Non solo Fuksas. La polemica sulla Torre delle torri, tornado, emozione, puntura di spillo in mezzo al mare a seconda della fantasia di chi si esalta solo ad immaginare i 123 metri, per ora solo uno schizzo, dell´architetto italo-lituano, rischia di spingere ai margini, di abbassare la soglia di attenzione dall´emergenza cemento su cui la città deve da tempo interrogarsi, non si interroga mai abbastanza o non ne ha forza e piena coscienza.
Ma il progetto della Margonara (porto turistico con annessa Torre Fuksas) è solo la punta di un iceberg. Un grosso iceberg. L´ultimo tassello di un´operazione di progressiva acquisizione (conquista?) della città in un intreccio tra affari e politica, che arriva da lontano e che appare inarrestabile prima con il progetto Bofill e ora con Fuksas. E´ la conferma di una fitta rete che vede come protagonisti i "soliti noti", affiancati e sospinti dall´Unione Industriali e dall´Autorità portuale, più in generale con il sostegno delle categorie economiche sotto l´ombrello della Camera di commercio, e con l´avallo esplicito e conclamato del vertice ds e della Lega delle Cooperative, seguiti a ruota da enti e partiti in ordine sparso e con varie differenziazioni, ultima in ordine di tempo quella dello Sdi, che con una mossa strategica certo ispirata dal segretario Paolo Caviglia, minaccia la verifica dell´alleanza di Palazzo Sisto IV se, come è scontato, Rifondazione e Comunisti italiani voteranno "no". Senza contare il pieno assenso dell´opposizione di centrodestra, speranzosa di fruttare sul piano politico la piccola ma pesante emorragia provocata nella maggioranza dal dissenso della sinistra radicale.
Una ragnatela di interessi, una liaison senza veli e senza incertezze. Lo dimostrano le pubbliche e ufficiali affermazioni del segretario diessino Lunardon, del presidente coop Granero e del capogruppo De Cia, affascinati fino all´incantamento (rileggere per conferma il testo dell´intervento del capogruppo diessino in consiglio comunale) per l´indiscutibile tratto geniale e l´avveniristica intuizione artistica e immaginifica dell´architetto che vota Rifondazione, ma che a Rifondazione proprio non va giù dal viceministro all´Ambiente all´assessore regionale Zunino.
La città è tutta un cantiere. Privato. Riassunto delle puntate precedenti. Si è costruito nel cuore del porto, accanto al Palacrociere: Torre Orsero con annessi e connessi; si è costruito sui resti dell´ex Mulino, sulla sponda destra del torrente Letimbro, a cinquanta passi dalla spiaggia; si sbanca, si scava e si costruirà poco più in là, nella vecchia centrale e nel palazzo dell´ex Cieli con una maxi operazione di edilizia residenziale (appartamenti, box sotterranei, negozi). Ma l´elenco è ancora lungo. In pole position le aree ex Italsider. Qui, demolito lo stabilimento e cancellati con imponenti sbancamenti i resti del promontorio di San Giorgio (anno 1100-1600) nascerà il maxi complesso del Crescent disegnato da Bofill per Orsa 2000, la società guidata della famiglia Dellepiane dopo l´uscita del terminalista Campostano. Si costruirà una torre anche nell´area ex Mottura e Fontana, nella zona di San Michele, ponente della città; si sta costruendo sulle ceneri del glorioso cinema teatro Astor, all´imbocco del Centro storico (ma i lavori sono fermi a causa delle crepe provocate dai lavori di palificazione nell´adiacente Pianacoteca). Altro cemento è previsto nell´ex Cantiere Solimano, tra l´Aurelia e il mare, zona di ponente; come per il progetto che prevede appartamenti, uffici e galleria commerciale nell´ex ospedale San Paolo, in pieno centro cittadino. Si costruirà ancora nella zona del Brandale, ad un tiro di fionda dalla Fortezza del Priamàr, dalla Darsena Vecchia e dal Crescent. Ma non basta. Incombono altri progetti e altro cemento. Binario Blu (De Filippi-Barbano), proprietaria delle aree ex Squadra Rialzo, zona centralissima, tra il torrente Letimbro e il Palazzo di Giustizia, ha affidato all´architetto svizzero Mario Botta (formatosi alla scuola di Carlo Scarpa, influenzato da Le Corbusier e Louis Isadore Kahn, e nel cui palmarès figurano le Torri Kyobo e il Museo d´Arte a Seoul, la Banca del Gottardo a Lugano, la nuova Scala di Milano, il Museum of Modern Art di San Francisco) il progetto di un "importante" centro residenziale. Un´altra cordata (De Filippi, Mirgovi, Bagnasco, Cooperative) ha pronto un progetto di edilizia residenziale, con tanto di torre, nell´area degli Orti Folconi, proprio di fronte alla stazione Mongrifone. Centinaia e centinaia di appartamenti, uffici, box in una città con poco più di 60 mila abitanti e in cui proliferano le agenzie immobiliari (una ogni 500 abitanti). Non solo Fuksas, dicevamo all´inizio. Il progetto della Margonara, esaltato come la panacea capace di guarire una città resa vulnerabile dai ritardi e dalle miopie nel progettare e superare la fase post industriale, è solo l´ultimo assalto, la spallata finale di una lobby trasversale in cui la politica va al traino dell´impresa privata, poco o nulla riservando alla collettività. E in cui le voci contrarie, prime fra tutte Italia Nostra, Campanassa, Istituto di Studi Liguri e Storia Patria, sono l´ultima, fragile barricata per fermare l´escalation dei "padroni della città".