta muovendo nella direzione giusta.

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