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Vittorio Gregotti
Non ha senso la battaglia dei grattacieli
9 Aprile 2008
Milano
Continua la discussione sull’Expo: un invito a miglioramenti strutturali, piuttosto che ad esercizi di “bella architettura”. La Repubblica, Milano, 9 aprile 2008 (m.p.g.)

Cominciamo col non esagerare. La partita sull’Expo non è affatto decisiva per i destini del nostro paese, né per quelli delle sue connessioni culturali e produttive internazionali. Si tratta di un successo importante per Milano sul piano del marketing urbano, visto che le città sono diventate purtroppo pure occasioni di competizione mercantile. In questo si sono trasformate le Esposizioni universali che hanno cessato la loro funzione propria alla fine del XIX secolo, trasformandosi in utilissime occasioni di lavoro e di afflusso temporaneo di capitali. Non è più il tempo delle Tour Eiffel.

Sarebbe invece importante compiere da subito uno sforzo di progettazione urbana di lungo periodo per costruire un’ipotesi credibile, un piano, su come si possa utilizzare tale occasione, immaginando miglioramenti strutturali, diffusi e non esibizionisti. Le occasioni eccezionali come Olimpiadi, campionati internazionali, esposizioni tematiche possono essere utilizzate positivamente come hanno fatto Barcellona o Torino vincendo l’ideologia della deregolamentazione con piani di lunga durata o trasformarsi in disastri come a Siviglia o ad Osaka.

Per quanto riguarda la reazioni polemiche che hanno attraversato i giornali, esse oscillano tra l’odio generalizzato per la nuova costruzione (un’ostilità peraltro ampiamente giustificata dallo stato cattivo dello sviluppo urbano degli ultimi anni) e l’entusiasmo senza confini per il cambiamento incessante, tra le battaglie pro o contro il grattacielo, battaglie senza senso perché non si può essere pro o contro una tipologia architettonica ma solo pro o contro la sua qualità e il suo uso proprio o improprio. Quanto, poi, al giudizio sulla qualità dei prodotti architettonici recenti, essa è sovente una pura proiezione dei parametri di giudizio personali: le preferenze di gusto non sono argomenti sufficienti a discutere con competenza di un argomento così complesso. Se le critiche che, da questo punto di vista, ho sollevato fin dall’origine al progetto dell’area della vecchia Fiera coincidono con quelle del dottor Silvio Berlusconi è una questione che riguarda le contraddizioni interne al suo schieramento che quel progetto ha promosso: questo sì sicuramente in funzione di alcuni privati interessi.

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